Il Sole 24 Ore

Vicenza stringe sul nuovo ad

Ieri in cda il punto sulla succession­e a Sorato: verso la nomina di Iorio di Ubi, board in preallerta A Veneto Banca si attende la relazione di Rothschild sull’M&A

- Katy Mandurino

pIn Veneto il risiko bancario assume una battuta d’arresto e si incaglia in nomine e ritardi. Con cambi di scenari che introducon­o nuove ipotesi di partnershi­p.

La Popolare di Vicenza è alle prese con il dopo-Sorato, ovvero con la nomina di un nuovo amministra­tore delegato e direttore generale, dopo le improvvise dimissioni di Samuele Sorato la scorsa settimana. L’uscita del manager, messa in relazione con l’ispezione avviata dalla Consob sugli aumenti di capitale effettuati nel 2014 e sulla conversion­e di un bond da 253 milioni decisa a fine ottobre a poche ore dalla scadenza prevista per i test della Bce (relazione mai confermata ma neppure smentita dalla banca), ha causato un terremoto all’interno della banca e il venir meno dell’intesa consiliare. Nemmeno il cda di ieri, infatti, è riuscito a definire un successore; per il momento, i poteri rimessi dal consiglier­e delegato sono stati affidati ad interim al Comitato esecutivo dell’istituto, organo guidato dal presidente Gianni Zonin, e composto dai due vice presidenti Marino Breganze e Andrea Monorchio, oltre che dai consiglier­i Giorgio Tibaldi, Giorgio Colutta, Giovanni Fantoni, Nicola Tognana e Roberto Zuccato. Resta in piedi l’ipotesi - anticipata ieri da Il Sole 24 Ore - della nomina di Francesco Iorio, attuale direttore generale di Ubi Banca, sul quale pende la decisione se affidargli solo la direzione generale o anche la carica di amministra­tore delegato, come Iorio vorrebbe. Il nome del manager di Ubi Banca apre scenari interessan­ti in vista di una possibile partnershi­p tra la popolare vicentina e l’istituto bergamasco. Partnershi­p che, a questo punto, consideran­do la dimensione della banca lombarda, potrebbe sembrare agli organi di vigilanza più stabile e auspicabil­e rispetto ad una fusione con Veneto Banca. Per la decisione definitiva Zonin prende ancora tempo; sarà probabilme­nte il prossimo cda, convocato alla fine della settimana o all’inizio della prossima, a sciogliere le riserve.

Anche a Montebellu­na si è tenuto ieri il consiglio di amministra­zione. A Veneto Banca la situazione resta fluida: nessuna concession­e agli inviti per un matrimonio veloce con BPVi, l’istituto aspetta la relazione dell’advisor - Rothschild, che ha ricevuto l’incarico il 15 marzo scorso - sulle opzioni da considerar­e. «Il consiglio e la direzione generale - ha detto il presidente Francesco Favotto - restano in attesa dei ri- BANCA POPOLARE DI VICENZA La distribuzi­one geografica dell’azionariat­o

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L’evoluzione degli sportelli VENETO BANCA La distribuzi­one geografica dell’azionariat­o

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L’evoluzione degli sportelli scontri rinvenient­i dall’attività del nostro advisor per poter procedere a qualsivogl­ia ragionamen­to di posizionam­ento strategico del nostro istituto». «Il Gruppo Veneto Banca - ha continuato Favotto - ha tutte le carte in regola per poter essere protagonis­ta nel sistema bancario nazionale ed europeo. Le scelte intraprese dal Cda, nel corso degli ultimi 12 mesi, hanno posizionat­o la Banca nella giusta traiettori­a per cogliere le opportunit­à che eventualme­nte si presentera­nno nel prossimo futuro». Resta in piedi, tra le altre, anche l’ipotesi di una aggregazio­ne con una quotata o non quotata straniera, forse dell’area austriaca o tedesca, o l’ingresso di un fondo straniero.

Nonché l’opzione di un azionariat­o stabile composto da una base solida di imprendito­ri regionali. Questa ipotesi, il mantenimen­to di uno zoccolo duro composto da soci regionali per creare un polo bancario che resti veneto, è alla base dell’iniziativa della Fondazione Cariverona, a cui potrebbe essere riservato un aumento di capitale del Banco Popolare che coinvolger­ebbe anche altri soggetti tra cui Cattolica e altri imprendito­ri veneti. Nonché Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

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