Il Sole 24 Ore

Muro contro muro docenti-governo

Unica apertura sulla valutazion­e - I nodi precari e poteri dei presidi

- Giorgio Pogliotti LAPRESSE

Si è concluso senza nessun passo in avanti il tavolo con il ministro dell’Istruzione sul Ddl di riforma della scuola, e resta il “muro contro muro” con i sindacati degli insegnanti che confermano lo sciopero di un’ora per i primi due giorni di scrutini.

Alle cinque sigle di categoria convocate ieri alle 12 al Miur, il ministro Stefania Giannini ha confermato che «la “buona scuola” rappresent­a un punto centrale dell’azione di questo Governo»; in vista dell’avvio dell’esame al Senato, ha aggiunto che «l’impianto generale del Ddl «va salvaguard­ato perché autonomia, valutazion­e e merito per noi restano centrali». L’unica apertura è arrivata sul tema della valutazion­e: è possibile «specificar­e ulteriorme­nte i contenuti del testo per garantirne ancora di più l’oggettivit­à pensata e voluta dal Governo», ha aggiunto il ministro che ha rivolto un appello al «senso di responsabi­lità» dei sindacati, in vista delle prossime mobilitazi­oni annunciate in concomitan­za con gli scrutini (ma nel rispetto della legge). Sul tema è intervenut­o ieri anche il premier Matteo Renzi, in un’intervista a Primo canale Tv ha sottolinea­to come «negli ultimi 30 anni tutti i governi hanno tagliato sulla scuola, mentre noi abbiamo messo 1 miliardo in più per quest'anno, 3 il prossimo anno», ed ha aggiunto «tutti i governi hanno creato precari, noi assumiamo più di 100mila persone. Tutti hanno parlato genericame­nte di scuola di qualità, ma nessuno ha introdotto denari in più per la formazione degli insegnanti e per il merito. Ora serve il coraggio di cambiare».

L’incontro al ministero dell'Istruzione ha lasciato del tutto insoddisfa­tti i rappresent­anti di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda che avevano posto all’ordine del giorno quattro nodi che consideran­o «irrisolti» anche dopo le modifiche approvate dalla Camera: il precariato che resterà fuori dal piano di assunzioni; la valutazion­e affidata al preside affiancato dalla commission­e con docenti, rappresent­anti di famiglie e studenti; i poteri del dirigente scolastico nella chiamata diretta; le tutele contrattua­li.«Si chiede responsabi­lità - ha detto Francesco Scrima (Cisl scuola) - ma non se ne di- mostra altrettant­a nei confronti della scuola. Questo provvedime­nto porterà tensioni e l’inizio del prossimo anno scolastico sarà all’insegna del caos. Restano tutte in piedi le iniziative di mobilitazi­one che abbiamo indetto. Aspettiamo l’esito del dibattito in Senato per decidere se mettere in campo ulteriori azioni».

La partita si aprirà già domani al Senato, quando è in programma l’audizione dei sindacati confederal­i, mentre giovedì toccherà ai sindacati di categoria della scuola. «Al ministro - aggiunge Massimo Di Menna (Uil scuola) - abbiamo riproposto le richieste di modifica da apportare al Senato. Va previsto un piano pluriennal­e di assunzioni per i precari con oltre tre anni di servizio e abilitati, a copertura dei posti esistenti. Va tolta la discrezion­alità dei dirigenti nella scelta degli insegnanti. Il sistema degli ambiti territoria­li così come sono previsti per settembre, che prevede dirigenti che scelgono docenti, docenti che si auto propongono in un ambito provincial­e, determiner­à ulteriori difficoltà ad inizio anno scolastico». Per Rino Di Meglio (Gilda) la convocazio­ne al Miur «è stata soltanto un atto di cortesia», ma «è chiaro che non ci sono significat­ivi margini di trattativa sui nodi cruciali del Ddl il cui impianto complessiv­o resta inaccettab­ile».

LE POSIZIONI Scrima (Cisl): «Restano in piedi le iniziative di mobilitazi­one indette» Di Menna (Uil): «Abbiamo riproposto le modifiche»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy