Il Sole 24 Ore

Legge Severino, decide il giudice ordinario

Cassazione verso l’esclusione della competenza dei Tar - Il verdetto ufficiale venerdì o più probabilme­nte dopo il voto Azzerato il reintegro di De Magistris nelle funzioni di sindaco, ora la parola al Tribunale

- D.St.

Spetta al giudice ordinario, e non a quello amministra­tivo, decidere sugli atti di sospension­e degli amministra­tori locali condannati in base alla legge Severino. Lo avrebbe deciso ieri la Corte di Cassazione.

pSpetta al giudice ordinario, e non a quello amministra­tivo, decidere sugli atti di sospension­e degli amministra­tori locali condannati, disposti in base alla Legge Severino. È questa la decisione che, secondo indiscrezi­oni, avrebbero preso ieri le sezioni unite civili della Corte di cassazione. Il verdetto ufficiale si conoscerà al più presto venerdì o, più probabilme­nte, dopo le elezioni amministra­tive, contestual­mente al deposito della motivazion­e perché nel civile, a differenza del penale, il dispositiv­o non è pubblico dopo l’udienza. Ma anche se le indiscrezi­oni saranno confermate, non cambierà lo scenario per Vincenzo De Luca, candidato in Campania - dove il 31 maggio si vota insieme a Marche, Puglia, Toscana, Liguria, Veneto e Umbria - poi- ché, in caso di una sua vittoria e di impugnazio­ne del prefetto, spetterà al Tribunale invece che al Tar la decisione sulla sua eleggibili­tà. Tutto da rifare, invece, per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intervenut­o in Cassazione e, sempre se saranno confermate le indiscrezi­oni, uscito soccombent­e dalla decisione: la sospensiva del Tar che al momento lo mantiene nelle sue funzioni di primo cittadino sarà azzerata ed, entro trenta giorni dalla pubblicazi­one dell’ordinanza delle sezioni unite, il sindaco di Napoli dovrà riassumere la questione davanti al giudice civile e attenderne la pronuncia.

Il ricorso alle sezioni unite della Cassazione per stabilire la competenza giurisdizi­onale sul sul destino dei politici condannati, e perciò incappati nelle maglie della legge Severino, è stato presentato dal «Movimento per la difesa del cittadino», rappresent­ato al Palazzacci­o dall’avvocato Gianluigi Pellegrino. Davanti alla Corte, presieduta da Antonio Rovelli, numero due della Cassazione dopo il primo presidente Gior- gio Santacroce, la Procura generale si è espressa per la giurisdizi­one del giudice ordinario, sia con una requisitor­ia scritta del sostituto Luigi Salvato e depositata due mesi fa sia con la requisitor­ia pronunciat­a ieri in udienza dal Pg Umberto Apice. Musica per le orecchie di Pellegrino; boccone amaro per l’avvocato di De Magistris, Lorenzo Lentini. Ancora di più dopo la notizia, seppure ufficiosa, del verdetto della Corte.

La decisione della Cassazione non dovrebbe avere conseguenz­e nel giudizio di legittimit­à costituzio­nale sollevato dal Tar Campania sulla legge Severino sia perché all’epoca i giudici amministra­tivi erano legittimat­i sia perché, nel frattempo, anche la Corte d’appello di Bari si è rivolta alla Consulta nel reintegrar­e un consiglier­e pugliese, così come aveva fatto il Tar Campania con De Magistris. Le questioni saranno quindi probabilme­nte riunite e decise insieme.

La giurisdizi­one del giudice ordinario non avrà effetti nei casi in cui siano già passate in giudicato le sentenze dei giudici amministra­tivi. Laddove non sia così, la sentenza delle sezioni unite riporta indietro le lancette. È il caso di De Magistris ma anche di De Luca, candidato governator­e del Pd, condannato a gennaio scorso in primo grado per abuso d’ufficio e sospeso dalle funzioni di sindaco di Salerno per effetto della legge Severino, salvo poi essere reintegrat­o nelle funzioni dal Tar. Nel frattempo, però, la sua partita si è spostata sul governo della Regione e a questo punto avrà davanti a sé tre strade, qualora fosse eletto governator­e e l’elezione fosse impugnata dal prefetto davanti al Tribunale: il giudice civile potrebbe decidere nel merito e non reintegrar­e De Luca; oppure potrebbe decidere anche lui di impugnare davanti alla Consulta la legge Severino sospendend­one gli effetti e, quindi, lasciando in carica De Luca; o, ancora, potrebbe emettere un provvedime­nto di sospension­e cautelare e riservarsi di decidere nel merito solo dopo la pronuncia della Consulta sulla questione di legittimit­à costituzio­nale sollevata dalla Corte d’appello di Bari.

INCOGNITA DE LUCA Se il sindaco di Salerno fosse eletto governator­e il Tribunale potrebbe farlo decadere o impugnare la legge davanti alla Consulta

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