Goldman Sachs prevede ampi ribassi entro ottobre Petrolio in forte calo, pesano dollaro al top e offerta elevata
A livelli record la produzione in Arabia Saudita
pResta sempre a livelli molto elevati la tensione sui mercati petroliferi, con i prezzi del barile sempre soggetti ad ampi sbalzi. Ieri, dopo i rialzi di lunedì, i prezzi del petrolio hanno così ingranato la retromarcia. E sia il Brent che il Wti hanno perso oltre due dollari al barile scendendo rispettivamenteversolesogliedei64edei57 dollari. A pesare sulle quotazioni ieri hanno contribuito soprattutto il rafforzamento del dollaro e i timori di un ulteriore ampliamento dell’offerta in Medio Oriente nonostante i conflitti armati in Libia, Siria,Yemen e Iraq. Giusto ieri è giunta la notizia che l’export dell’Arabia Saudita è salito ai massimi da circa un decennio a fronte di una produzione sempre in progresso. In marzo - ha dichiarato Ali al-Naimi, ministro locale per il petrolio - il regno ha estratto al ritmorecorddi10,3milionidibarilial giorno (il precedente primato era stato stabilito nell’agosto 2013 a quota 10,2 mbg). Le vendite saudite sono quindi salite a 7,898 milioni di barili al giorno, contro i 7,350 mbgdelmeseprecedente.Èquanto si legge su rapporto ufficiale delle autorità di Riad, Joint Organizations Data Initiative (Jodi), che inoltre ha rassicurato i mercati per quanto riguarda la stabilità dell’offerta sulla scia dei conflitti nello Yemen e in Iraq . Commenti simili sono arrivati anche da Carsten Fritsch, analista alla Commerzbank: «I timori che i combattimenti in questi due ultimi Paesi possano frenare le estrazioni di greggio nell’area hanno favorito previsioni assai “prudenti”. Il tutto, almeno per ora, appare esagerato, visto che la produzione nella regione è in continua crescita».
Nell’area tuttavia la situazione è sempre molto difficile soprattutto per la popolazione. Basti pensare che ieri le autorità irachene hanno deciso di aprire le porte di Baghdad ai 25mila civili iracheni fuggiti da Ramadi, capoluogo della provincia di al-Anbar, caduta domenica scorsa nella mani delloStatoIslamico(Is).Quest’ultimo inoltre si sta rafforzando sempre più in Libia. Dalla Siria,
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