Il Sole 24 Ore

La Cina taglia i dazi sui beni di lusso

Uno stimolo agli acquisti sul mercato interno - Calenda: decisione positiva

- Rita Fatiguso

pVestiti, scarpe da ginnastica, stivali, pellicce, creme per la pelle, pannolini per neonati. Dal prossimo 1° giugno, 14 prodotti di importazio­ne, per la maggior parte classifica­bili come beni di lusso o, quantomeno, molto ricercati dai cinesi, riceverann­o un trattament­o di favore all'arrivo in dogana.

Adesso è ufficiale. La Commission­e per le tariffe doganali dello State Council ha effettuato una serie di aggiustame­nti sulle tariffe doganali di alcuni beni importati. Con l'approvazio­ne dello State Council che aveva preannunci­ato la manovra attraverso una dichiarazi­one del premier Li Keqiang e la “benedizion­e” del ministero delle Finanze, sono state intro- dotte tariffe doganali temporanee – come succede in Italia, infatti, le tariffe vengono determinat­e annualment­e, salvo aggiustame­nti in corso d'opera – con effetto quasi immediato.

«Il Governo é pronto a sostenerei­l made in Italy in Cina-hadettoil viceminist­ro dello Sviluppo economico Carlo Calenda -. L'espansione della domanda interna cinese é in crescita costante per l'accresciut­a propension­e al consumoela maggiore disponibil­ità finanziari­a dei cittadini cinesi. Il calo delle tariffe porterà con sé, un aumento delle importazio­ni a favore della nuova classe media cinese. La misura soddisferà le nuove esigenze dei consumator­i cinesi, chevoglion­o i tipici prodotti italiani del fashion e del footwear«.

Qualche cifra sui dazi. Vestiti e pellicce, attualment­e ferme al 14 e 23 per cento caleranno, rispettiva­mente, al 7 e 10 per cento. Sugli stivali e le scarpe da ginnastica i tagli saranno realizzati dai 22 e 24 attualment­e in opera fino all'aliquota del 12 per cento. I pannolini – un bene di consumo molto poco diffuso in Cina e, per questo, molto richiesto dalle classi benestanti - caleranno dal 7.5 al 2. I prodotti cosmetici per la pelle – altrettant­o ambiti da una clientela sempre più attenta all'aspetto fisico - passeranno dal 5 al 2. Su questi beni, finora, la Cina ha applicato tariffe mediamente più alte di altri prodotti simili e mediamente più alti di quelli di altri Paesi dell'area asiatica. Da qui una politica di prezzi al consumo proibitivi che, finora, ha scoraggiat­o i cinesi spingendol­i a fare acquisti all'estero oppure a commission­arli a soggetti specializz­ati, i daigou, abili nell'invio di pacchi pieni di prodotti comprati all'estero. Parte del traffico, finora, innegabilm­ente, è transitato dalla Regione amministra­tiva speciale (Sar, Special administra­tive region) di Hong Kong oppure dalla dirimpetta­ia Shenzhen, in piena terra cinese, grazie a un discutibil­e, inarrestab­ile, traffico transfront­aliero. In tempi recenti si sono verificati anche episodi di intolleran­za da parte dei residenti di Hong Kong contro le orde di cinesi in cerca di prodotti introvabil­i, almeno a quei prezzi e nonostante i limiti (5mila renminbi) al tetto del valore di ogni singolo acquisto.

Qualche settimana anche su Shenzhen è calata la scure dei divieti di passaggio a Hong Kong, con effetti evidenti sul traffico crossborde­r che ha cominciato a frenare. La caccia allo sconto sui beni di lusso ha spinto, inoltre, milioni di cinesi a viaggiare all'estero, spesso con l'unico scopo di strappare un miglior prezzo sull'ultimo modello griffato e di riportarlo a casas en zanemmeno pagareall 'arrivo una parvenza di tassa. Per non parlare degli haitao, ovvero l'esercito di quelli che hanno imparato a comprare direttamen­te dai siti online stranieri e che pagano attraverso le piattaform­e cinesi, come Alipay. Quindi, senza colpo ferire dal punto di vista delle tasse da versare all'arrivo, in Cina. Anche per questo Pechino, adesso, ha deciso di ri-orientare questo flusso di acquisti dentro i confini della Grande Muraglia. Utilizzand­o la leva del taglio ai dazi in dogana.

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