Vodafone rilancia sulla banda larga
Presentando i conti il ceo ha ribadito la strategia del gruppo in Italia, dove a fine aprile contava 2,8 milioni di clienti Colao: «Vogliamo essere attori della partita, felici di collaborare anche con Enel»
p «C’è anche Vodafone dietro la rinnovata attenzione sulla banda larga». Vittorio Colao fra le pieghe di risultati che indicano l’affrancamento dell’Italia dalle note peggiori e il ritorno - a livello globale - dei ricavi da servizi, precisa come si colloca il gruppo britannico nella partita di casa nostra. «I numeri (sulla diffusione della broadband, con il progetto Spring fibra di Vodafone in Italia che ha raggiunto il milione di case, destinate a triplicare nei prossimi mesi, ndr) confermano che siamo uno dei motori della nuova spinta. Quindi non cambiamo affatto strategia: l’abbiamo cambiata, a suo tempo, per poter essere fra gli attori di questa partita. Ora ci siamo e resteremo». E se arriverà l’Enel ? «Domanda da fare a loro. Vodafone lavora con l’operatore dell’elettricità in Irlanda. Felici di lavorare con l’Enel. Perché no ».
Reduce da incontri con il presidente del consiglio Matteo Renzi, il ceo di Vodafone, sfoggia un approccio pragmatico, dettato dalla volontà esplicita di partecipare a pieno titolo alla complessa mano sulla banda larga. In un mercato, quello italiano, che intanto si muove verso il consolidamento degli operatori mobile. Sul matrimonio più annunciato nella storia delle tlc – quello fra Wind e 3G – Vittorio Colao è secco. «Pare abbiano trovato un accordo sul ma- nagement, se troveranno anche quello finanziario sarà una buona cosa. Il mercato, sconvolto da offerte estremamente aggressive, troverà disciplina». Sul matrimonio di Vodafone, invece, ogni illazione si stempera nell’eterno «no comment» che si parli di Sky, come talvolta accade, o di altro. «In termini pratici –ha risposto Vittorio Colao agli analisti – noi guardiamo ad asset e guardiamo a Paesi. E se troviamo cose che hanno senso - si chiamino Liberty, Hellas on Line o in qualsiasi altro modo - le consideriamo. Se non ne troviamo proseguiamo con la nostra crescita organica».
I numeri gli danno ragione. L’Italia a fine aprile aveva 2,8 milioni di clienti 4G e l’85% di copertura del territorio («solo l’Olanda fa meglio», ha precisato Colao) e, come detto, marcia al galoppo nell’installazione dei cabinet per la banda larga. Il conto economico di Vodafone Italia fa segnare ricavi da servizi su base annua a meno 9,7% con l’ultimo trimestre che, però, si ferma a meno 3,7%, indice di un trend evidente anche sui numeri di gruppo. Nell’ultimo trimestre i ricavi da servizi di Vodafone plc hanno fatto segnare un +0,1%, in positivo dopo dieci “quarter” in rosso. Sull’anno, i ricavi da servizi sono calati dell’1,6%, mentre quelli di gruppo sono cresciuti del 10,1% a quota 42,2 miliardi di sterline. Ebitda a 11,9 miliardi di pound e dividendo in crescita del 2%.
«Assistiamo – ha commentato Vittiorio Colao – a una crescente stabilizzazione nei mercati europei sostenuti da una forte domanda di dati». Mentre l’India è il gigante su cui Vodafone si gioca il futuro con la crescita dei ricavi nell’anno appena chiuso sempre a doppia cifra, l’Europa resta la nota dolente, anche se molto meno del solito. Sulla Gran Bretagna, il mercato di casa, Vittorio Colao ha messo in guardia dai rischi legati al colosso che nascerà dalla fusione di Bt con EE, ovvero il maggior operatore di linea fissa e il maggior operatore mobile. I regolatori sono stati garbatamente invitati dal ceo, a tutelare la concorrenza. L’Italia migliora, come detto, sospinta anche dal crescente successo del business per le imprese, la Germania, invece, batte il passo oltre le aspettative degli analisti. Il ceo Jens SchulteBockum, ha lasciato proprio ieri l gruppo sull’onda di una contrazione dei ricavi da servizi del 3,1%, il triplo del trimestre precedente. Un dato, bocciato dal mercato, che ha contribuito a deprimere il titolo in caduta del 3,2% negli scambi del pomeriggio.
M&A Un altro «no comment» sulla possibilità di nozze con Sky: «Noi guardiamo ad asset e Paesi, valutiamo operazioni che hanno senso»