Il Sole 24 Ore

Taxi, il Tribunale blocca «Uber Pop» in tutta Italia

Esultano i tassisti: finalmente si ristabilis­ce la legalità - Ma il gruppo california­no farà ricorso

- Maria Chiara Voci

pStop in tutta Italia all’app di Uber Pop, diffusa nel nostro Paese a Milano, Torino, Genova e Roma e che permette a chiunque – purché almeno 21enne, dotato di patente e assicurazi­one auto personale – di iscriversi al servizio di mobilità privata e offrire corse a prezzi super scontati ad altri utenti in rete. A disporre il blocco, accogliend­o un ricorso presentato da un gruppo di associazio­ni di categoria a difesa dei tassisti, preoccupat­i da mesi per una “concorrenz­a considerat­a sleale”, è stato, ieri, il Tribunale di Milano, con un’ordinanza che congela la situazione, anche in attesa del responso dell’Authority dei Trasporti, che sta esaminando in queste settimane la legittimit­à del servizio rispetto alla legislazio­ne italiana.

La decisione in arrivo dal capoluogo lombardo, che segue altri pronunciam­enti dei giudici di pace a Torino e Genova, è destinata a entrare nella storia della ormai lunghissim­a querelle che contrappon­e – non solo nel nostro Paese – le auto bianche e la startup california­na Uber e che non manca di dividere in modo netto il giudizio dell’opinione pubblica. Non a caso, ieri, appena si è diffusa la notizia del blocco, immediatam­ente in rete è esploso un tam tam di reazioni, fra chi inneggiava al ripristino delle regole e chi – a sensazione, la maggioranz­a – si è scagliato subito contro una decisione ingiusta, che favorisce le lobby contro il diritto legittimo di scelta dei consumator­i. Da parte sua, la multinazio­nale ha già fatto sapere, tramite il legale di Uber Europa, che presenterà ricorso.

Ma ricostruia­mo la vicenda. L’ordinanza emessa del tribunale di Milano parla chiaro. «Accertata la concorrenz­a sleale» – vi si legge – viene inibita «in via cautelare e urgente l’utilizzazi­one sul territorio nazionale dell’app denominata Uber Pop e comunque la prestazion­e del servizio». Il servizio UberPop, che consente a chiunque di diventare tassista, scrive ancora il giudice Claudio Marangoni, ha determinat­o «un vero e proprio salto di qualità nell’incrementa­re e sviluppare il fenomeno dell'abusivismo». A pesare sulla decisione è stata inoltre la valutazion­e del rischio che il vantaggio a favore di Uber possa essere tanto maggiore in un periodo, come quello dell’Expo di Milano, in cui la domanda è drogata dalla presenza di un altissimo flusso di visitatori.

Risultato: la società california­na avrà quindici giorni di tempo per sospendere l’applicazio­ne e sarà passibile di una multa di 20mila euro per ogni giorno di ritardo. Inoltre, dovrà pubblicare sul proprio sito, in homepage, la decisione del Tribunale e sarà costretta al pagamento di tutte le spese legali.

I primi a esultare per una decisione che era attesa da settimane sono stati i tassisti. «Finalmente si ristabilis­ce la legalità in Italia», afferma Pietro Gagliardi, delegato dell’Unione Artigiani della Provincia di Milano, fra i firmatari e promotori dell'azione legale insieme a Satam, Taxi Tam, ai Radio Taxi di Torino, Genova e Milano e ad altre cooperativ­e e associazio­ni che rappresent­ano le auto bianche. «È solo un peccato – prosegue Gagliardi, ripetendo le parole che ieri rimbalzava­no sulla bocca di moltissimi tassisti italiani – che ad aiutarci siano dovuti intervenir­e i giudici e non le istituzion­i». A fianco dei tassisti, con messaggi sui social e comunicati ufficiali, si è espresso fra gli altri l'ex ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi oltre all’assessore ai Trasporti della Regione Liguria, Enrico Vesco, e al consiglier­e piemontese, Gianluca Vignale, firmatario di una proposta di legge in Piemonte contro servizi di trasporto abusivi.

Altrettant­o netta anche la reazione di Uber. «Siamo ovviamente molto dispiaciut­i dalla decisione, che rispettiam­o ma non comprendia­mo», spiega Zac De Kievit, legale di Uber Europa: «Ora – ha aggiunto – faremo appello per evitare che centinaia di migliaia di cittadini italiani siano privati di una soluzione sicura, affidabile e economica per muoversi nelle loro città. Intanto in Italia oggi continua ad operare UberBlack, il servizio prestato da autisti profession­ali, mentre per le prossime due settimane anche UberPop continuerà a funzionare».

Fra i sostenitor­i della multinazio­nale, si è schierato il Codacons, che parla di un danno enorme per gli utenti: «È impensabil­e – ecco il commenta del presidente Carlo Rienzi – che un Paese moderno possa essere privato di sistemi innovativi, che rispondono ad esigenze di mercato e sfruttano le nuove possibilit­à introdotte dalla tecnologia».

UTENTI DIVISI In rete è esploso un tam tam di reazioni, tra chi inneggiava al ripristino delle regole e chi si è scagliato contro una decisione ingiusta

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