Il Sole 24 Ore

«Scuola, proteste attese ma non ho frenato»

Renzi: tutti i paesi Ue accettino le quote sull’immigrazio­ne, recuperere­mo il barcone

- B.F.

pLa «fortissima» protesta di piazza degli insegnanti l’aveva messa nel conto. Per questo - rivela - aveva tanto insistito sui tempi per approvare «prima» la legge elettorale. Matteo Renzi è soddisfatt­o e non ne fa mistero di fronte alle telecamere che lo riprendono nel salotto di Porta a porta. Il casus pensioni, sollevato dalla sentenza della Corte costituzio­nale, è stato (almeno per il momento) «risolto in 15 giorni» e il via libera della Camera alla «Buona scuola» arriverà oggi.

Il premier conferma il piglio decisionis­ta. Annuncia che sarà recuperato il relitto del barcone con 700 migranti affondato un mese fa: «Ci vorranno quattro mesi, una spesa di circa 15 milioni. Spero li paghi l’Europa, altrimenti li pagheremo noi» perché «il mondo deve vedere quello che è successo e non girarsi dall’altra parte». Un monito rivolto anzitutto ai partner europei, che sembrano ora volersi rimangiare l’intesa sulle quote:«Non è che possono metterci a disposizio­ni le navi, per sbarcare tutti a Pozzallo». Trachant poi sulla Libia: «Non manderemo le truppe a terra, non mando le truppe italiane a farsi sgozzare senza un ruolo della comunità internazio­nale».

Ma è sulla scuola (e sulle pensioni) che il premier insiste. Anche perché - ammette - «c’è stato un difetto di comunicazi­one» che è ben deciso a colmare. E non solo per necessità di chiarezza: tra meno di due settimane c’è un appuntamen­to elettorale su cui la protesta degli insegnanti, elettori tradiziona­lmente vicini al Pd, potrebbe pesare non poco. Almeno su questo puntano i suoi oppositori, a partire da quelli interni.

Renzi però tira dritto. Nessun passo indietro, è la premessa. «Per cambiare la scuola bisogna avere il coraggio di vincere alcuni tabù», dice il premier, che insiste sulla centralità del merito perché «una parte degli insegnanti deve capire che il tempo del 6 politico è finito». È la risposta indiretta a chi ieri manifestav­a di fronte a Montecitor­io, sostenuti dal M5s, chiedendo il ritiro del ddl. Inevitabil­e la domanda sugli attacchi alla «sua famiglia». «Se la prendano con me, non con mia moglie che fa l’insegnante» risponde , ricordando anche la vicenda del padre «che si è preso un avviso di garanzia uscendone pulito».

Renzi però conferma la disponibil­ità al dialogo(«non posso pretendere di imporre la mia volontà, questa non è la legge elettorale») come si è visto ieri con la decisione del governo di non opporsi alla soppressio­ne della norma sul 5 per mille. Irremovibi­le invece sulle detrazioni fiscali a sostegno delle scuole paritarie, che resteranno «assolutame­nte» anche se, aggiunge, «la qualità andrà verificata» perché non si possono aiutare «i diplomific­i».

C’è tempo anche per parlare di tasse. Prima di raggiunger­e lo studio di via Teulada, il premier aveva twittato che sono già «300mila le dichiarazi­oni precompila­te». Un esperiment­o da perfeziona­re: «Il mio sogno è pagare le tasse con questo», dice mostrando a Vespa il suo smartphone.

EMERGENZA LIBIA «Non manderemo le truppe a terra, non mandiamo i nostri soldati a farsi sgozzare senza un impegno della comunità internazio­nale»

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A Porta a porta. Matteo Renzi

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