La ’ndrangheta gioca per sé
pDue presunti gruppi criminali con lo stesso intento: fare soldi con una palla che gonfia o meno la rete seguendo l'onda delle scommesse su partite truccate.
La maxi indagine Dirty soccer (Calcio sporco) condotta ieri dalla squadra mobile di Catanzaro e dal Servizio centrale operativo della Polizia su delega del pm Elio Romano della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, è l'ultimo coperchio sollevato sul pentolone marcio dello sport più amato in Italia.
I risultati di 28 match recenti (da settembre 2014 in poi) di serie B e D, Lega Pro, Coppe Italia, oltre a incontri di basket e tennis, sarebbero stati alterati in nome del dio denaro. Decine di giocatori, ex calciatori, procuratori, presidenti, direttori sportivi e agenti avrebbero fatto parte della rete corruttiva internazionale. «Il dato più raccapricciante – scrive Romano a pagina 22 del decreto con il quale sono state fermate 50 persone mentre gli indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa sono quasi 80 – è quello consistente nell'amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società calcistiche o di quelle da acquisire di volta in volta come una fonte di reddito derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare».
In questa operazione, per la Procura di Catanzaro, la ‘ndrangheta entra con Pietro Iannazzo, ritenuto «esponente di spicco dell'omonima cosca di Sambiase, consulente di mercato di Neapolis», squadra dilettantistica di serie D, girone I. Secondo l'accu- sa Iannazzo, con Mario Moxedano e Antonio Ciccarone (presidente e ds del Neapolis, compagine di Mugnano di Napoli), avvalendosi della collaborazione di dirigenti sportivi, calciatori di altre squadre del campionato di serie D, affaristi senza scrupoli, ha organizzato frodi sportive per garantire la vittoria del campionato al Neapolis. Le frodi del gruppo investirebbero anche gironi diversi, per scommettere sulle gare falsate o cedere informazioni alla cerchia dei soliti amici consentendogli di scommettere sulle partite alterate.
La seconda presunta associazione criminale, il cui terreno di caccia era il campionato di Lega Pro, ruoterebbe attorno alla figura di Fabio Di Lauro, ex calciatore, che gestendo una parte marcia del calcio, secondo l'accusa guadagnava sulle partite truccate, che finanziava tramite gli stretti rapporti con i “signori” delle scommesse del calcio italiano, dell'Est Europa (Serbia, Slovenia e Russia) e del Kazakistan. «Attraverso la mediazione di dirigenti sportivi disonesti e avventurieri in cerca di facili profitti, i finanziatori stranieri – si legge a pagina 23 del decreto di fermo – irrorano le casse delle organizzazioni criminali oggetto d'indagine fornendo denaro ai criminali “nostrani”, che lo usano in primis per “corrompere” i calciatori in modo da avere partite combinate su cui scommettere e realizzare ingenti guadagni».
Nell'indagine c'è spazio per molti nomi noti, che non parlano di calcioscommesse ma di equilibri nel mondo del calcio. Intercettato il 15 gennaio 2015, Vittorio Galigani, ex ds di diverse società, afferma che il dirigente sportivo Mario Macalli e Carlo Tavecchio, presidente della Figc, sono in mano al presidente della Lazio Claudio Lotito, «che li ricatta …Lui adesso con Infront insieme a Galliani, che è un paraculo Galliani, hanno preso anche il Brescia. Infront è Galliani! Infront è Galliani!». Nessuno di loro è indagato. Mentre Tavecchio dichiara che la Figc è «parte lesa per quanto sta succedendo perché continuiamo a subire tutte le situazioni del Paese», il pm Romano, nel provvedimento, melanconicamente ricorda che quanto sta accadendo nel mondo del calcio «è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente schedinache ».
LE INDAGINI In Serie D falsata la vittoria del campionato del Neapolis. Nella Lega Pro ex calciatore guadagnava sulle partite Coinvolti anche basket e tennis