Il Sole 24 Ore

Testo unico per le crisi d’impresa

La legge del 1942 sarà riscritta per dar vita a un provvedime­nto che comprender­à anche le misure speciali Prima versione entro l’estate - Revisione per la bancarotta - Il nodo del concordato

- Giovanni Negri

pAddio legge fallimenta­re, arriva il testo unico dell’insolvenza. Al lavoro per rivedere tutta la disciplina delle crisi d’impresa c’è la commission­e del ministero della Giustizia, presieduta dal presidente di sezione della Cassazione ed ex commissari­o Consob, Renato Rordorf. Il punto sulle prospettiv­e di riforma è stato fatto all’incontro di giudici delegati e pubblici ministeri svoltosi a Venezia nello scorso fine settimana. Lo stesso Rordorf, in un garbato, ma fermo intervento ha prima misurato l’ampiezza dell’intervento, una riscrittur­a complessiv­a di tutta la disciplina delle crisi d’impresa per abbandonar­e una legge che comunque, anche se in parte è un dato solo formale, risale al 1942, e poi ribadito alcune condizioni.

Un Testo unico quindi che comprenda anche le discipline speciali dell’amministra­zione straordina­ria, con le ulteriori declinazio­ni della Prodibis e della Marzano, ma senza dimenticar­e, ha ricordato Rordorf, che, anche se non espressame­nte previsto nelmandato della commis -sione, una revisione della disciplina penale, con le varie fattispeci­e di bancarotta, dopo avere riscritto quella civilistic­a sarà inevitabil­e.

L’intervento dovrà quindi essere organico, per restituire armonia a una disciplina che è stata più volte toccata in questi anni. E su questo punto il nodo da sciogliere è anche politico. Perché sottotracc­ia alla riflession­e veneziana c’è stata la consapevol­ezza di nuovi interventi settoriali in prepara- zione tra presidenza del Consiglio e Mef. Soprattutt­o su quest’ultimo fronte le anticipazi­oni sono per l’arrivo ( in un decreto legge?) di misure che attenuereb­bero, attraverso un’estensione dell’area della prededucib­ilità, l’emergenza sofferenze per i crediti delle banche. Rordorf ha tuttavia fatto presente come il varo di nuove misure, mentre la commission­e è al lavoro per una riforma complessiv­a, rappresent­erebbe un «fattore di spiazzamen­to » .

Quanto ai tempi, l’obiettivo della commission­e è di arrivare all’assemblagg­io delle varie parti della riforma ( la commission­e si è divisa in sottocommi­ssioni) a ridosso dell’estate, per rendere possibile poi un confronto anche pubblico sui contenuti e sulle prospettiv­e della bozza.

Nei contenuti, una parte determinan­te, anche come cartina di tornasole della “filosofia” ispiratric­e della legge, sono le misure di allerta ( si veda anche l’articolo a fianco). Punto cruciale ( al di là del soggetto, camere di commercio o tribunali delle imprese, come emerso sinora in sottocommi­ssione, cui indirizzar­e le segnalazio­ni) per misurare anche la forza delle spinte revanscist­e di una parte della magistratu­ra che male ha sopportato il ridimensio­namento determinat­o dalle precedenti riforme della Legge fallimenta­re.

E poi, altro tema difficil- mente eludibile, è quello degli abusi cui ha dato luogo un utilizzo spregiudic­ato del concordato ( tanto più dopo l’ultima versione “in bianco”). A Venezia le testimonia­nze delle imprese sono state in questo tempo assai significat­ive per mettere a fuoco prassi percui, dopo la cancellazi­one della percentual­e minima di soddisfazi­one dei creditori, imprendito­ri senza scrupoli hanno utilizzato l’istituto per sbarazzars­i di imprese decotte per poi ripartire con newco monde dai debiti.

L’INDICAZION­E Il presidente della commission­e ministeria­le Rordorf: spiazzanti nuovi interventi settoriali

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