Azimut alleggerisce il patto, Giuliani scende allo 0,35%
Conclusa la cessione in blocco del 5,26% del capitale
pAzimut Holding modifica il patto di sindacato, rendendolo più flessibile, e parte dei soci che vi hanno conferito le azioni alleggeriscono immediatamente la presa cedendo 7,5 milioni di titoli pari al 5,26% del capitale sociale del gruppo. Il collocamento, a seguito del quale l’amministratore delegato e presidente del gruppo Pietro Giuliani ha ridotto allo 0,35% la partecipazione, è stato concluso ieri in serata da Timone Fiduciaria, la società presso la quale sono custodite in deposito le azioni degli aderenti al patto (una quota che fino a due giorni fa valeva il 19,2% della stessa Azimut) attraverso un processo di bookbuilding accelerato.
Nel dettaglio, le modifiche decise lunedì scorso in modo da adattare il patto stesso all’evoluzione del gruppo e alle esigenze stesse dei partecipanti prevedono la possibilità di limitare a 9 anni il blocco del 75% delle azioni conferite e di mantenere quindi vincolato soltanto il rimanente 25 per cento. Una mossa che la stessa Azimut motiva con due esigenze: ribilanciare la governance del patto stesso che vedeva il 90% delle azioni in mano a promotori con più di 9 anni di anzianità, ma che rappresentano appena il 25% delle masse gestite dal gruppo e molto meno del 10% della raccolta netta degli ultimi tre anni; accrescere l’importanza all'interno del patto dei cosiddetti «strumenti partecipativi», ovvero le azioni che in proporzione al 15% dell'utile netto annuale vengono attribuite su basi meritocratiche ai di- pendenti e che vi sono automaticamente conferite.
Per effetto delle modifiche al patto, le azioni svincolate e pronte potenzialmente alla cessione rappresentano l'11,3% del capitale sociale di Azimut. Parte di queste sono state appunto già vendute attraverso Timone Finanziaria, che ha nominato Morgan Stanley come sole global coordinator e joint bookrunner e Credit Suisse come joint bookrunner, e che ha fissato un periodo di lock-up di 180 giorni per la cessione di ul- teriori azioni per conto degli aderenti all'operazione (potenzialmente un ulteriore 2,7% del capitale). Le altre potranno essere cedute solo a partire dal 30esimo giorno successivo alla data della modifica del patto stesso, che scadrà il 7 luglio 2016 ma si rinnoverà automaticamente per ulteriori periodi di 3 anni ciascuno.
Tra i soci che hanno dato mandato per la cessione delle azioni in proprio possesso figura quindi anche Giuliani, che però rassicura quanti temono un suo progressivo disimpegno dal gruppo che ha fondato. «Ho venduto - ha detto Giuliani a Il Sole 24 Ore - per proteggermi dal beta del mercato e coglierei future eventuali correzioni come un'occasione importante per ricomprare le azioni». Ad esito del collocamento, come si legge in una nota di Timone Finanziaria, Giuliani mantiene comunque una partecipazione dello 0,35% del capitale rispetto al precedente 1,45% conferito al Patto, quota che potrebbe successivamente aumentare ogni anno tramite gli strumenti partecipativi di uno 0,05 per cento. Al patto restano complessivamente il 13,9% di Azimut Holding.
IL FONDATORE Giuliani nega la possibilità di un disimpegno: «L’ho fatto per proteggermi e sarei pronto a ricomprare azioni»