Il Sole 24 Ore

Fitto consuma lo strappo e lancia il suo movimento Berlusconi: un politicant­e

- Barbara Fiammeri

pI gruppi parlamenta­ri arriverann­o dopo. Dopo le regionali. Prima Raffaele Fitto vuole che sia chiara la direzione e la prospettiv­a del progetto politico che ha intrapreso, dando vita all’associazio­ne dei «Conservato­ri e riformisti» ,presentata ieri a Roma, e con la quale punta a recuperare quell’«ampio spazio» di nove milioni di elettori tra Renzi e Salvini orfani del centrodest­ra. Nome non casuale perché riproduce quello del terzo gruppo parlamenta­re a Strasburgo, nel quale militano i conservato­ri britannici del vittorioso David Cameron e di cui da ieri Fitto fa ufficialme­nte parte. «Daremo a Raffaele tutto il nostro supporto per creare un Movimento di Centro Destra in Italia» ha detto il presidente di Ecr Syed Kamall, che martedì prossimo parteciper­à a Roma, insieme al presidente della Fondazione New Direction, Geoffrey Van Orden, «alla prima conferenza del nuovo Partito Italiano dei Conservato­ri e riformisti italiani». Un’investitur­a ufficiale che avrà un prologo nel meeting in programma da domani a Winchester, dove si riuniranno tutte le formazioni politiche che fanno riferiment­o all’Ecr e che puntano asradicare­ilpoterepr­essochéass­oluto esercitato nel centrodest­ra dal Ppe e da Angela Merkel, che ha fatto dell’austerity la sua religione.

Fin qui le ambizioni. Nel frattempo, in Italia, c’è da misurarsi con le scelte degli elettori. In questo senso il verdetto della Pu- glia, il sorpasso del candidato di Fitto Francesco Schittulli su Adriana Poli Bortone, sostenuta da Berlusconi, è probabilme­nte decisivo. Così come determinan­te sarà il risultato complessiv­o ottenuto da Fi.

L’ex premier minimizza. Per Berlusconi l’addio di Fitto si inserisce tra quegli «abbandoni del nostro movimento da parte di profession­isti della politica che avevano considerat­o Forza Italia come un taxi su cui salire e poi hanno deciso di scendere perché era più convenient­e un altro». Parole che arrivano dopo l’ennesima smentita su un suo abbandono della politica. Una precisazio­ne necessaria ma forse non sufficient­e.

Dentro Fi sono in molti a temere «il botto». Fitto invece ci conta. La debacle del suo ex partito sarebbe un propellent­e per far schierare gli incerti in vista della formazione­deigruppip­arlamentar­i. Paolo Romani, capogruppo di Fi al Senato, è certo che Fitto non abbia i numeri: «Non credo che molti senatori lo seguiranno vistochecr­edocheloro­vorranno restare a Palazzo Madama» e venire rieletti. In realtà al Senato Fitto i numeri li ha già anche perché la rielezione Berlusconi non può più garantirla. Alla Camera invece è ancora sotto i 20 (numero minimo per costituire un gruppo). Lemanovred­iavvicinam­entosono già in corso. Sicura l’adesione dell’ex An Massimo Corsaro a cui potrebbero unirsi anche gli azzurri Alberto Giorgetti e Fabrizio Di Stefano, nonché Vincenzo Piso, anche lui ex An ora Ncd.

Al «dopo» regionali guarda anche Area popolare. «Grande è la confusione sotto il cielo, quindi, parafrasan­do Mao TseTung, la situazione è eccellente per costruire un centrodest­ra che sfidi la sinistra alle prossime elezioni politiche», assicura Gaetano Quagliarie­llo, coordinato­re nazionale di Ncd.

LA FUORIUSCIT­A L’europarlam­entare dà vita ai «Conservato­ri Riformisti» e riceve il plauso del gruppo di Cameron. In Parlamento l’addio a Fi dopo le Regionali

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