Il Sole 24 Ore

Diritti tv, inchiesta Antitrust e Gdf

L’intesa tra Mediaset e Sky era già stata approvata dalle Authority

- Marco Bellinazzo

pL’Antitrust ha avviato un’indagine nell’assegnazio­ne dei diritti tv della Serie A per il triennio 2015-18 avvenuta nel giugno 2014 e su un presunto cartello tra le Paytv. Ieri mattina il Nucleo speciale Tutela dei mercati ha eseguito ispezioni tra Milano e Roma nelle sedi di Sky, Mediaset, Infront Italy e della Lega di Serie A.

L’ipotesi investigat­iva è che «l’esito finale della vendita dei diritti televisivi sia stato alterato da un accordo restrittiv­o della concorrenz­a avvenuto tra i due broadcaste­r, e che la Lega stessa avrebbe favorito l’intesa fra le Pay-tv in violazione del Trattato Ue».

Questo mentre nelle stesse ore su input della Procura di Catanzaro veniva arrestata una cinquantin­a di presidenti, allenatori, calciatori, e imprendito­ri con l’accusa di aver truccato match della serie D e della Lega Pro, con l’aggravante di avere favorito organizzaz­ioni mafiose (vedere articolo qui sotto).

Un doppio fronte investigat­ivo che scuote il Calcio italiano Spa, nell’ennesima estate di tormenti (come se il caso Parma non fosse stato sufficient­e) che ha indotto il Premier Matteo Renzi a chiedere che si faccia «piena chiarezza». «Ci vuole un po’ di rispetto e se- rietà - ha aggiunto il premier nel corso di “Porta a Porta” -. Non è possibile avere dilettanti allo sbaraglio. Il calcio italiano deve cambiare. Non si capisce cosa c’è anche dietro queste polemiche. Io sono contento, ad esempio, che due realtà di provincia, come Carpi e Frosinone, siano andate in serie A. Bisogna che anche i dirigenti del calcio che spesso sono gli stessi in A e B e anche in Lega Pro, capiscano che non si deve abusare della pazienza degli italiani».

Di chiarezza sulla questione dei diritti tv e sul perché dell’istruttori­a ne serve parecchia. L’innesco dell’indagine sarebbero notizie giornalist­iche del febbraio 2015 e in particolar­e alcune dichiarazi­oni in cui il presidente della Lazio, Claudio Lotito, si vantava di aver fatto «prendere 1,2 miliardi alla Lega di A e di aver fatto parlare Murdoch e Berlusconi».

Ma cosa è avvenuto lo scorso giugno? In sostanza dopo la pub- blicazione del bando per la vendita dei pacchetti relativi ai campionati di Serie A del triennio 2015/18, si è svolta un’asta il cui esito è stato sorprenden­te. Sky, infatti, per rispondere al blitz di Mediaset premium che qualche mese prima si è aggiudicat­a l’esclusiva della Champions league per lo stesso triennio (con un’offerta di circa 230 milioni a stagione), ha tentato di conquistar­e tutto il campionato in esclusiva, presentand­o le offerte più alte sia per la piattaform­a satellitar­e che per il digitale terreste (su cui opera Mediaset premium). A quel punto è iniziato un braccio di ferro con tanto di diffide tra le due Pay tv. Con Lega e Infront a fare da arbitro alla luce della legge Melandri che fa divieto «a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette». Di fronte alla prospettiv­a di un lungo contenzios­o legale o di un annullamen­to della gara è allora maturato un accordo approvato da 22 club (con l’astensione della Fiorentina), per assicurare ai club incassi comunque superiori del 20% rispetto al precedente accordo.

Questa intesa, oggi contestata dall’Antitrust, prevede che Sky trasmetta tutte le partite di serie A sulla piattaform­a satellitar­e (per un prezzo totale di 572 milioni), mentre Mediaset, sborsando 373 milioni, ha preso il pacchetto con le gare delle migliori otto squadre per il digitale terrestre. Il cuore del patto riguardava il pacchetto “D”, con le 12 squadre minori, che formalment­e è andato a Mediaset che si è impegnata a girarlo in sublicenza a Sky.

L’accordo è stato analizzato e approvato, come prescritto dalla legge, sia dall’Agcom che dalla stessa Antitrust. Le due Autorithy hanno perciò ammesso la deroga al divieto di sub-licenza introdotto dall’articolo 11, comma 6, della legge Melandri (Dlgs 9/2008) nel luglio 2014 su richiesta della Lega. Una precisazio­ne che è arrivata ieri pomeriggio dalla stessa Agcom, che ha sottolinea­to però «le competenze esclusive dell’Antitrust di verifica ex post del rispetto delle norme in materia di concorrenz­a».

Infront ha dichiarato ieri la propria disponibil­ità a collaborar­e con l’Autorità. Mediaset ha ribadito la correttezz­a della procedura, segnalando come gli accordi definitivi avessero già ricevuto, appunto, il benestare sia di AgCom sia dell’Antitrust, che nessun operatore terzo è stato discrimina­to, e che l’assegnazio­ne dei pacchetti principali a un unico operatore di fatto avrebbe annullato ogni forma di concorrenz­a nel mercato della pay tv, con svantaggi per il movimento calcistico e i consumator­i.

Anche Sky è persuasa della bontà del proprio operato. Anzi, i rilievi, sia pure “postumi”, dell’Antitrust dimostrere­bbero le ragioni di un’assegnazio­ne in via esclusiva della Serie A alla tv di Murdoch, legittiman­do il quadro emerso dall’asta del giugno 2014.

LA GARA La vendita dei diritti tv per il triennio 2015-2018 ha assicurato ai club 1,2 miliardi a stagione: +20% rispetto al precedente contratto

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