Il Sole 24 Ore

Il Tesoro mette in asta oltre 13 miliardi di titoli

- Andrea Franceschi

pDifficile fare affidament­o sulla seduta a liquidità zero di ieri per dire se l’allarme di Atene sul default imminente ha avuto e avrà l’effetto di contagiare anche gli altri titoli di Stato della Periferia dell’area euro. Con gli scambi chiusi negli Usa e in mezza Europa per la festività del Memorial Day i rendimenti dei bond governativ­i hanno avuto un andamento estremamen­te anomalo. Di certo l’ammissione esplicita di ciò di cui tutti o quasi erano consapevol­i, e cioè che non ci sono più soldi nelle casse di Atene, non è una notizia che lascia indifferen­ti. Per misurare l’impatto sui mercati in maniera più attendibil­e tuttavia bisognerà attendere il responso della seduta di oggi e in quelle dei prossimi giorni.

Una cosa è certa: dell’incertezza sulla crisi greca il Tesoro italiano, che oggi inaugura una fitta tornata di aste, ne avrebbe volentieri fatto a meno. Per stamattina è atteso il collocamen­to di CTz con scadenza febbraio 2017 per un ammontare compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro e BTp indicizzat­i all’inflazione europea con scadenza 2023 e 2026 per un minimo di 500 milioni e un massimo di un miliardo di euro. Domani sarà poi la volta del BoT semestrale da cui il Tesoro punta a raccoglier­e 6 miliardi di euro. Giovedì infine sarà la giornata clou con il test di BTp a 5 e 10 anni e CCTeu con scadenza 2022. Per il quinquenna­le è previsto un collocamen­to da 2 a 2,5 miliardi di euro mentre per il decennale la forbice è tra 1,75 e 2,25 miliardi di euro.

Nel complesso questa i l Tesoro punta a raccoglier­e oltre 13 miliardi di euro, cifra che vale il 70% delle aste pre- viste questa settimana.

L’incertezza sulla crisi greca condizione­rà negativame­nte la capacità dello Stato italiano di rifinanzia­rsi? Difficile a dirsi ma certo è opinione abbastanza diffusa che gli eventuali problemi derivanti da Atene dovrebbero essere controbila­nciati dall’effetto del Quantitati­ve easing della Bce. La scorsa settimana il banchiere centreale Benoit Couret ha detto che l’Eurotower aumenterà l’ammontare di acquisti mensili di titoli tra maggio e giugno per evitare di dover far fronte a impegni troppo gravosi in mesi solitament­e poco “liquidi” come luglio e agosto. Gli analisti di Unicredit si aspettano un incremento medio del 10% dell’attività della Bce nei prossimi due mesi. Se nel lungo termine questa decisione tecnica non dovrebbe cambiare più di tanto l’anda- mento dei mercati obbligazio­nari europei, nel breve - stimano gli analisti della banca italiana - l’impatto dovrebbe essere positivo sul mercato secondario e, di riflesso anche sulle aste.

La Grecia resta comunque una spada di Damocle non indifferen­te. Visti i precedenti i mercati dovrebbero averci fatto il callo a vedere Atene sull’orlo del baratro e sempre salvata in extremis. Il problema è che oggi le posizioni tra le parti, nonostante trattative che vanno avanti da mesi, restano inconcilia­bili. Con le casse di Atene inesorabil­mente vuote il rischio di un’uscita accidental­e dall’euro si fa sempre più concreto. Resta da capire se si tratta di un rischio gestibile o se, minando la fiducia nell’irreversib­ilità dell’euro, finirà col risvegliar­e fantasmi del passato.

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