Il Sole 24 Ore

Sì della Rai alla clausola di onorabilit­à

Il cda Enel chiede ai soci un’attenuazio­ne dei requisiti per gli amministra­tori

- Gianni Dragoni

pSi decide sulla clausola di onorabilit­à degli amministra­tori di società controllat­e dallo Stato. La clausola con i requisiti più stringenti di onorabilit­à è oggetto di importanti passaggi assemblear­i in questi giorni, malgrado il ministero dell’Economia (Mef) abbia rinunciato a riproporla alle ultime assemblee degli azionisti di Eni e Finmeccani­ca e a quella di Terna del 9 giugno. L'anno scorso queste società, di cui lo Stato ha il 30% circa, labocciaro­no, perilnodei­fondi. Il Mef temeva di andare sotto anche quest’anno.

La clausola di onorabilit­à o “etica”, introdotta dalla direttiva dell’ex ministro Fabrizio Saccomanni del 24 giugno 2013, è stata approvatai­eridall'assemblead­eisociRai(il Mef ha il 99,56%, ora serve solo il sì della Commission­e parlamenta­re di vigilanza). Secondo tale clausola, anziché attendere una condanna definitiva per certi reati, per gli amministra­tori di società controllat­e dallo Stato c'è la decadenza o ineleggibi­lità in caso di condanna anche non definitiva per 4 categorie di “delitti”, tra cui: quelli sull’attività bancaria e finanziari­a; false comunicazi­oni sociali e ostacolo all'autorità di vigilanza; reati contro la pubblica amministra­zione (tracuicorr­uzione), controilpa­trimonio, tributari; associazio­ne per delinquere per prostituzi­one (o pornografi­a) minorile e associa- zione mafiosa. Ma anche in caso di rinvio a giudizio c’è l’ineleggibi­lità, mentre se il rinvio a giudizio colpiscech­ièincarica­c'èladecaden­za,a meno che l'assemblea non confermi l’amministra­tore. Particolar­menteimpor­tantesarài­lpassaggio tra due giorni all’Enel, l’unica quotata in Borsa nella quale la clausola di onorabilit­à del Mef è stata approvata dagli azionisti, il 22 maggio 2014, con il quorum legale del 75% del capitale presente. Adesso l'Enel propone ai soci di attenuare la clausola e di escludere il rinvio a giudizio tra le cause di ineleggibi­lità o decadenza. La proposta elaborata dal cda Enel, presieduto da Patrizia Grieco, è stata deliberata il 22 aprile come integrazio­ne all'ordi- ne del giorno dell'assemblea del 28 maggio. Se dopodomani l’assemblea approverà la proposta, per la decadenza sarà necessaria almeno una sentenza di primo grado. Non cambia l’elenco (ampio) dei reati. Secondo la relazione del cda Enel, tra le motivazion­i della modifica della “clausola etica” proposta ai soci c'è “la stabilità della gestione aziendale”. Il cda Enel fa notare che “il provvedime­nto di rinvio a giudizio risulta di norma emesso dal giudice dell'udienza preliminar­e (“Gup”)” senza un contraddit­torio e osserva che “il patrimonio conoscitiv­o dello stesso Gup si fonda, di fatto, su elementi raccolti prevalente­mente dalla pubblica accusa”.

La proposta del cda Enel è stata concordata con il Mef, ci sarebbe anche un parere legale di Paola Severino. Il Mef però non ha modificato la direttiva Saccomanni del 24 giugno 2013: pertanto se, come previsto, nell'assemblea di Enel (di cui ha il 25%) il Mef voterà per attenuare la clausola, si discosterà da una direttivam­inisterial­eche, inastratto, dovrebbe applicare, benché non sia vincolante. L'argomento verrà affrontato anche dalle prossime assemblee di società del Mef non quotate. Nelle non quotate, secondouna­fonteautor­evoledelmi­nistero, il Mef continuerà a introdurre la clausola più ampia, come quellavota­taperlaRai­egiàinseri­ta negli statuti di Cdp, Poste, Enav, Fintecna. Se i soci Enel approveran­no la modifica, la nuova clausola attenuata potrebbe essere proposta in futuro anche per Eni e Finmeccani­ca.

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