L’export extra Ue corre (+12,2%) sotto la spinta degli Usa Riparte anche l’import
Nel primo quadrimestre del 2015 il record assoluto di ricavi: oltre 60 miliardi
pIniziamo dalla cattive notizie, per una volta si fa prima. Perché la frenatadellevenditedimadeinItaly in Giappone e in Russia è davvero l’unica nota stonata all’interno di una partitura quasi perfetta, con l’exportextra-Uediaprileadinanellare il secondo mese consecutivo di crescita a doppia cifra (+12,2%), producendo nel primo quadrimestre dell’anno il record storico assoluto diricaviperlenostreimprese: oltrei 60 miliardi di euro. Un progresso di oltre 4 miliardi rispetto allo scorso anno,dipiùdi20seilconfrontoècon il punto di minimo del 2009.
“L’aiutino” in realtà c’è, con un calendario 2015 più favorevole, ma la giornata lavorativa in più di aprile 2015 (l’Istat stima un contributo alla crescita di 2,8 punti) non sposta il senso della statistica. Che mediamente indica bel tempo. Lo scatto annuo del 12,2% non è infatti influenzato, come a marzo, da vendite straordinarie di navi. Commesse “monstre” ma per definizione una-tantum, il che spiega il -2% nel dato mensile destagionalizzato, provocato proprio dal settore dei beni strumentali.
Più corretto , dunque, concentrarsi sulla crescita annua , che appare solida perché corale nelle sue componenti geografiche e settoriali, con uno spunto che lievita al 13% eliminando dal calcolo l’ener- gia. L’effetto-turbo viene ancora una volta dagli Stati Uniti, in crescita nel mese del 36,4%, risultato che sfiorai39puntidiguadagnonelprimo quadrimestre. In quattro mesi, grazie anche alla ritrovata competitività dell’euro, Washington ha assorbito merci per 12 miliardi di euro, 3,3 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La buona notizia, però, è la presenza nel mese di numerose aree in crescita a doppia cifra, a partire dal- la Cina (+17,9%), con il risultato di riportare finalmente in attivo il bilanciodegliacquistidiPechinodall’inizio dell’anno. Scatto robusto anche per Medio Oriente e India, con performance positive, seppuremenobrillanti, ancheperAmerica centro meridionale, Africa, Svizzera e Turchia. Gli unici segni meno, come detto, sono per Giappone (-6,6%) e Russia, con Mosca ancora alle prese con la caduta del potere d’acquisto interno e con gli effetti delle tensioni con l’Ucraina. Gli acquisti di made in Italy ad apri- le cedono il 29,5%, esattamente in linea con i dati dei tre mesi precedenti. Il che significa che tra gennaio e aprile le nostre aziende hanno lasciato sul campo a Mosca oltre 900 milioni di euro. Commesse comunque più che compensate dalla crescita degli altri paesi, che spaziano tra beni di consumo (+13,1%), beni intermedi (+15,7%) e strumentali (+10,9%), a conferma di un progresso diffuso e non episodico.
Laripresadelciclodiinvestimenti da parte delle imprese e di acquisti delle famiglie è visibile ad aprile nei dati delle importazioni, in crescita del 6,3% su base annua, secondo rialzo consecutivo. Un dato in parte alimentato dalla risalita del dollaro, con l’import dagli Usa non a caso in crescitadiquasi30punti,echetuttavia si rafforza escludendo dal calcolo l’energia: +14,2%, con una crescita quasi doppia per i beni strumentali. Crescita rilevante ma non sufficiente a frenare la corsa della nostra bilanciacommerciale,inprogressoad aprile di quasi un miliardo rispetto allo stesso mese del 2014.
Nel primo quadrimestre l’avanzo sfiora i nove miliardi, quasi quattroinpiùrispettoal2014:conuncontributo determinante della bolletta energetica più “leggera” (3,4 miliardi di saldo aggiuntivo) e naturalmentedegliacquistidiWashington, in grado di offrire in quattro mesi un contributoaggiuntivodi2,5miliardi.
L’ANALISI DEI DATI Gli unici segni negativi sono per Giappone e Russia; il risveglio dell’import conferma la ripresa del ciclo di investimenti