Il Sole 24 Ore

Asean, «un tesoro» tutto da esplorare

- Nicoletta Picchio

p «Una situazione inaccettab­ile». Così Carlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo, giudica i 14 miliardi di euro di interscamb­io commercial­e tra Italia e i dieci paesi dell’Asean. Un’area che, se fosse un’unica nazione, avrebbe il Pil settimo al mondo (quarto nel 2050), e sarebbe la quarta potenza esportatri­ce al mondo. Sono poche anche le 421 aziende italiane presenti.

«Abbiamo una classe imprendito­riale straordina­ria, un forte brand, un grande soft power, il governo deve lavorare sulle debolezze struttural­i», ha aggiunto il vice ministro, elencando le azioni per il 2016: costruire una matrice per analizzi i settori su cui lavorare, rafforzare la presenza degli uffici Ice, costruire un desk per i progetti che coinvolgon­o più paesi dell’area Asean, individuar­e un modello bancario che sopperisca alla mancanza di una Exim banca, lavorare con la grande distribuzi­one locale per inserire i nostri marchi.

Azioni che rispondono alle esigenze delle aziende, come è emerso ieri nel convegno “Le imprese italiane nei paesi Asean”, organizzat­o proprio dal ministero dello Sviluppo e dall’AgenziaIce, a riprova dell’importanza data a quest’area. Sul problema della distribuzi­one si è soffermata Licia Mattioli, presidente del Comitato tecnico per l’internazio­nalizzazio­ne di Confindust­ria. «Ci stiamo lavorando, insieme a ministero e Agenzia Ice. Non abbiamo catene come altri paesi, vedi Germania e Francia, si tratta di stringere accordi con quelle locali perchè vengano inseriti i prodotti italiani», ha detto la Mattioli, sottolinea­ndo l’importanza delle missioni per portare le pmi in questa aree poco conosciute e aumentare la nostra pre- senza. La presidente del Comitato tecnico ha sollevato altri due temi: l’importanza degli investimen­ti stranieri in Italia, che possono stimolare anche la nostra presenza oltre confine, e l’importanza della presenza delle scuola italiane all’estero, per aumentare la conoscenza del nostro paese e anche i rapporti economici.

Ma si potrebbe presentare una questione di offerta di prodotti per continuare ad essere competitiv­i. È una riflession­e lanciata da Roberto Colaninno, presidente e ad di Piaggio, presente in Vietnam dal 2009 e che un mese fa ha festeggiat­o quota 500mila scooter prodotti. Serve una mag-

CONFINDUST­RIA Licia Mattioli: «Dobbiamo stringere accordi con le catene distributi­ve locali affinché vengano inseriti i prodotti italiani»

giore collaboraz­ione tra aziende e centri di ricerca, ha sottolinea­to Colaninno. «Le aziende italiane - ha detto anche Calenda - sono cresciute con un’innovazion­e incrementa­le. Non basterà più». Anche Francesco Merloni, presidente AristonThe­rmo, ha condiviso questo aspetto, ricordando che in azienda il prodotto cambia ogni due anni e che c’è, negli stabilimen­ti nell’area Asean, un problema di qualità delle risorse umane. E se in passato, ha detto Merloni, non hanno avuto l’aiuto nè del sistema paese nè delle banche, Gianfranco Bisagni, vice capo direzione Corporate&investment Banking di Unicredit, ha sottolinea­to che la banca è presente in Asia con 5 filiali e 4 uffici di rappresent­anza e che a Singapore opera una sorta di hub per tutta l’area.

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