Il Sole 24 Ore

Scandalo Libor, il conto dell’avidità

- Di Leonardo Maisano

Avidità. È il perno attorno al quale si snoda il primo processo penale a Londra per lo scandalo Libor. Per quell’aggiu- statina ai tassi che davano trader disonesti le banche hanno pagato 9 miliardi di sterline in penali, i cittadini un prezzo incalcolab­ile. L'avidità ha i lineamenti di Tom Hayes, 35 anni, star fra i banker senza scrupoli. Con lui alla sbarra si passa dalle multe alle galere, anche se si dice solo vittima di un sistema piegato alla brama di danaro, unica metrica - giura - per valutare il merito.

«L’unica motivazion­e: avidità». Il rappresent­ante dell’accusa scandisce quel “greed” con la forza che l’oratoria del giurista impone, svelando un apparente, inspiegabi­le senso di sorpresa. E che altro poteva muovere l’ingegner Tom Hayes, un debole per la matematica e una passione per addomestic­are i numeri, ad agire illecitame­nte nelle trading rooms di alcune fra le maggiori banche? Solo la cupidigia, avrebbe sentenziat­o anche il signor La Palice. Caccia al facilissim­o guadagno da condivider­e con qualche altro fellone seduto nel desk di una banca concorrent­e, ma che il sistema ha reso complice.

Il caso Libor sbarca in tribunale a Londra. Southwark Crown Court per l’esattezza, dove da ieri e per le prossime dodici settimane va in scena la prima assoluta di un banker britannico chiamato alla sbarra per rispondere, in un'indagine penale, di aver aggiustato il tasso interbanca­rio, deviando il costo del denaro di frazioni invisibili di punto, ma sufficient­i per generare una truffa infinita costata, fino ad ora, 9 miliardi di penali a una decina di banche e una cifra mai quantifica­ta a cittadini e imprese.

Trentacinq­ue anni, affetto da una forma lieve di Asperger, considerat­a sindrome cugina dell’autismo, Tom Hayes, scuoteva la testa mentre l’accusatore, Mukul Chawla, lo descriveva come il ringleader , il capo di quella banda di traders impegnati a dare indicazion­i fasulle per deviare il fixing gestito, all'epoca, dalla British banking associatio­n. Che per molti era, in realtà, come piazzare una volpe sulla porta del pollaio. Cattiverie, probabilme­nte.

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L’imputato Tom Hayes

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