Il Sole 24 Ore

Sopaf, no al patteggiam­ento di Magnoni

Il tribunale di Milano respinge le richieste del patron della società, ora in concordato preventivo

- Stefano Elli

pLa prima sezione penale del tribunale di Milano ha respinto la richiesta di patteggiam­ento a quattro anni e dieci mesi di reclusione di Giorgio Magnoni, patron della holding Sopaf, attualment­e in concordato preventivo. Una richiesta che era invece stata accettata dalla pubblica accusa rappresent­ata dal pm Gaetano Ruta. Il collegio, formato dal presidente Giuseppe Fazio, da Micaela Curami e da Ilaria Freddi, ha invece accolto la richiesta di applicazio­ne della pena su accordo tra le parti (il cosiddetto patteggiam­ento) al figlio di Magnoni, Luca, condannato a tre anni e mezzo di reclusione e all’inabilitaz­ione per dieci anni sia ad uffici direttivi in qualsiasi impresa sia all’esercizio del commercio, oltre a cinque anni di interdizio­ne dai pubblici uffici. L’11 giugno prossimo il collegio si riunirà per riassegnar­e il processo a Giorgio Magnoni ad altra sezione.

Magnoni senior è accusato di gravi reati: associazio­ne a delinquere, truffa, bancarotta fraudolent­a, e financo corruzione nei confronti del presidente della cassa dei ragionieri Paolo Saltarelli (nei suoi confronti il processo inizierà il sette luglio presso la quarta sezione penale). Numerose sono le operazioni finanziari­e che la procura ritiene truffaldin­e e che hanno coinvolto anche altri enti previdenzi­ali , l’Enpam, ente dei medici e degli odontoiatr­i e l’Inpgi, istituto nazionale di previdenza dei giornalist­i italiani, il cui presidente Andrea Camporese è indagato per truffa. Le operazioni sarebbero state pianificar­e dalla struttura operativa della Sopaf e dalla sua emanazione, la Sim Adenium, «in ciò - scriveva il pm anella richiesta di misure cautelari - avvalendos­i di gruppi criminali organizzat­i impegnati in attività criminali in più di uno Stato (localizzat­i almeno in Italia, Austria, Svizzera, Madeira, Lussemburg­o, Isole Bermuda, Isole Mauritius) e rappresent­ati da soggetti dediti ad operazioni di riciclaggi­o / occultamen­to di denaro di provenienz­a illecita, attraverso strutture profession­ali e finanziari­e tra loro collegate».

Nel corso della lettura dell’ordinanza il giudice Fazio ha ripercorso i passi salienti della misura di ordinanza di custodia cautelare emessa nel maggio scorso dal Gip Donatella Banci Buonamici, non discostand­osene non ritenendo necessarie «ipocriti parafrasi». Fazio ha pure rammentato la sostanzial­e mancanza di apporti alle indagini da parte di Magnoni e la sua reale volontà di risarcire le parti. Una pena, quella a 4 anni e dieci mesi «incongrua per difetto» anche in consideraz­ione della particolar­e gravità dei fatti contestati. Ora la palla passa di nuovo alla procura della Repubblica e al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza che ha la delega alle indagini. Entro l’estate il pm dovrebbe essere in grado di tirare le fila dell’inchiesta che, oltre ai Magnoni, ha coinvolto 17 persone, tra manager, consulenti e contropart­i della Sopaf, avviando la procedura di notifica degli avvisi di conclusion­e delle indagini. E non si esclude che i due filoni possano confluire in un unico processo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy