Tra e-commerce e start up così cresce la nuova economia
Come ha spiegato ieri il Governatore della Banca d’Italia e come più volte hanno sottolineato i report di Confindustria, la ripresa c’è. Ma c’è anche un aspetto di questa ripresa ancora poco conosciuto. C’è una “nuova economia” italiana di cui ci si accorge appena, che tuttavia è il segnale più evidente che con crisi e recessione molte cose sono cambiate, anche in meglio. Lo spiegano due ricerche diffuse ieri: una di eBay, l’altra di Cerved-Italia start up. Secondo l’operatore di e-commerce, dal 2010 al 2014 le piccole e medie imprese italiane hanno realizzato una crescita straordinaria nel raggiungere i mercati esteri tramite il commercio elettronico. Tanto che l’Italia ha messo a segno una crescita superiore a quella registrata nel Regno Unito, in Francio e in Germania.
«La tecnologia – spiegano gli analisti di eBay – sta consentendo agli imprenditori di costruire ed espandere le loro aziende attraverso l’Italia: la posizione geografica non è un ostacolo. Un dato significativo è che il numero di piccole imprese online su eBay che vendono in 15 o più Paesi è aumentato del 132% tra il 2010 e il 2014». E secondo il World Bank Exporter Dynamics Database «le nuove piccole imprese online su eBay sono capaci di catturare il 18% del mercato delle esportazioni in solo un anno, mentre nel mercato tradizionale, i nuovi arrivati costituiscono solo il 3% delle esportazioni europee».
La sorpresa nella sorpresa: la regione in testa a questa classifica dell’e-commerce è la Campania, seguita da Marche e Puglia. Cioè la regione con il Pil procapite tra i più bassi d’Europa è anche quella che ha mostrato la maggiore dinamicità imprenditoriale nell’approcciare i nuovi modi di fare mercato ed export.
Un dinamismo imprenditoriale che trova conferma nello studio Cerved-Italia start up. Lo scorso anno, dopo un triennio di cali costanti,il numero delle nuove imprese è cresciuto del 2,3% sul 2013 raggiungendo le 275mila unità. A livello geografico, il nu- mero delle newco risulta in crescita in tutta la Penisola, ma i tassi di crescita maggiori sono nel Nordovest e nel Sud (2,9%). Oltre la metà dei nuovi imprenditori ha meno di 35 anni. Un altro segnale che spiega come piuttosto che il “posto fisso”, sia importante mettersi alla prova in prima persona. Delle nuove imprese nate lo scorso anno, oltre tremila sono catalogate come start up (+36% sul 2013). Start up in massima parte impegnate nei settori innovativi e nel terziario, come fonte di servizi e di appoggio all’attività delle imprese maggiori.
A fianco e in parallelo al “medium tech” dell’innovazione incrementale, anello forte della catena manifatturiera nazionale descritto da Nicola Anzivino in una recente analisi di Pwc, in Italia è sorta e si è rafforzata un’economia di impresa che oggi è in grado di esprimere numeri importanti, capacità di innovazione e capacità di agganciare tutte le opportunità che si presentano sui mercati. Una nuova economia che vale la pena di tenere d’occhio.