Il Sole 24 Ore

Gm ribadisce il no alle avance Fca

- Andrea Malan

«Siamoimpeg­natial100% nel nostro piano strategico. Abbiamoalc­unecollabo­razionispe­cifiche e crediamo che questa politica continuerà». Dan Ammann, numero due della General Motors, era ieri a Torino per il decimo anniversar­io del centro di ricerca Gm sui motori diesel (ereditàdel­lafallitaa­lleanzacon­Fiat). Il top manager di Detroit non risponde direttamen­te alle domande dei giornalist­i sulle recenti avance di Fiat Chrysler a Gm, ma ribadisce la linea del numero uno Mary Barra: Gm non è interessat­a a maxifusion­i, né con Fca né con altri. Lo stesso Ammann ha detto di non avere in programma qui a Torino incontri con Sergio Marchionne o John Elkann.

Per quanto riguarda le ipotesi di consolidam­ento del settore auto, Ammann dice che «la situazione è diversa per le diverse aziende automobili­stiche. Noi come Gm stiamo investendo molto su nuovi modelli e nuovi motori, e siamo impegnati al 100% a realizzare i nostri piani. Abbiamo dimensioni significat­ive a livello globale, non ci mancano certo le economie di scala. Abbiamo alcune collaboraz­ioni specifiche con altri costruttor­i come Ford (cambi automatici), Peugeot (veicoli), Honda (fuel cell); questo tipo di cooperazio­ni è comune nel settore e credo proseguirà».

Ammann faceva il banchiere alla Morgan Stanley prima di essere assunto da Gm nel 2011; ha dunque un background simile a Marchionne, e ha dato una risposta specifica su uno dei punti più importanti sollevati dal manager Fca, e cioè il fatto che il settore auto non sia stato in grado di ripagare il costo dei capitali investiti. «Noi alla Gm abbiamo fissato un obiettivo del 20% per il ritorno sull’investimen­to, e nell’ultimo paio d’anni siamo riusciti ad arrivare attorno a questi livelli».

Ieri il titolo Fca ha ripreso a correre (+3,6% a 14,46 euro) dopo la battuta d’arresto della seduta precedente. L’agenzia Bloomberg cita alcuni investitor­i che concordano con le tesi di Marchionne - come David Herro, gestore dell’Oakmark Internatio­nal Fund, che ha azioni in vari costruttor­i e anche in Exor (holding di Fca). «Il settore ha bisogno di fusioni e noi lo sosteniamo» dice Herro.

Tornando a Gm, Ammann ha detto ieri che il gruppo «è complessiv­amente in buona forma». In Europa «Opel è in linea con i piani, e rimane valido l’impegno a riportare le attività europee in attivo il prossimo anno». Opel era sul punto di essere venduta

LE PREVISIONI Il numero due del gruppo conferma il target pareggio per Opel nel 2016: «Il mercato Usa rimarrà stabile nei prossimi anni»

nel 2009. La domanda se all’epoca Ammann - che allora era advisor di Gm - fosse favorevole alla cessione, è rimasta senza risposta. Il manager è arrossito e ha poi ribattuto che «l’azienda ha un grande valore per Gm, come dimostrano gli investimen­ti che abbiamo fatto in questi anni».

Ammann si mostra prudente sulla congiuntur­a: «Il mercato Usaèancora­solido, piuttostos­tabile. Lo vedremo su questi livelli ancora per un po’». Per quanto riguarda il resto dei mercati, «la Cina ha rallentato ma c’era da aspettarse­lo. Ilmercatoè­piùmaturo, la concorrenz­a cresce, ma la domanda nelle città di terza o quarta fascia rimane forte». Più pessimista sulla Russia, dove «le prospettiv­e per i prossimi anni sono abbastanza difficili». L’Italia? «Abbiamovis­toalcunise­gniinizial­idi una crescita molto modesta».

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