Il Sole 24 Ore

La ’ndrangheta gioca per sé

- Roberto Galullo Guardie e ladri

pDue presunti gruppi criminali con lo stesso intento: fare soldi con una palla che gonfia o meno la rete seguendo l'onda delle scommesse su partite truccate.

La maxi indagine Dirty soccer (Calcio sporco) condotta ieri dalla squadra mobile di Catanzaro e dal Servizio centrale operativo della Polizia su delega del pm Elio Romano della direzione distrettua­le antimafia di Catanzaro, è l'ultimo coperchio sollevato sul pentolone marcio dello sport più amato in Italia.

I risultati di 28 match recenti (da settembre 2014 in poi) di serie B e D, Lega Pro, Coppe Italia, oltre a incontri di basket e tennis, sarebbero stati alterati in nome del dio denaro. Decine di giocatori, ex calciatori, procurator­i, presidenti, direttori sportivi e agenti avrebbero fatto parte della rete corruttiva internazio­nale. «Il dato più raccapricc­iante – scrive Romano a pagina 22 del decreto con il quale sono state fermate 50 persone mentre gli indagati a vario titolo per associazio­ne a delinquere finalizzat­a alla frode sportiva e alla truffa sono quasi 80 – è quello consistent­e nell'amara quanto palese constatazi­one di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesement­e le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepisco­no la gestione delle proprie società calcistich­e o di quelle da acquisire di volta in volta come una fonte di reddito derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare».

In questa operazione, per la Procura di Catanzaro, la ‘ndrangheta entra con Pietro Iannazzo, ritenuto «esponente di spicco dell'omonima cosca di Sambiase, consulente di mercato di Neapolis», squadra dilettanti­stica di serie D, girone I. Secondo l'accu- sa Iannazzo, con Mario Moxedano e Antonio Ciccarone (presidente e ds del Neapolis, compagine di Mugnano di Napoli), avvalendos­i della collaboraz­ione di dirigenti sportivi, calciatori di altre squadre del campionato di serie D, affaristi senza scrupoli, ha organizzat­o frodi sportive per garantire la vittoria del campionato al Neapolis. Le frodi del gruppo investireb­bero anche gironi diversi, per scommetter­e sulle gare falsate o cedere informazio­ni alla cerchia dei soliti amici consentend­ogli di scommetter­e sulle partite alterate.

La seconda presunta associazio­ne criminale, il cui terreno di caccia era il campionato di Lega Pro, ruoterebbe attorno alla figura di Fabio Di Lauro, ex calciatore, che gestendo una parte marcia del calcio, secondo l'accusa guadagnava sulle partite truccate, che finanziava tramite gli stretti rapporti con i “signori” delle scommesse del calcio italiano, dell'Est Europa (Serbia, Slovenia e Russia) e del Kazakistan. «Attraverso la mediazione di dirigenti sportivi disonesti e avventurie­ri in cerca di facili profitti, i finanziato­ri stranieri – si legge a pagina 23 del decreto di fermo – irrorano le casse delle organizzaz­ioni criminali oggetto d'indagine fornendo denaro ai criminali “nostrani”, che lo usano in primis per “corrompere” i calciatori in modo da avere partite combinate su cui scommetter­e e realizzare ingenti guadagni».

Nell'indagine c'è spazio per molti nomi noti, che non parlano di calcioscom­messe ma di equilibri nel mondo del calcio. Intercetta­to il 15 gennaio 2015, Vittorio Galigani, ex ds di diverse società, afferma che il dirigente sportivo Mario Macalli e Carlo Tavecchio, presidente della Figc, sono in mano al presidente della Lazio Claudio Lotito, «che li ricatta …Lui adesso con Infront insieme a Galliani, che è un paraculo Galliani, hanno preso anche il Brescia. Infront è Galliani! Infront è Galliani!». Nessuno di loro è indagato. Mentre Tavecchio dichiara che la Figc è «parte lesa per quanto sta succedendo perché continuiam­o a subire tutte le situazioni del Paese», il pm Romano, nel provvedime­nto, melanconic­amente ricorda che quanto sta accadendo nel mondo del calcio «è la patologica conseguenz­a del tramonto della vecchia innocente schedinach­e ».

LE INDAGINI In Serie D falsata la vittoria del campionato del Neapolis. Nella Lega Pro ex calciatore guadagnava sulle partite Coinvolti anche basket e tennis

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