Spread della Spagna in forte rialzo Salgono i tassi BTp
Atene ora rassicura: pagheremo la rata Fmi
pLo spread tra i Bonos spagnoli e i Bund tedeschi è salito ieri di 15 punti dopo l’affermazione dei radicali di Podemos nel voto spagnolo. In aumento anche lo spread italiano, con tassi dei BTp in rialzo all’asta del Tesoro. Intanto accelerano i negoziati Ue-Grecia per evitare un default greco e il governo di Atene rassicura sul rimborso della prossima rata Fmi. Renzi: dalla Grecia nessun rischio per gli italiani.
pL’effetto Podemos sui mercati finanziari arriva a 48 ore di distanza dalla vittoria del partito anti-austerity spagnolo alle elezioni comunali dello scorso week end. All’apertura dei mercati lo spread Bonos-Bund a 10 anni è balzato di 15 punti base per chiudere a quota 132. Complice la chiusura lunedì dei principali mercati europei (Londra e Francoforte, dove vengono scambiati i contratti future) e di Wall Street, sui titoli spagnoli l’incertezza derivante da un’eventualefuturainstabilitàpoliticacheuna conferma del successo di Podemos anche alle elezioni politiche di autunno potrebbe comportare, non si era ancora visto. Ma ieri la liquidità sui mercati è tornata alla normalità e i Bonos hanno perso terreno. A questo punto la distanza tra Italia e Spagna nel rendimento dei titoli di Stato si è assottigliata a 6 punti e non è da escludere che nelle prossime sedute i BTp possano tornare a costare meno dei Bonos.
Intanto ieri il Tesoro ha archiviato collocamenti di titoli per un controvalore superiore a 3 miliardi. Forte balzo per il rendimento del BTp indicizzato a 15 anni (scadenza settembre 2026). Sono stati collocati BTp per 467,3 milioni con un rendimento salito di 86 punti allo 0,99% rispetto all’asta dello scorso 26 marzo. Nell’altra asta di Btp a 15 anni (scadenza settembre 2023) sono stati collocati titoli per 532,7 milioni con un rendimento medio dello 0,65%. Emessi anche 1,98 miliardi di CTz a 24 mesi con un rendimento dello 0,062%, in calo di 2 punti rispetto all’ultima asta, segnando il minimo storico. Oggi il Tesoro colloca BoT a 6 mesi per 6 miliardi e domani BTp a 5 e 10 anni. L’esito dipenderà anche dalla questione greca, altra componente che in questo momento tiene in bilico gli investitori. Il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ieri ha detto che la Grecia pagherà la rata da 312 milioni dovuta al Fmi il 5 giugno, perché per allora sarà raggiunto l’accordo con i creditori. Un’ip otesi cheimercatin onda nno certo per scontata. E questo si è visto dalle turbolenze sulle Borse viste ieri, quando è saltata la correlazione degli ultimi tempi che vedeva i mercati europei salire quando l’euro scendeva. Bene, ieri l’euro si è svalutato con forza nei confronti del dollaro (sceso sotto quota 1,09 fino a un minimo di 1,087 rispetto a 1,097 della vigilia) ma la Borsa di Francoforte (quella che beneficia di più dei cali della divisa unica per il forte peso nell’export delle sue quotate) ha lasciato sul terreno l’1,61%. Male anche Parigi (-0,66%). Hanno sofferto anche le Borse della periferia con Portogallo (-1,97%) e Madrid (-0,72%). Mentre Piazza Affari ha chiuso in leggero rialzo (+0,18%). In rialzo anche Atene (+1,05%) in un quadro che resta incerto. Gli operatori restano confusi. Mohamed El-Erian, consulente economico di Allianz, ha alzato al 55-60% la probabilità di un“incidente” inGrecia, riferitoalla perdita di controllo sul futuro di Atene da parte della nazione ellenica e dei creditori europei. Lo stesso ha paragonato il caso della Greciaal la crisi finanziaria del 2001 in Argentina: «Non sottovaluterei la probabilità di un “Graccident”».
Le prossime sedute daranno indicazioni più precise mentre gli investitori si stanno spostando sul terzo cruccio (oltre alla vittoria di Podemos e alle tensioni in Grecia): il rialzo dei tassi negli Usa. Quando avverrà? Nelleultime seduteimercati hanno iniziato a scontare un rialzo a settembre-ottobre. E questo ha spinto il dollaro a rafforzarsi. I dati macro rilasciati ieri negli Usa sono stati positivi. Gli ordini di beni durevoli ad aprile sono scesi dello 0,5% mensile, in linea con le previsioni. Ma ha sorpreso la revisione al rialzo dei dati di marzo, passati dal 4% al 5,1%. Buone indicazioni anche dal settore immobiliare: l’indice S&P/Shiller sull’andamento del prezzo delle case nelle 20 maggiori città Usa è cresciuto del 5% anno su anno, sopra il 4,6% stimato. Segnali incoraggianti anche dal dato sulla fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan salita a 95,4 punti dai 95,2 del mese precedente (stima 95 punti). A questi dati si sono aggiunte le dichiarazionid el vice presidente della Fed, Stanley Fischer, secondo cui il rialzo del costo del denaro saràgui datodaidati sull’ economia. A questo punto resta da capire quale sarà il computo finale del Pil Usa del primo trimestre che sarà reso noto venerdì. Nel frattempo il cambio euro/dollaro, che a sua volta influenza anche l’andamento delle altre asset class, potrebbe continuare ad essere influenzato dalle dichiarazioni di politici e membri di banche centrali. In fondoharagione Ben Bernanke, exnumero uno della Fed, quando dice che «la politica monetaria è fatta al 98% di parole e al 2% di azioazione».
OGGI L’ASTA BOT Dopo i collocamenti di ieri il Tesoro oggi torna sul mercato primario con l’asta di BoT semestrali per un ammontare di 6 miliardi