Fitto consuma lo strappo e lancia il suo movimento Berlusconi: un politicante
pI gruppi parlamentari arriveranno dopo. Dopo le regionali. Prima Raffaele Fitto vuole che sia chiara la direzione e la prospettiva del progetto politico che ha intrapreso, dando vita all’associazione dei «Conservatori e riformisti» ,presentata ieri a Roma, e con la quale punta a recuperare quell’«ampio spazio» di nove milioni di elettori tra Renzi e Salvini orfani del centrodestra. Nome non casuale perché riproduce quello del terzo gruppo parlamentare a Strasburgo, nel quale militano i conservatori britannici del vittorioso David Cameron e di cui da ieri Fitto fa ufficialmente parte. «Daremo a Raffaele tutto il nostro supporto per creare un Movimento di Centro Destra in Italia» ha detto il presidente di Ecr Syed Kamall, che martedì prossimo parteciperà a Roma, insieme al presidente della Fondazione New Direction, Geoffrey Van Orden, «alla prima conferenza del nuovo Partito Italiano dei Conservatori e riformisti italiani». Un’investitura ufficiale che avrà un prologo nel meeting in programma da domani a Winchester, dove si riuniranno tutte le formazioni politiche che fanno riferimento all’Ecr e che puntano asradicareilpoterepressochéassoluto esercitato nel centrodestra dal Ppe e da Angela Merkel, che ha fatto dell’austerity la sua religione.
Fin qui le ambizioni. Nel frattempo, in Italia, c’è da misurarsi con le scelte degli elettori. In questo senso il verdetto della Pu- glia, il sorpasso del candidato di Fitto Francesco Schittulli su Adriana Poli Bortone, sostenuta da Berlusconi, è probabilmente decisivo. Così come determinante sarà il risultato complessivo ottenuto da Fi.
L’ex premier minimizza. Per Berlusconi l’addio di Fitto si inserisce tra quegli «abbandoni del nostro movimento da parte di professionisti della politica che avevano considerato Forza Italia come un taxi su cui salire e poi hanno deciso di scendere perché era più conveniente un altro». Parole che arrivano dopo l’ennesima smentita su un suo abbandono della politica. Una precisazione necessaria ma forse non sufficiente.
Dentro Fi sono in molti a temere «il botto». Fitto invece ci conta. La debacle del suo ex partito sarebbe un propellente per far schierare gli incerti in vista della formazionedeigruppiparlamentari. Paolo Romani, capogruppo di Fi al Senato, è certo che Fitto non abbia i numeri: «Non credo che molti senatori lo seguiranno vistochecredochelorovorranno restare a Palazzo Madama» e venire rieletti. In realtà al Senato Fitto i numeri li ha già anche perché la rielezione Berlusconi non può più garantirla. Alla Camera invece è ancora sotto i 20 (numero minimo per costituire un gruppo). Lemanovrediavvicinamentosono già in corso. Sicura l’adesione dell’ex An Massimo Corsaro a cui potrebbero unirsi anche gli azzurri Alberto Giorgetti e Fabrizio Di Stefano, nonché Vincenzo Piso, anche lui ex An ora Ncd.
Al «dopo» regionali guarda anche Area popolare. «Grande è la confusione sotto il cielo, quindi, parafrasando Mao TseTung, la situazione è eccellente per costruire un centrodestra che sfidi la sinistra alle prossime elezioni politiche», assicura Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd.
LA FUORIUSCITA L’europarlamentare dà vita ai «Conservatori Riformisti» e riceve il plauso del gruppo di Cameron. In Parlamento l’addio a Fi dopo le Regionali