Cmc cresce all’estero e scommette sulle «talpe»
Fatturato +9% nel 2014 a 1,1 miliardi, utile stabile
fatturato e redditività in crescita, con nuove commesse per 1,2 miliardi di euro, con la metà dei ricavi all’estero, e ora con l’accordo strategico con Seli Technologies, la cooperativa Cmc di Ravenna si candida a essere sempre più “multinazionale tascabile” (di successo) delle costruzioni.
Rispetto a una crisi che dal 2008 ha sottratto all'edilizia in Italia il 33% del suo valore (dati Ance a moneta costante), e un panorama delle coop edilizie che ha visto molti fallimenti e concordati, la Cmc mantiene una invidiabile solidità. Nel bilancio 2014 approvato il 16 maggio dall’assemblea dei soci (401 soci lavoratori e due soci “sovventori”, la Federazione coop di Ravenna e il fondo mutualistico Coopfond) il fatturato Cmc è cresciuto dell’8,8%, da 1.015 a 1.104 milioni di euro. La quota realizzata all’estero è da molti anni intorno al 50%: è stata il 55% nel 2013, il 52% nell’ultimo bilancio (2014), ma nel piano industriale 2015-2017 approvato il 7 marzo scorso Cmc prevede nel triennio una crescita del giro d'affari fino a 1,3 miliardi, «trascinata dalle attività all’estero».
Nel bilancio 2014 l’Ebitda (margine operativo) è cresciuto del 18,2% a 122,6 milioni, rispetto ai 103,6 del 2013. Stabile l’utile netto, in tutti gli anni della crisi, tra 10 e 13 milioni di euro: nel 2013 10,8, nel 2014 11 milioni.
Il portafoglio ordini si attesta (al 31 dicembre 2014) a 2,91 miliardi di euro, in lieve diminuzione rispetto ai 2,97 miliardi del 2013, con quota estera in crescita dal 45 al 54 per cento.
Nel 2014 sono arrivate nuove commesse per 1,179 miliardi, tra le quali il contratto da 241 milioni in Kenya per diga e impianto di trattamento acque, e le commesse in Italia per la Circumet- nea a Catania, un tratto del metrò di Torino, il cunicolo esplorativo della Torino-Lione sul territorio francese, i padiglioni francese, thailandese e coreano per Expo Milano 2015.
Se i buoni dati di bilancio non sono una novità per Cmc, altri eventi sono nel segno della discontinuità. Nel 2014 la coop di Ravenna ha emesso per la prima volta obbligazioni quotate alla borse di Milano e Singapore, per un valore di 300 milioni di euro, sottoscritte da 90 investitori. «Per noi è stata una rivoluzione copernicana» spiega Roberto Macrì, direttore generale, di fatto il capo azienda dopo la revoca delle deleghe all’Ad Dario Foschini il 3 marzo scorso. «Il 95% dei sottoscrittori è straniero – prosegue Macrì – avranno un rendimento lordo certo del 7,5% ma non possono vendere per sette anni, di fatto sono i nostri soci più stabili». I bond hanno consentito a Cmc, nel 2014, di ridurre l’esposizione verso le banche da 443 a 225 milioni di euro.
«Sono tre le novità strategiche – spiega Macrì – su cui puntiamo. Primo: usciamo del tutto dalle concessioni. Già valevano zero in bilancio, ma ora siamo usciti dal progetto dell’autostrada Tirrenica e vogliamo uscire dal 3% in Tem». «Secondo – prosegue il direttore – lo stop all’immobiliare. Anche qui facevamo pochissimo, ma avevamo un team al lavoro su 100 dossier, abbiamo chiuso tutto. Quello su cui puntiamo, terza novità, è invece la specializzazione nel settore delle Tbm» (le talpe meccaniche per scavare i tunnel). A metà aprile è stato firmato l’accordo con Seli Technologies, società del Gruppo Seli (in concordato). «Noi volevamo comprarla – spiega Macrì – ma il concordato in continuità ha imposto di tenerla attiva per due anni. Abbiamo comunque l’accordo con l’azionista Banca Imi per acquisirla se il concordato si chiude in bonis. Seli ha abbandonato la costruzione di Tbm, ma sono ancora bravissmi nella manutenzione, gestione in cantiere, assistenza tecnica. Noi abbiamo 16 Tbm attive nei nostri lavori, l’accordo con Seli serve ad avere un fornitore in house di servizi, ma soprattutto a vendere a terzi questi servizi, per buttarsi su un mercato florido e in espansione, dove molti usano le macchine ma pochi le sanno usare bene».
ACCORDO STRATEGICO Intesa con Seli Technologies (in vista dell’acquisizione) per la fornitura a terzi di manutenzione e assistenza delle “talpe” per i tunnel