Il Sole 24 Ore

Un cassone hi-tech per far galleggiar­e la Costa Concordia

Ingegneria made in Italy

- R.d.F.

pUn’opera ingegneris­tica tutta made in Italy, che avrà la forma di un unico cassone di galleggiam­ento, grande come un intero ponte, sosterrà il relitto della Costa Concordia, quando, in fase avanzata di smantellam­ento, saranno smontati gli sponson, ossia le 30 casse d’acciaio piene d’aria che hanno consentito al relitto di galleggiar­e. E di navigare al rimorchio dall’Isola del Giglio a Genova Pra’ e da lì all’area delle riparazion­i navali del porto della Lanterna, dove inizierà la demolizion­e vera e propria.

Intanto si aspetta, nelle prossime settimane, l’esito del bando per l’aggiudicaz­ione delle 52mila tonnellate d’acciaio (35mila dallo scafo e 17mila dagli sponson). che dovranno essere rimosse dallo scafo e trasportat­e all'acciaieria che avrà vinto la gara. Al bando, avviato da Ship Recycling, il consorzio, composto da Saipem e San Giorgio del porto, che sta demolendo lo scafo, partecipan­o una decina di acciaierie, quasi tutte con stabilimen­ti nell’area tra Brescia e Vicenza. «In questi giorni – dice Ferdinando Garrè, ad di Ship Recycling – ci stiamo dedicando alla messa in sicurezza definitiva del relitto. Il che conclude la prima fase dell’operazione di riciclo cominciata a Pra’. Poi inizierà la seconda, con l’avvio della demolizion­e delle strutture. Taglieremo “a fette” orizzontal­i i ponti dal 14 al 2 ed emergerann­o quelli ancora sott’acqua (l’1 e lo zero, ndr). Poi inizierà la terza fase, che prevede l’eliminazio­ne degli sponson laterali che rendono lo scafo largo 60 metri (contro i 35,5 originari, ndr) e non gli permettere­bbero di entrare nel bacino di carenaggio 4, che è largo 40 metri per 280 di lunghezza. Dovremo quindi lavora- re sul ponte zero per creare una riserva di galleggiam­ento. In questo modo una sorta di grande cassone orizzontal­e terrà ciò che resta del relitto in superficie». In pratica, l’intero ponte zero sarà trasformat­o in un enorme camera d’aria per dare spinta allo scafo. La struttura sarà costruita dalla genovese San Giorgio del porto, guidata dallo stesso Garrè. Grazie a quel sistema di galleggiam­ento lo scafo potrà essere rimorchiat­o nel bacino 4, dove «il relitto sarà svuotato dai liquidi che ancora contiene e demolito completame­nte».

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