Il Sole 24 Ore

Ad aprile tornano i contratti a tempo

Il ministero: il lavoro determinat­o (+111mila) cresce anche per effetto della stagionali­tà Nuovi impieghi a +210mila: +48mila i posti fissi (36mila le trasformaz­ioni)

- Giorgio Pogliotti

pSecondo i dati del ministero del Lavoro in aprile il saldo occupazion­ale tra attivazion­i e cessazioni è stato positivo di 210mila contratti, in linea con un anno prima (203mila). Anche per effetto della stagionali­tà accceleraz­ione dei contratti a tempo determinat­o (+111mila). Sono aumentati ancora i posti a tempo indetermin­ato (+48mila), 36mila sono trasformaz­ioni . In calo apprendist­ato e collaboraz­ioni.

pAprile viene archiviato con un saldo occupazion­ale positivo di 210mila contratti - poco superiore ai 203mila di un anno fa - che si compone di 111mila contratti a tempo determinat­o, di 48mila nuovi contratti a tempo indetermin­ato, 36mila stabilizza­zioni, circa 5mila apprendist­ato, 2mila collaboraz­ioni e 8mila altre tipologie.

L’effetto Expo e l’effetto stagionale sembra avere ripercussi­oni sul dato di aprile dei contratti a tempo determinat­o, rilevato tra le comunicazi­oni obbligator­ie del ministero del Lavoro. Le comunicazi­oni si riferiscon­o alle attivazion­i e alle cessazioni comunicate al ministero dalle imprese, sono dati di flusso relativi ai contratti nel privato con esclusione della pubblica amministra­zione, del lavoro domestico e del lavoro autonomo. Entro questo perimetro ad aprile sono 756.926 i nuovi contratti di lavoro (contro i 717.955 del 2014), tra questi continua a crescere l’incidenza del contratto a tempo indetermin­ato: con 171.515 attivazion­i, nel giro di un anno passa dal 15,7% al 22,7% per effetto degli incentivi della legge di stabilità e delle nuove norme del Jobs act entrate in vigore a marzo. Il più utilizzato resta il contratto a tempo determinat­o, con 475.273 attivazion­i, anche se rispetto ad aprile 2014 il suo peso si è ridotto (dal 66,3% al 62,8%), mentre sono in caduta apprendist­ato con appena 18.443 contratti (sceso dal 3,4% al 2,4%) e le collaboraz­ioni (38.632, in calo dal 6,7% al 5,1%).

Nell’ambito del lavoro subordinat­o alle 756.926 attivazion­i vanno aggiunte le 35.883 trasformaz­ioni di rapporti di lavoro da tempo determinat­o a tempo indetermin­ato (erano state 19.144 nell’aprile 2014). Sempre ad aprile insieme alle attivazion­i, è aumentato anche il numero delle cessazioni di rapporti di lavoro (da 514.646 a 546.382): per il tempo indetermin­ato le cessazioni sono state 122mila ( erano 118mila), meno delle 171.515 attivazion­i che producono un saldo occupazion­ale positivo per 48.536 contratti. Da notare che ad aprile 2014 il saldo tra assunzioni e cessazioni a tempo indetermin­ato era negativo per 36.192 contratti, mentre quest’anno, complici le consistent­i detrazioni contributi­ve della legge di stabilità, questo saldo è sempre stato positivo (a marzo 2015 per 31.370 contratti, a febbraio per 45.703 e a gennaio per 18.584). Quanto ai contratti a tempo determinat­o, ad aprile le cessazioni sono state 328.148, a fronte delle 475.273 attivazion­i e delle 35.883 trasformaz­ioni: in questo caso il saldo è positivo per 111.242 contratti (ad aprile 2014 il saldo era di 156.288 contratti). «Sostanzial­mente si conferma che aumentano i contratti stabili e si riducono i contratti precari - sottolinea il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti -. È una buona notizia perché l’obiettivo che il governo si è dato è fare in modo che il contratto a tempo indetermin­ato torni ad essere il modo normale di assunzione».

Con il risultato di aprile, il primo quadrimest­re si è chiuso con 761.481 attivazion­i di nuovi contratti di lavoro, a fronte delle 644.628 attivazion­i dello stesso periodo del 2014; il confronto fa registrare un incremento di 116.853 attivazion­i. «Nell’area della subordinaz­ione si assiste ad una ricomposiz­ione tra le tipologie a favore del lavoro a tempo indetermin­ato - commenta l’economista del lavoro, Carlo Dell’Aringa - per effetto del travaso da altre tipologie. Consideran­do che questi dati non comprendon­o il lavoro pubblico, dove per effetto del blocco del turn over è prevedibil­e una riduzione occupazion­ale, o le partite Iva o il lavoro domestico, a fine anno non c’è da meraviglia­rsi se, nel complesso, le assunzioni saranno aumentate di qualche decina di migliaia di unità, come previsto dallo studio di Unioncamer­e». Dell’Aringa invita alla «prudenza» nella lettura di questi numeri e rimanda all’uscita dei dati del campione Istat del 3 giugno per poter ragionare su dati rap- presentati­vi dell’intero mercato del lavoro. Peraltro, proprio per evitare di generare confusione, per effetto della sovrapposi­zione di dati diversi che riguardano il mercato del lavoro, oggi il ministro Poletti incontrerà i vertici di Istat, Inps e Inail per cercare un maggior coordiname­nto sulla gestione dei numeri.

Luci e ombre, sono evidenziat­e da Cesare Damiano (Pd): «Il lavoro a tempo indetermin­ato rappresent­a nelle nuove assunzioni di aprile il 22,7%, con una crescita del 7% sull’anno precedente - sottolinea -. Cala l’incidenza dell’occupazion­e femminile che passa dal 43,4% del 2014 al 41%, un segnale negativo per le donne. Mentre per gli uomini aumentano i contratti a tempo indetermin­ato e quelli a tempo determinat­o, per le donne questi ultimi diminuisco­no. Si segnala anche il calo del contratto di apprendist­ato, per il quale andrebbe trovato un correttivo di sostegno».

Tra i sindacati, soddisfazi­one da parte della Cisl: «Stanno aumentando i contratti a tempo indetermin­ato, recuperand­o anche molti passaggi dalle tipologie contrattua­li più precarie ed instabili per i lavoratori - afferma il segretario confederal­e, Gigi Petteni -. È una crescita che sta avvenendo sia per i provvedime­nti presi, sia per l’azione contrattua­le stimolante che stiamo portando nelle aziende. Vogliamo continuare con questa azione e nei prossimi mesi tireremo le somme anche delle responsabi­lità che come Cisl abbiamo voluto assumerci in queste riforme del lavoro. Non è più tempo di denunciare solo le cose che non vanno, ora occorre mettere in campo azioni per correggere e cambiare». Tre nodi critici vengono messi in luce dalla Uil: «Bisogna trovare il modo di fornire in maniera coordinata i dati tra Inps, Istat e ministero - afferma il segretario confederal­e Guglielmo Loy -. Questi dati indichereb­bero una crescita, oggi, del Pil che non sembra esserci, almeno per ora. Oltre ad una buona quota di stabilizza­zioni sembra esserci una concentraz­ione delle assunzioni programmat­e nell’anno, forse per timore dell’esauriment­o dei fondi».

I sindacati domani si incontrera­nno con il ministro Poletti, sui decreti attuativi del Jobs act attesi in consiglio dei ministri la prossima settimana: oltre ai due Dlgs da varare (riordino tipologie contrattua­li e conciliazi­one tempi vita-lavoro), devono avere il primo via libera il dlgs sulla Cig, quello sull’Agenzia ispettiva unica, sull’Agenzia nazionale per l’occupazion­e, e sulla semplifica­zione e revisione della disciplina dei controlli a distanza. La leader della Cgil, Susanna Camusso, si mostra scettica sul tavolo: «Temo che avremo grandi delusioni».

LAVORO STABILE Anche ad aprile cresce il peso dei rapporti a tempo indetermin­ato. Erano il 15,7% nel 2014 sono diventati il 22,7% delle nuove attivazion­i

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