L’«alert» sulle quote debutta con le dichiarazioni per il 2011
pParte dalle quote di plusvalenze “dimenticate” la collaborazione fisco-contribuenti per agevolare la correzione di errori.
Plusvalenze rateizzate
La prima serie di comunicazioni di anomalie ravvedibili riguarderà, come precisato dal provvedimento direttoriale di ieri, i soggetti titolari di reddito di impresa che, avendo optato per la tass azi one f r azi onata dell e plusvalenze (o delle sopravvenienze attive a esse equiparate), non hanno poi dichiarato in esercizi successivi le quote di competenza. Arriveranno in particolare indicazioni circa l’esercizio 2011 (Unico 2012), laddove quote derivanti da plusvalenze conseguite in anni precedenti risultino omesse o siano riportate per importi inferiori al dovuto.
La fattispecie a cui si riferisce l’Agenzia è quella prevista dall’articolo 86, comma 4 del Tuir che stabilisce che le plusvalenze realizzate (proventi diversi da quelli che costituiscono ricavi) possono essere tassate, su opzione del contribuente, fino a un massimo di cinque esercizi qualora i beni siano stati posseduti per almeno tre anni. Per le immobilizzazioni finanziarie (diverse dalle partecipazioni che usufruiscono della esenzione «Pex»), la scelta di frazionamento della plusvalenza riguarda quelle iscritte come tali nei bilanci degli ultimi tre esercizi. Le stesse regole si estendono a talune tipologie di plusvalenze (indennizzi per la perduta o il danneggiamento di beni) che, se realizzate in anni successivi, vengono riqualificate sopravvenienze attive (articolo 88 del Tuir), ma possono ugualmente usufruire della imposizione diluita fino a cinque esercizi.
I campi da monitorare
Per la tassazione frazionata delle plusvalenze, il modello Unico prevede, nell’esercizio di realizzo, l’effettuazione di una variazione in diminuzione pari all’intero importo conseguito (RF34 di Unico 2015 SC) e una variazione in aumento (RF7 di Unico 2015 SC) pari alla quota di competenza. Può accadere che in anni successivi la società “dimentichi” di riportare in aumento (nel rigo RF7) le ulteriori quote, dichiarando con ciò un reddito inferiore a quello corretto. Questo errore, che in genere non viene commesso da chi adotta software compilativi che mantengono in memoria le variazioni fiscali temporanee (e che dunque riportano in automatico negli anni successivi tutte le quote rateizzate), viene ora segnalato ai contribuenti dalle Entrate con apposite comunicazioni Pec. Qualora l’impresa abbia effettivamente commesso un errore, potrà procedere alla correzione mediante il ravvedimento.
Altre situazioni che potrebbero essere segnalate del fisco riguardano le spese di rappresentanza (laddove si siano superate le soglie di deducibilità), le spese di manutenzione (errori nella deduzione per quote delle eccedenze di esercizi precedenti) e nella deduzione di interessi passivi o di Rol.