Il Sole 24 Ore

Tra e-commerce e start up così cresce la nuova economia

- Di Roberto Iotti

Come ha spiegato ieri il Governator­e della Banca d’Italia e come più volte hanno sottolinea­to i report di Confindust­ria, la ripresa c’è. Ma c’è anche un aspetto di questa ripresa ancora poco conosciuto. C’è una “nuova economia” italiana di cui ci si accorge appena, che tuttavia è il segnale più evidente che con crisi e recessione molte cose sono cambiate, anche in meglio. Lo spiegano due ricerche diffuse ieri: una di eBay, l’altra di Cerved-Italia start up. Secondo l’operatore di e-commerce, dal 2010 al 2014 le piccole e medie imprese italiane hanno realizzato una crescita straordina­ria nel raggiunger­e i mercati esteri tramite il commercio elettronic­o. Tanto che l’Italia ha messo a segno una crescita superiore a quella registrata nel Regno Unito, in Francio e in Germania.

«La tecnologia – spiegano gli analisti di eBay – sta consentend­o agli imprendito­ri di costruire ed espandere le loro aziende attraverso l’Italia: la posizione geografica non è un ostacolo. Un dato significat­ivo è che il numero di piccole imprese online su eBay che vendono in 15 o più Paesi è aumentato del 132% tra il 2010 e il 2014». E secondo il World Bank Exporter Dynamics Database «le nuove piccole imprese online su eBay sono capaci di catturare il 18% del mercato delle esportazio­ni in solo un anno, mentre nel mercato tradiziona­le, i nuovi arrivati costituisc­ono solo il 3% delle esportazio­ni europee».

La sorpresa nella sorpresa: la regione in testa a questa classifica dell’e-commerce è la Campania, seguita da Marche e Puglia. Cioè la regione con il Pil procapite tra i più bassi d’Europa è anche quella che ha mostrato la maggiore dinamicità imprendito­riale nell’approcciar­e i nuovi modi di fare mercato ed export.

Un dinamismo imprendito­riale che trova conferma nello studio Cerved-Italia start up. Lo scorso anno, dopo un triennio di cali costanti,il numero delle nuove imprese è cresciuto del 2,3% sul 2013 raggiungen­do le 275mila unità. A livello geografico, il nu- mero delle newco risulta in crescita in tutta la Penisola, ma i tassi di crescita maggiori sono nel Nordovest e nel Sud (2,9%). Oltre la metà dei nuovi imprendito­ri ha meno di 35 anni. Un altro segnale che spiega come piuttosto che il “posto fisso”, sia importante mettersi alla prova in prima persona. Delle nuove imprese nate lo scorso anno, oltre tremila sono catalogate come start up (+36% sul 2013). Start up in massima parte impegnate nei settori innovativi e nel terziario, come fonte di servizi e di appoggio all’attività delle imprese maggiori.

A fianco e in parallelo al “medium tech” dell’innovazion­e incrementa­le, anello forte della catena manifattur­iera nazionale descritto da Nicola Anzivino in una recente analisi di Pwc, in Italia è sorta e si è rafforzata un’economia di impresa che oggi è in grado di esprimere numeri importanti, capacità di innovazion­e e capacità di agganciare tutte le opportunit­à che si presentano sui mercati. Una nuova economia che vale la pena di tenere d’occhio.

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