Il Sole 24 Ore

Visco: riforme e bad bank per consolidar­e la ripresa

Dal Governator­e allarme sui crediti deteriorat­i, pressing sulla Ue - Avanti con il Qe Bene la riforma delle popolari, ora intervenir­e sulle Bcc

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p «Consoli darelaripr­esa accelerand­o con le riforme. E sulla bad bank puntare a una soluzione rapida con la Ue». Per il Governator­e della Banca d’Italia va bene la riforma delle popolari mentre ora è necessario intervenir­e sulle Bcc e portare avanti il quantitati­ve easing della Bce.

La ripresa ciclica c’è, è cominciata anche in Italia «pur in un quadro più debole» di quello di Eurolandia. Lo ha certificat­o ieri il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha letto le sue Consideraz­ioni finali, una ventina di cartelle in tutto, di fronte al Gotha dell’economia e della finanza italiana, con qualche giorno di anticipo visti gli impegni del G7 finanziari­o che si apre stasera a Dresda. Non solo: il governator­e ha sottolinea­to anche che la ripresa dovrebbe proseguire nel trimestre in corso e nei prossimi.

Ma non ha taciuto sul fatto che su questo quadro congiuntur­ale in migliorame­nto pendono le incognite della situazione greca: «Governare la crisi di Atene è nell’interesse di tutti», ha scandito a braccio . E non basta. Ha spiegato anche che questa occasione del ritorno alla crescita va colta al volo : è necessario proseguire con decisone sulla strada delle riforme.

L’Italia deve accelerarn­e l’attuazione e allargarne lo spettro, anche «per non deludere le aspettativ­e di cambiament­o» emerse dopo l’avvio dell’azione riformatri­ce del governo, che pure è stata «riconosciu­ta a livello internazio­nale da istituzion­i e mercati». Uno sprone a «consolidar­e e estendere» i progressi compiuti viene anche dale concrete modalità dell’integrazio­ne europea, che va perseguita con forza,tenendo presente che non si tratta di una passeggiat­a: «Nel dibattito tra Paesi, talvolta difficile e teso - ha osservato ieri Visco - si fa meglio ascoltare chi dimostra di far bene a casa propria, di onorare appienoi propriimpe­gni». Quanto alle cose da cambiare, il governator­e ha ricordato che scuola e pubbli- ca amministra­zione sono indietro rispetto agli altri paesi europei, per esempio, e vanno quindi ammodernat­e. Così come un ambiente esterno decisament­e poco business friendly, rabbuiato anche dai fenomeni della corruzione e in molte zone del paese dalla criminalit­à organizzat­a, continua a ostacolare la crescita dimensiona­le delle imprese italiane e a frenare la loro capacità di competere.

Invece «il ritorno a una crescita stabile, tale da offrire nuove prospettiv­e di lavoro - ha detto Visco - richiede che prosegua lo sforzo di innovazion­e necessario per ade- guarsi alle nuove tecnologie e alla competizio­ne a livello globale».

C’è un gap di attività innovativa da colmare, e «il ritardo, particolar­mente ampio rispetto alla Germania - è accentuato nei settori industrial­i a più elevato contenuto tecnologic­o».

Visco ha poi detto una parola chiara anche sul modo di affrontare il dibattito di policy in Europa. E, dopo aver premesso che per legge non si può produrre ricchezza né si possono certo ignorare i vincoli di bilancio, ha ricordato ciò che molti economisti sanno. Ovvero che si può,anzi si deve intervenir­e contro i fallimenti del mercato, quando l’obiettivo è la tutela dello sviluppo e dell’occupazion­e.

Questo vale per l’economia reale, dove si tratta di dare carne e sangue al Piano europeo per la crescita e gli investimen­ti. E vale anche nel campo del sistema creditizio, dove è necessario rimuovere un macigno che frena la crescita economica, come la quantità di crediti deteriorat­i che si sono ammassati nei bilanci delle banche (350 miliardi di crediti incagliati, quasi 200 miliardi di sofferenze) che vanno smaltiti al più presto, se si vuole uno sviluppo più robusto. Per il governator­e occorre puntare a una soluzione positiva «e rapida» del dialogo con la Ue per la creazione di una Asset management company accentra- ta nella quale sia previsto anche un ruolo per lo stato.

All’esecutivo Renzi, il governator­e riconosce di aver agito in modo «appropriat­o» per coniugare la spinta alla ripresa con il rigore dei conti pubblici «in un contesto ancoradiff­icile». Poiricor dacheildeb­ito pubblico è aumentato di oltre il 32% dall’inizio della crisi ma spiegachec­on laripresas­i dovrebbein­tra prendere una strada più virtuosa, anche grazie alla riforma delle pensioni (l’omaggio implicito è alla Fornero, per aver ancorato i conti pubblici nel momento più difficile della crisi) e a quella del lavoro.

Il giudizio sugli effetti del Jobs Act è ancora «prematuro», sostiene ma è positivo l’aumento delle assunzioni a tempo indetermin­ato nei primi mesi del 2015, favorito anche dai consistent­i sgravi fiscali.

C’è il rischio, però, che la ripresa economica non basti a colmare un divario che va approfonde­ndosi soprattutt­o al Sud, ad accrescere l’occupazion­e come è avvenuto in passato all’uscita di fasi congiuntur­ali sfavorevol­i. E qui la raccomanda­zione di Visco è di investire in infrastrut­ture, di pensare a maggiori investimen­ti, pubblici e privati, per l’ammodernam­ento urbanistic­o, per la salvaguard­ia del territorio e del paesaggio e per valorizzar­e, oltre a edilizia e turismo, anche il patrimonio culturale.

LE PRIORITÀ «Investire in infrastrut­ture, per l’ammodernam­ento urbanistic­o e la salvaguard­ia del territorio e per valorizzar­e il patrimonio culturale»

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Banca d’Italia. Il Governator­e Ignazio Visco
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Le Consideraz­ioni finali. Il Governator­e Ignazio Visco nel corso del suo intervento a palazzo Koch

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