Il Tesoro mette in asta oltre 13 miliardi di titoli
pDifficile fare affidamento sulla seduta a liquidità zero di ieri per dire se l’allarme di Atene sul default imminente ha avuto e avrà l’effetto di contagiare anche gli altri titoli di Stato della Periferia dell’area euro. Con gli scambi chiusi negli Usa e in mezza Europa per la festività del Memorial Day i rendimenti dei bond governativi hanno avuto un andamento estremamente anomalo. Di certo l’ammissione esplicita di ciò di cui tutti o quasi erano consapevoli, e cioè che non ci sono più soldi nelle casse di Atene, non è una notizia che lascia indifferenti. Per misurare l’impatto sui mercati in maniera più attendibile tuttavia bisognerà attendere il responso della seduta di oggi e in quelle dei prossimi giorni.
Una cosa è certa: dell’incertezza sulla crisi greca il Tesoro italiano, che oggi inaugura una fitta tornata di aste, ne avrebbe volentieri fatto a meno. Per stamattina è atteso il collocamento di CTz con scadenza febbraio 2017 per un ammontare compreso tra 1,5 e 2 miliardi di euro e BTp indicizzati all’inflazione europea con scadenza 2023 e 2026 per un minimo di 500 milioni e un massimo di un miliardo di euro. Domani sarà poi la volta del BoT semestrale da cui il Tesoro punta a raccogliere 6 miliardi di euro. Giovedì infine sarà la giornata clou con il test di BTp a 5 e 10 anni e CCTeu con scadenza 2022. Per il quinquennale è previsto un collocamento da 2 a 2,5 miliardi di euro mentre per il decennale la forbice è tra 1,75 e 2,25 miliardi di euro.
Nel complesso questa i l Tesoro punta a raccogliere oltre 13 miliardi di euro, cifra che vale il 70% delle aste pre- viste questa settimana.
L’incertezza sulla crisi greca condizionerà negativamente la capacità dello Stato italiano di rifinanziarsi? Difficile a dirsi ma certo è opinione abbastanza diffusa che gli eventuali problemi derivanti da Atene dovrebbero essere controbilanciati dall’effetto del Quantitative easing della Bce. La scorsa settimana il banchiere centreale Benoit Couret ha detto che l’Eurotower aumenterà l’ammontare di acquisti mensili di titoli tra maggio e giugno per evitare di dover far fronte a impegni troppo gravosi in mesi solitamente poco “liquidi” come luglio e agosto. Gli analisti di Unicredit si aspettano un incremento medio del 10% dell’attività della Bce nei prossimi due mesi. Se nel lungo termine questa decisione tecnica non dovrebbe cambiare più di tanto l’anda- mento dei mercati obbligazionari europei, nel breve - stimano gli analisti della banca italiana - l’impatto dovrebbe essere positivo sul mercato secondario e, di riflesso anche sulle aste.
La Grecia resta comunque una spada di Damocle non indifferente. Visti i precedenti i mercati dovrebbero averci fatto il callo a vedere Atene sull’orlo del baratro e sempre salvata in extremis. Il problema è che oggi le posizioni tra le parti, nonostante trattative che vanno avanti da mesi, restano inconciliabili. Con le casse di Atene inesorabilmente vuote il rischio di un’uscita accidentale dall’euro si fa sempre più concreto. Resta da capire se si tratta di un rischio gestibile o se, minando la fiducia nell’irreversibilità dell’euro, finirà col risvegliare fantasmi del passato.