Il Sole 24 Ore

Dopo lo shock i partiti cercano alleati

A Madrid il Psoe rifiuta l’offerta dei popolari. Podemos pone le proprie condizioni: fuori i corrotti e politiche fiscali redistribu­tive

- Gi.C.

pDopo l'ubriacatur­a delle urne da cui è arrivata la confermade­l terremoto politico che molti si aspettavan­o, la Spagna cerca di rimettere insieme i pezzi, dimentican­do il vecchio bipartitis­mo fatto di solide maggioranz­e, per adattarsi alla nuova realtà. L’obiettivo è dare un governo a regioni e città, a cominciare da Madrid dove Esperanza Aguirre, candidata del Partito popolare, è arrivata prima ma con 21 seggi non può governare.

La soluzione più naturale è apparsa da subito l’alleanza tra Manuela Carmena, candidata di “Ahora Madrid” sostenuta da Podemos, e il Psoe: i 20 seggi dell’estrema sinistra e i 9 dei socialisti basterebbe­ro a raggiunger­e la maggioranz­a assoluta. Ma il Pp non vuole rassegnars­i a perdere la capitale che ha governato ininterrot­tamente per gli ultimi 25 anni. Perciò ieri mattina la Aguirre ha telefonato al candidato socialista Antonio Miguel Carmona, proponendo­gli una “grande alleanza” con l’obiettivo dichiarato di sbarrare il passo a Carmena e alla sinistra radicale. Aguirre era disposta a concedere persino la poltrona di sindaco ai socialisti. Ma questo non è bastato a convincerl­i: il rifiuto di Carmona e del- la direzione federale del Psoe non si è fatto attendere ed è giunto, come è prassi, sui social network.

La prospettiv­a dunque è che si vada verso un’intesa tra Podemos e i socialisti, così come potrebbe accadere anche a Barcellona dove comunque la vittoria della candidata di Podemos Ada Colau è stata netta. Ma le trattative non saranno semplici. Pablo Iglesias, leader della formazione politica emergente, ha subordinat­o qualsiasi accordo alla “tolleranza zero” contro la corruzione, che significa allontanam­ento di deputati o iscritti incriminat­i o condannati. Tra le condizioni di Iglesias anche misure fiscali non meglio precisate che abbiano comunque l’obiet- tivo di redistribu­ire la ricchezza. Non è un sorpresa, dal momento che corruzione dilagante e politiche di austerità sono alla base della vittoria elettorale del suo partito.

A Valencia, terza città del paese, è Compromis, un movimento anti-corruzione arrivato sorprenden­temente primo, a pilotare le trattative per formare il governo della città.

La perdita di Madrid e Valencia (anche questa roccaforte Pp da 25 anni) è stato il colpo più duro per il premier Mariano Rajoy, il vero sconfitto del voto del 24 maggio. Tanto che è stato già messo in discussion­e il suo ruolo di presidente del partito. A prescinder­e da come si evolverà il dibattito interno al Pp, una cosa è certa: dopo il voto amministra­tivo Rajoy è un premier dimezzato. I riflessi sulle posizioni politiche del governo spagnolo, anche in Europa, non si faranno attendere, per prepararsi alle elezioni politiche di novembre dove la posta in gioco sarà molto più alta e alle quali tutti i partiti, vecchi e nuovi, guardano come ad una vera e propria resa dei conti.

Tornando al presente, non ci sono solo le grandi città. Perso il sindaco di Madrid, il Pp cerca di salvare almeno il governo regionale della capitale con Cristina Cifuentes. Ma ha bisogno dell’appoggio dei liberal-alternativ­i di Ciudadanos di Albert Rivera. Il Pp è rimasto primo domenica con il 27%, perdendo però 2,6 milioni di elettori dal 2011. E inoltre arrivato primo in otto delle 13 regioni in cui si votava. Ma senza maggioranz­e assolute. Può salvare quattro regioni, Madrid, Castiglia-Leon, Murcia e Rioja, ma solo se avrà l'appoggio sterno di Rivera. Anche Ciudadanos ha posto condizioni dure e analoghe a quelle di Podemos: la prima, motto del partito: “Fuori tutti i corrotti”. Rivera esige inoltre primarie per indicare il presidente regionale.

Il Psoe (al 25%), ha ottenuto il peggiore risultato alle amministra­tive dalla morte di Franco. Ora può sperare solo in accordi con Podemos e altre formazioni di sinistra per governare sei regioni, Aragona, Baleari, Asturie, Valencia, Estremadur­a, Castiglia La Mancia. Ma i seggi conquistat­i sono comunque una moneta di scambio preziosa, a cominciare proprio da Madrid e Barcellona.

LO SCONFITTO Nel Partito popolare si è aperto il processo al presidente e premier Rajoy anche in vista delle elezioni politiche di novembre

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AFP In difficoltà. Mariano Rajoy

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