Le fonderie investono nella ricerca
pDieci fonderie italiane provano a sfatare il luogo comune sul difficile connubio tra ricerca ed industria manifatturiera di base. L’iniziativa consortile è promossa da Assofond, l’associazione che raggruppa in Italia 1.104 unità produt- tive di getti ferrosi e non ferrosi. «Tutto nasce dalle esigenze della mia azienda - spiega Franco Zanardi, titolare dell’omonima fonderia di Minerbe, in provincia di Verona -. Produciamo ghisa sferoidale austemperata, e abbiamo sempre avuto la necessità di sviluppare paradigmi progettuali dedicati, per fornire al mercato informazioni su resistenza alla fatica, tensioni equivalenti, resistenza all’urto». Dall’esperienza di Zanardi (oggi collabora con le Università di Padova, di Trento, di Cassino, di Aachen) è nato il progetto promosso dal presidente di Assofond, Roberto Ariotti. Al momento hanno aderi- tosetterealtà: Fias, FonderiaAriotti, Fonderia Boccacci, Fonderia Casati, Fonderia di Torbole, Fonderie De Riccardis, Fonderie Guido Glisenti, Lead Time, Vdp Fonderia, Zanardi Fonderie. Ciascuna fonderia si impegna ad instaurare un rapporto con un’università di fiducia, organizzando uno o più dottorati di ricerca, oppure commesse di ricerca, master o tesi di laurea dedicati a temi che possano avere ricadute positive sul settore. «Stia- mo coordinando l’attività - spiega Zanardi - in modo che non ci siano duplicazioni, ma che si riesca invece, mettendo a fattore comune le esperienze, a progredire il più possibilenellaproduzionedidatidicaratterizzazione dei materiali per spessori e resistenze». L’approdo definitivo del progetto, auspicato dai propositori, è riuscire dare una sistematicità all’approccio, con l’ausilio dei docenti coinvolti.