Il Sole 24 Ore

«La crisi della Grecia va governata»

Per Visco «tensioni gravi, potenzialm­ente destabiliz­zanti» - Nell’interesse di tutti intervenir­e

- Dino Pesole

Nell’immediato, il riesploder­e della crisi greca ha causato ripercussi­oni «limitate sui premi per il rischio sovrano nel resto dell’area». È il risultato – osserva il governator­e della Banca d’Italia, Ignazio Visco in un passaggio delle «Consideraz­ioni finali» – delle riforme avviate in molti paesi, dei progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizio­ne delle autorità per evitare fenomeni di contagio. Non siamo più dunque alle prese con la grave emergenza che negli anni della grande crisi 2010-2011 ha rischiato di far franare l’intero edificio costruito attorno alla moneta unica. Nonostante questi indubbi elementi di forza, che sembrano sulla carta tali da scongiurar­e effetti domino in caso di default della Grecia, persistono gravi elementi di incertezza. Visco li individua nelle difficoltà delle autorità greche a definire e attuare «le necessarie riforme», e al tempo stesso nell’incerto esito delle «prolungate trattative con le istituzion­i europee e con il Fondo monetario internazio­nale». Incertezze – avverte il governator­e – che alimentano «tensioni gravi, potenzialm­ente destabiliz­zanti». Ecco perché la crisi va governata «nell’interesse di tutti i paesi dell’area euro». Una crisi all’insegna dei continui stop and go. Ieri è stata la volta delle rassicuraz­ioni sul rimborso della quota al Fmi da parte del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis. Le rate in scadenza a giugno ammontano complessiv­amente a 1,6 miliardi, con la prima tranche del 5 giugno pari a 302 milioni. Nella Relazione annuale della Banca d’Italia si conferma tuttavia un atteggiame­nto quanto meno di prudenza sull’esito delle trattative in corso tra le autorità elleniche, il Fmi, la Bce e la Commission­e Ue. L’incertezza «rimane elevata» nonostante l’apprezzame­nto espresso dall’Eurogruppo dell’11 maggio scorso relativame­nte alla disponibil­ità del governo greco ad accelerare i negoziati che si trascinano ormai da oltre quattro mesi. Relativame­nte alla quota finanziata dalle istituzion­i europee - si legge nella Relazione – il programma si sarebbe dovuto concludere nel 2014. Poi, su richiesta del governo greco, è stata concessa una proroga fino al 30 giugno.

Il tempo stringe, dunque, per la realizzazi­one delle misure previste dal programma «cui è subordinat­a la disponibil­ità degli ulteriori finanziame­nti». In gennaio si è insediato il nuovo governo di Alexis Tsipras. Ora, nel perdurare dell’incertezza sull’esito finale della crisi greca, Via Nazionale ricorda come l’erogazione dell’ultima quota di aiuti da parte del fondo di stabilizza­zione europeo, nonché «il trasferime­nto dei profitti sui titoli greci dall’Eurosistem­a nel 2014 nell’ambito del Securities markets programme», siano condiziona­ti «all’esito positivo dei negoziati». Se si guarda all’aggregato complessiv­o, la Grecia ha ricevuto finora aiuti «per circa il 120% del Pil del 2014».

Quanto alla politica economica dell’Ue, Visco osserva come dopo gli interventi fortemente restrittiv­i imposti dalla crisi di fiducia del 2011, sia «ora appropriat­o dosare le azioni di consolidam­ento di bilancio per non ostacolare la ripresa». Se la ripresa c’è ma poggia ancora su basi fragili, in un contesto che resta difficile nonostante il contempora­neo manifestar­si di variabili esogene tutte positive, la politica di bilancio «ha cercato equilibrio fra rigore e sostegno dell’economia, in conformità con i margini di flessibili­tà esistenti nelle regole europee».

MISURE UTILI Con le riforme di molti Paesi, i progressi nella governance europea e gli strumenti disponibil­i, il ritorno della crisi greca ha avuto scarso impatto

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