Il Sole 24 Ore

UniCredit, consegnato il 60% dei bond subordinat­i

L’offerta al retail si è chiusa a 1,38 miliardi di euro

- Mara Monti

pPoco più del 60% pari a 1,38 miliardi di euro di titoli è stato riconsegna­to alla scadenza dell’operazione dalla clientela retail della banca, oggetto dell’offerta di riacquisto di bond subordinat­i emessi da UniCredit. L’operazione di buy back lanciata all’inizio di aprile riguardava 2,3 miliardi di euro di bond subordinat­i Lower Tier 2 su sette titoli, collocati tra il 2012 e il 2014, non più computabil­i nel capitale alla luce dell'entrata in vigore del regolament­o europeo, reso operativo dall'Eba, la European banking authority.

L’operazione di adesione è stata in due fasi, ma la seconda tra il 4 e il 15 maggio 2015 non ha raccolto oltre 61,1 milioni di eu- ro. Almeno il 40% dei correntist­i della banca che avevano sottoscrit­to i titoli hanno ritenuto che il prezzo offerto pari a quello del secondario non era abbastanza attraente per consegnare le obbligazio­ni che oggi garantisco­no una cedola di circa il 4% con la clausola del rimborso anticipato, in tutto o in parte, nel corso della vita del titolo. Il buy back di UniCredit finora è stato l’unico di titoli Lower Tier 2: lo scorso febbraio l’istituto aveva collocato 2,5 miliardi di obbligazio­ni subordinat­i compatibil­i con la normativa. L’istituto ha fatto sapere che al momento non è in programma una nuova offerta di riacquisto di titoli.

Per i bond bancari è un momento è di stasi sul mercato primario, in pipeline c’è il titolo su- bordinato del Banco Popolare, ma le condizioni per collocare questa tipologia di bond non sono al momento molto favorevoli. Sempre sul primario ferme anche le emissioni corporate. L’allargamen­to degli spread anche di credito sta fermando le attività sul mercato: ieri nonostante la Bce abbia dichiarato che aumenterà gli acquisti di titoli di Stato, lo spread tra BTp e Bund ha chiuso poco mosso a 121 punti base, dai 122 della chiusura del giorno precedente con il rendimento del decennale italiano all'1,80 per cento. Come ricorda Anthony Doyle gestore della società inglese M&G: «Gli investitor­i stanno cercando di proteggers­i dal massacro visto nelle ultime settimane sui mercati obbligazio­nari: il titolo te-

Andamento del titolo a Milano desco “esente da rischio” al 2,5% con scadenza 2046 ha perso il 19% dal picco di prezzo registrato il 20 aprile. Il tanto citato rendimento sul Bund a 10 anni - aggiunge il gestore - è risalito da un minimo dello 0,075% toccato il 20 aprile allo 0,56%, un movimento che ha riportato i rendimenti del Bund decennale al livello di inizio 2015».

In questo ampio movimento dei titoli governativ­i si inseriscon­o le emissioni corporate in euro di società americane che si finanziano a tassi ai minimi storici coprendosi contro il rischio di cambio. Come nel caso di McDonalds, la catena di hamburger americana che ha collocato un bond da 2 miliardi di euro in tre tranche: la prima da 600 milioni scadenza 4 anni e messo prezzato con uno spread di 30 punti base sull’Euribor a 3 mesi, una seconda tranche da 800 milioni al 7 anni a 55 punti base sul tasso midswap e una terza da 600 milioni a 12 anni al prezzo di 80 punti base sul tasso midswap.

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