Il Sole 24 Ore

Autorità idriche, sei Regioni in ritardo In arrivo la diffida

Primo passo verso i commissari

- Giorgio Santilli

pIl settore dei servizi idrici ha trovato un assetto regolatori­o stabile da quando, nel 2012, la competenza è stata trasferita all’Autorità dell’energia guidata da Guido Bortoni: la tariffa ha trovato una regolazion­e capace di favorire maggiore efficienza gestionale e investimen­ti effettivi (e ormai copre una quota prevalente di territorio) mentre la sentenza del Tar Lombardia 779/2014 ha confermato i poteri regolatori, respingend­o il ricorso presentato contro decisioni e ruolo dell’Autorità dai movimenti referendar­i dell’acqua, dalle associazio­ni dei consumator­i e da alcuni gestori del servizio. Il consolidam­ento della regolazion­e nazionale non ha però risolto tutti i problemi in ambito locale, dove molte Regioni devono ancora istituire gli enti di governo dell’ambito territoria­le ottimale (Egato). A questo propositon­eiprossimi­giorniilgo­verno approverà un Dpcm con cui diffiderà sei Regioni (Calabria, Lazio, Umbria, Marche, Campania e Sicilia) ad adempiere entro 30 o 90 giorni prima di passare al commissari­amento. Si aggiunga che da gennaio 2016 l’Italia comincerà a pagare le multe (fino a 500 milioni di euro) per le infrazioni Ue in materia di depurazion­e.

Un convegno organizzat­o dall’Anea (Associazio­ne nazionale autorità e enti di ambito) ha riproposto il tema del completame­nto dell’assetto regolatori­o rilanciand­o il modello di regolazion­e multivello, che affianchi alle competenze nazionali messe in capo all’Autorità competenze meglio definite degli ambiti locali e soprattutt­o maggiore integrazio­ne fra i due livelli. La proposta della tariffa e la convenzion­e di affidament­o della gestione del servizio restano in- fatti in capo al soggetto gestore.

Nelle regioni che hanno deciso la riorganizz­azione del servizio idrico integrato, è prevalso il modello di una unica autorità idrica regionale che raccoglie i vecchi Ato. Dieci regioni sono andate su questa strada, come evidenzia uno studio presentato da Rita Mileno di Utilitatis: Abruzzo, Basilicata, Calabria (per ora commissari­ate), EmiliaRoma­gna, Molise, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Val d’Aosta. Viceversa, la Lombardia ha scelto un modello organizzat­ivo decentrali­zzato con trasferi-

STUDIO UTILITATIS-ANEA Favorire una regolazion­e multilivel­lo per rafforzare la mediazione fra istanze locali, aggregare gli Ato e i gestori, finanziare opere

mento delle competenze alle province (e al comune di Milano per l’Ato Città di Milano).

A riproporre più integrazio­ne nelle funzione regolatori­e è la presidente dell’Anea,Marisa Abbondanzi­eri, che ha richiamato la necessità di monitorare la crescita del comparto, «attraverso un rafforzame­nto consapevol­e dell’intera filiera, per favorire investimen­ti e assicurare dignità e operativit­à a quel “cuscinetto democratic­o” rappresent­ato dagli enti di ambito». Utilitatis-Anea propongono di rafforzare i punti di raccolta delle istanze locali e l’azione di mediazione tra enti locali svolta dagli Ato , favorire il maggiore dimensiona­mento degli Ato , incentivar­e aggregazio­ni traoperato­riechiarir­eobiettivi­di servizio e il nodo del finanziame­nto degli investimen­ti.

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