Il Sole 24 Ore

«Democrazia per legge nei partiti»

Proposta del Pd per l’attuazione dell’articolo 49 della Carta - La protesta del M5S: proposta fascista

- Emilia Patta

pPer poter partecipar­e alle elezioni i partiti dovranno acquisire personalit­à giuridica tramite un riconoscim­ento formale da parte dell’ordinament­o statale e iscriversi in un apposito registro pubblico sotto l’autorità della Commission­e di garanzia degli statuti. E precondizi­one per acquisire la personalit­à giuridica e iscriversi al registro pubblico sarà l’adozione di uno statuto che rispetti alcuni puntuali standard di democrazia interna: forme e modalità di adesione; diritti e doveri degli aderenti e relativi organi di garanzia; disciplina delle procedure di am- missione e di espulsione; ambito dell’applicazio­ne della regola maggiorita­ria e strumenti posti a tutela delle minoranze; modalità di partecipaz­ione degli aderenti alla designazio­ne dei candidati alle elezioni e alle cariche interne.

La proposta del Pd di una legge sui partiti in attuazione dell’articolo 49 della Costituzio­ne - illu- strata ieri al Nazareno dal vicesegret­ario Lorenzo Guerini e dal presidente Matteo Orfini e presentata nello stesso testo alla Camera e al Senato (qui con le prime firme di Luigi Zanda e Anna Finocchiar­o) - sembra fatta apposta per far saltare i nervi al Movimento 5 stelle, anti-partito notoriamen­te originale nelle regole interne tanto da scrivere un “non statuto”. E infatti i grillini già gridano alla «proposta fascista» ad uso e consumo del Pd. «I partiti devono essere liberi di decidere come organizzar­si, meno ingerenza dello Stato meglio è - dice il deputato Danilo Toninelli, autore di una proposta di legge eletto- rale all’epoca dei confronti in streaming con il Pd sull’Italicum -. In una situazione politica come quella attuale, nella quale i partiti occupano lo Stato e lo militarizz­ano, l’ingerenza dello Stato nei partiti è molto pericolosa, perché il partito si fa Stato, organo costituito e costituent­e».

A ben vedere la registrazi­one pubblica e la necessità di dotarsi di uno statuto con regole democratic­he interne è già prevista dalla legge sull’abolizione del finanziame­nto pubblico dei partiti del febbraio 2014 (governo Letta). Il punto “rivoluzion­ario” della proposta del Pd - come spiega Guerini - è il riconoscim­ento della personalit­à giu- ridica, che toglie i partiti dalla condizione di libere associazio­ni private e rende cogente il rispetto delle regole democratic­he: «Alla personalit­à giuridica sono connaturat­i una serie di controlli di legittimit­à da parte dell’autorità amministra­tiva e anche giurisdizi­onale. Insomma il Pm, anche senza denuncia dapartedi uno opiùaderen­ti, avrebbe il potere di impugnazio­ne nei confronti delle delibere assemblear­i (articolo 23 del codice civile)». Proprio per questol ’articolo 49 («Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberament­e in partiti per concorrere con metodo democratic­o adetermina­re la politica nazionale») èrimasto “congelato” dai tempi della Costituent­e: la proposta di Giuseppe Dossetti, convinto della necessità di un riconoscim­ento giuridico, fu allora respinta da Palmiro Togliatti un po’ per gli stessi motivi per cui oggi è respinta dai grillini: per paura dell’ingerenza dello Stato nella vita interna del Pci in un clima già di guerra fredda.

Un tempo il “fattore K”, oggi il “fattore Grillo”. Quante possibilit­à ci sono che la legge venga davvero approvata? «Noi abbiamo presentato la nostra proposta e la sottoponia­mo all’attenzione degli altri partiti e al dibattito pubblico», dice Guerini. Da notare che intanto l’iniziativa ha il pregio di ricompatta­re il Pd: a presentare la legge al Nazareno, con Guerini e Orfini, c’erano anche gli esponenti della minoranza dialogante Nico Stumpo e Andrea De Maria.

GUERINI Il vicesegret­ario dem: «Solo con il riconoscim­ento della personalit­à giuridica le regole sulla partecipaz­ione saranno cogenti»

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