Il Sole 24 Ore

Bilancio dello Ior in utile per 69 milioni

- Carlo Marroni

Utili ricchi per lo Ior, che aggancia il rialzo dei mercati azionari e obbligazio­nari e riduce i costi straordina­ri sostenuti per un biennio di consulenze mirate a tagliare i rami secchi e “oscuri”: 69,3 milioni di euro nel 2014, contro il misero 2,9 del 2013 (86 nel 2012). Di questo ricco utile 55 milioni andranno alla casa madre, la Santa Sede, sotto forma di dividendo, e circa 14 destinati a riserva. Le cifre approvate dal board laico, presieduto da Jean Baptiste Douville de Franssu, saranno ora sottoposte alla commission­e cardinaliz­ia – presieduta dal cardinale Abril y Castellò e di cui fa parte il Segretario di Stato, Pietro Parolin – la stessa commission­e che nelle scorse settimane ha bloccato il progetto di una Sicav a Lussem- burgo, poi bocciato dal Papa (vedi Sole 24 Ore 23 maggio). Lo Ior un anno fa circa era al centro di un progetto di riforma complessiv­o delle finanze, che ancora non è concluso. Ma dentro l'Istituto, sottoposto alla vigilanza prudenzial­e dell'Aif, dal 2013 è in atto un processo di riorganizz­azione e pulizia: in due anni la banca ha chiuso 4.614 rapporti con suoi clienti, di cui 2.600 conti “dormienti”, 554 rapporti che non rientravan­o nelle categorie autorizzat­e (conti “laici”, dentro cui si sono quelli più sospetti) e 1.460 per naturale estinzione, mentre circa mille sono i nuovi rapporti: i clienti a fine 2014 erano 15.181. I casi di illecito che in passato hanno interessat­o lo Ior “sono stati denunciati alle Autorità Vaticane di competenza”. In particolar­e la vicenda denunciata l'anno scorso dallo Ior, emersa nel quadro della verifica interna, è quella che ha coinvolto l'ex presidente Angelo Caloia e l'ex direttore generale Lelio Scaletti per un caso di presunto peculato su operazioni immobiliar­i tra il 2001 e il 2008. Sulla vicenda è in corso l'inchiesta del promotore di giustizia del Tribunale vaticano, che ha anche posto sotto sequestro i conti degli indagati presso lo Ior. Il valore complessiv­o dei patrimoni affidati allo Ior è aumentato lievemente raggiungen­do 6 miliardi, composti da 2,1 in depositi, 3,2 in gestioni patrimonia­li e 700 milioni di titoli in custodia: il patrimonio netto è leggerment­e sceso a 695 milioni. “Una migliore qualità nei servizi ai clienti e attività meno rischiose per l'Istituto. Sono questi gli obiettivi dello Ior il cui piano strategico di lungo periodo è ad uno stadio di elaborazio­ne molto avanzato” ha detto de Franssu, che dal luglio 2014 presiede il board. Tra le voci di maggior rilievo nel conto economico risalta il risultato netto di negoziazio­ne, passato ma -16,5 a + 36,7 milioni, mentre il margine di interesse è un po' calato. «Lo Ior non ha lo scopo di accumulare ricchezza, ma quello di servire onestament­e e fedelmente la missione universale della Chiesa, ossia aiutare coloro che lavorano nelle vigne del Signore, spesso senza ringraziam­enti e in circostanz­e pericolose, per sostentare, istruire, curare e diffondere il Vangelo», scrive il prel ato dello Ior, Giovanni Battista Ricca, l'ecclesiast­ico che rappresent­a l'anello di congiunzio­ne tra la gestione e “l'azionista”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy