«L’Italia valorizzi le sue bellezze»
Presidente di Altagamma «La miscela straordinaria di storia, arte, colori e manifattura è un antidoto alla crisi»
p «L’ho detto a Davide Rampello, ideatore e regista del progetto Panorama. Per la prima volta ho avuto anche i brividi sulle guance. Non ho sentito soltanto l’ordinaria emozione alla pancia. Ho provato di più. Quest’opera ha qualcosa di originalissimo. Perché riesce a restituire l’unicità del nostro Paese. La miscela straordinaria di bellezza e di paesaggio, di storia e di arte, di manufatti e di luci, di colori e di sapori, di artigianato e di industria».
Andrea Illy, presidente di Altagamma, rinuncia alla consueta riservatezza e all’abituale controllo delle emozioni che caratterizzano l’imprenditoria di Trieste e dell’estremo Nord-Est scegliendo di raccontare l’impatto emotivo di questa opera, una struttura architettonica e un cortometraggio che sarà fruibile al pubblico, in Piazza Gae Aulenti a Milano, dal 21 maggio al 31 ottobre, in concomitanza con Expo Milano 2015.
Presidente, l’impatto emo- tivo nasce sia dall’estetica dell’opera che dal suo contenuto, che parla direttamente all’anima degli italiani: l’immagine e l’identità del nostro Paese, la sua transizione e le sue opportunità, la sua storia e la sua cultura. Quanto conta sapere sviluppare nuove strategie di comunicazione per uscire dalla crisi?
Conta molto. L’Italia ha bisogno di esprimersi in maniera diversa. Deve valorizzarsi di più. La nostra struttura più profonda è costituita dalla fusione fra bellezza e risultato dell’agire umano. Natura e storia. Società ed economia. Siamo, in qualche modo, assuefatti a tutto questo. Rischiamo di non cogliere la forza di questa impagabile eredità. Da tremila anni siamo al centro del Mediterraneo, in uno dei crocevia della storia. Serve prima di tutto a noi, come comunità. Alla fine, sul lungo periodo, fra materiale e immateriale tutto questo si condensa anche nell’industria di alta gamma. Una industria di alta gamma che è già una risorsa formidabile. Ma che ha ancora notevoli spazi di crescita potenziale.
All’estero, la reputazione dei segmenti più alti è significativa.
Sì, ma è possibile migliorarla. Partiamo da alcuni elementi quantitativi: nel segmento più alto, i marchi italiani detengono il 22% del mercato mondiale nei beni di lusso personali, il 30% nell’arredamento di design, il 24% nell’enogastronomia e il 10% nella nautica. Questa industria, insieme culturale e creativa, occupa in Italia mezzo milione di addetti fra diretti e indiretti e, ad essa, è riferibile il 4% del Pil nazionale. Il macrosettore formato da moda, design, food, ospitalità, nautica, motori, gioielleria, wellness e cultura ci consente di ottenere un fatturato di 100 miliardi di euro, il 10% del mercato mondiale.
Peraltro, si tratta di un macro comparto che cresce a ritmi costanti e robusti.
Sì, nell’economia internazionale l’industria cultural-creativa e l’economia simbolica hanno un tasso di crescita del 5% all’anno, alimentato dalle nuove borghesie dei Paesi emergenti. L’obiettivo di arrivare a generare entro dieci anni, come giro d’affari annuo all’estero, 150 miliardi di euro con l’alta gamma è tutt’altro che improponibile. Come presidente di Altagamma, sento il dovere di stimolare il Governo nella costruzione di policy che assecondino e che favoriscano questo processo. L’obiettivo deve essere l’aumento della quota mondiale dal 10% al 15 per cento. L’Italia ha il potenziale per farcela.
Sul Made in Italy, il Governo si è mosso con un piano articolato.
Sì, va assolutamente riconosciuto come il Piano straordinario per il Made in Italy rappresenti qualcosa di nuovo. Non soltanto sotto il profilo strategico. Ma anche sul versante delle risorse finanziarie. Questo piano, costruito sotto l’egida del viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, ha risorse – 260 milioni di euro – sensibil- mente più alte rispetto al passato.
Anche se, sotto il profilo delle policy, occorre recuperare una unitarietà nazionale.
È vero. Servono politiche nazionali attive per l’altagamma, che è naturalmente in grado di trainare l’intera economia italiana. Queste politiche non devono però in alcun modo replicare gli errori fatti, per esempio, nel turismo. Devono restare unitarie e nazionali. Avevamo il 10% del turismo mondiale. Con la riforma dell’Articolo Quinto della Costituzione le competenze sono finite alle Regioni, i cui budget promozionali non hanno le masse critiche necessarie per competere con i grandi Sistemi Paese. Il risultato è che, adesso, siamo scesi al 5% della quota mondiale.
Unitarietà e coesione significa anche la messa a fattore comune delle complesse articolazioni italiane, la cui rappresentanza della politica e dell ’ economia si s vil uppa storicamente su più piani.
Unità e coesione sono fondamentali. Prendiamo una opera di grande rilievo artistico e di importante impatto identitario e di comunicazione come questo progetto Panorama. Il progetto è nato dalla collaborazione di un gran numero di istituzioni: il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Ice, la Simest, il Comune di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Camera Nazionale della Moda Italiana, il Salone del Mobile e naturalmente la nostra Fondazione Altagamma. In più, ci sono il patrocinio di Expo Milano 2015 e la collaborazione del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. Abbiamo ottenuto un bel risultato portando tutti questi elementi a fattor comune. Una operazione dal grande valore simbolico. Alla fine mettere insieme le molte voci italiane è – e sarà sempre più - essenziale per suonare lo spartito della bellezza e del rilancio economico del nostro Paese, della nostra identità storica e del nostro futuro.