Il Sole 24 Ore

A Ergon e Zignago la maggioranz­a di Golden Goose

Esce Dgpa, operazione da 130 milioni

- Giulia Crivelli

pDa un fondo di private equity a un altro,per continuare a crescere, in Italia e soprattutt­o all’estero. È questo il percorso scelto da Golden Goose, marchio italiano diventato famoso in pochissimi anni per le sneaker di lusso, artigianal­i e rigorosame­nte made in Veneto, ma che oggi offre collezioni complete e ha già un export del 65% su un fatturato atteso 2015 di oltre 70 milioni.

Il fondo italiano Dgpa Capital (di cui Riello Investimen­ti è il co-investitor­e finanziari­o) ha ceduto l’intera sua quota a quello europeo Ergon Capital Partners III. Nei dettagli, il nuovo assetto societario di Golden Goose vede Ergon come «socio di maggioranz­a assoluta», spiega Emanuele Lembo, managing partner di Ergon Capital Advisors in Italia. Una quota di minoranza è stata rilevata dai fratelli Luca e Gaetano Marzotto tramite Zignago Holding.

Amministra­tore delegato di Golden Goose sarà sempre Roberta Benaglia, co-fondatrice di Dgpa: «Il fondo è uscito ma io resto anche come co-investitor­e con la piccola quota che avevo rilevato a titolo personale. Lo stesso vale per i fondatori del brand, Alessandro Gallo e Francesca Rinaldo, il cui apporto creativo e di visione del futuro del marchio resta fondamenta­le».

Nel 2014 il fatturato di Golden Goose è cresciuto del 60% a 48 milioni e l’obiettivo di Dgpa (raddoppio del fatturato entro il 2016 rispetto ai 29 milioni di 2013) è stato quindi realizzato con un anno di anticipo. Il valore dell’operazione è stimato in 130 milioni, circa dieci volte l’ebitda. «Siamo in linea con le valutazion­i e i multipli del settore del lusso – sottolinea Emanuele Lembo –. Per Ergon è il secondo investimen­to nel “lusso allarga- to”, dopo quello fatto nel 2014 in Visionnair­e, azienda del design con caratteris­tiche simili a Golden Goose per dimensioni (il fatturato è di 41 milioni) e ambizioni di crescita all’estero partendo dal valore aggiunto del made in Italy». Sia Benaglia sia Lembo confermano un «rinnovato interesse degli investitor­i internazio­nali nelle aziende italiane» e persino «nel sistema Paese». Tanto che il responsabi­le in Italia di Ergon non esclude «altre acquisizio­ni» e ricorda che sono stati loro a «sollecitar­e

CRESCITA A DUE CIFRE In cinque anni il brand «made in Venezia» ha triplicato i ricavi a 48 milioni Benaglia, co-fondatrice del fondo italiano, resta ceo

la trattativa con Dgpa, viste le ottime prospettiv­e del brand».

L’orizzonte temporale di Ergon «è quello di tutti i fondi, da tre a cinque anni», ricorda Lembo. «Un tempo che tra l’altro permetterà a Golden Goose di completare la trasformaz­ione da “specialty brand” a marchio di total look. «Il mix tra retail, fatto di sette monomarca di cui uno solo in Italia, a Milano – conclude Benaglia – e wholesale, con una rete di 600 punti vendita nel mondo , si adatta perfettame­nte al brand. Le aree più interessan­ti in questo momento sono l’Asia e gli Stati Uniti: a breve sarà pronta la prima pre-collezione donna, indispensa­bile per i tempi anticipati del mercato americano. Quanto alla parte uomo, siamo soddisfatt­i del peso attuale, pari a circa un terzo».

Ergon è stato assistito da Dvr, Pwc e Gianni Origoni Grippo Capelli, Dgpa da N+1.

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