Il Qe può essere un’opportunità, da solo non basta
Inazio Visco, al pari di Mario Draghi, mette in guardia dai rischi rappresentati, in un contesto di ripresa fragile, da una conduzione della politica economica europea demandata esclusivamente all’azione della Bce. La politica monetaria da sola - osserva il governatore della Banca d’Italia - non può garantire una crescita duratura ed elevata. È esattamente quanto ha sostenuto Draghi al Forum Bce di Sintra («senza riforme l’Unione monetaria è a rischio»), nella constatazione, espressa a più riprese, che il Quantitative easing è carburante prezioso immesso nel motore della crescita, ma l’effetto è contingente, non strutturale. Il rischio è in quei paesi che nel frattempo non avranno messo in atto le opportune riforme strutturali ritornino alla fine del programma di acquisti della Bce alla casella di partenza. Vale per l’eurozona, vale per l’Italia che sul fronte decisivo delle riforme si gioca il beneficio della clausola di flessibilità prevista dalla nuova governance economica inaugurata dalla Commissione Ue con la comunicazione dello scorso 14 gennaio. Per noi la clausola equivale a uno spazio di manovra non indifferente, da spendere nel 2016: 6,4 miliardi, in virtù della possibilità accordata al nostro paese di ridurre il deficit strutturale dello 0,1%, contro lo 0,5% previsto dalla disciplina di bilancio europea. Occorre consolidare la ripresa - avverte Visco - che promuove «l’azione di riforma» avviata dal governo peraltro «riconosciuta a livello internazionale da istituzioni e mercati». L’aspettativa di un pieno completamento del percorso di riforma, in primis attraverso il fondamentale riordino dall’amministrazione pubblica, non va delusa. I benefici possono anche in alcuni casi non essere immediati, «ma questo è un motivo in più per agire».
Crescita trainata dalla riforme strutturali, dunque, per sfruttare a pieno l’importante e per certi versi irripetibile finestra di opportunità macroeconomica, costituita dal QE, dal basso livello dei tassi d’interesse, ma anche dal deprezzamento dell’euro e dal calo del prezzo del petrolio. Riforme mirate - auspica il Governatore - perchè il rischio è che alla ripresa non si accompagni una pari capacità di generare occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno.
Riforma della Pa, ma anche del fisco, altro importante banco di prova per il governo, così da onorare l’impegno a chiudere il capitolo dei decreti attuativi della delega entro settembre, come previsto dal nuovo timing fissato dal governo.