Il Sole 24 Ore

A rischio la rinegoziaz­ione dei mutui degli enti locali

Manca ancora all’appello il decreto legge che potrebbe liberare fino a 2 miliardi in tre anni

- Gianni Trovati gianni.trovati@ilsole24or­e.com

pNemmeno questa sembra la settimana buona per il decreto enti locali. Ad oggi la convocazio­ne del consiglio dei ministri, attesa anche per il via alle assunzioni di 2.500 persone nella Polizia e il varo di una serie di provvedime­nti attuativi del Jobs Act, non è ancora arrivata, e in ogni caso l’intenzione del Governo sembra quella di rimandare i provvedime­nti in programma dopo il voto amministra­tivo di domenica prossima. Se ne parlerà la prossima settimana, quindi, ma l’ennesimo rinvio del provvedime­nto non è senza conseguenz­e per casse e bilanci locali.

Uno dei problemi più delicati è quello della rinegoziaz­ione dei mutui, che potrebbe liberare fino a due miliardi di euro in tre anni secondo le stime circolate nelle scorse settimane ma rischia di inciampare proprio nelle lungaggini del decreto. Il nuovo provvedime­nto dovrebbe infatti permettere di accedere alla rinegoziaz­ione anche alle migliaia di enti che ancora non hanno approvato il preventivo (spesso per le incertezze sui numeri determinat­e ancora una volta dal mancato via libera al decreto), e aprire a un utilizzo almeno parziale dei risparmi anche per finanziare la spesa corrente.

In attesa del decreto, finora l’operazione è stata puntellata con sostegni che però il passare dei giorni rischia di rendere vani. La Cassa depositi e prestiti ha concesso una proroga che consente di aderire entro lunedì prossimo e di inviare le delibere entro venerdì 5 giugno, e la stessa presidenza del consiglio è intervenut­a con una circolare firmata dal sottosegre­tario agli Affari regionali Gianclaudi­o Bressa (si veda Il Sole 24 Ore del 26 maggio) per incoraggia­re gli enti in esercizio provvisori­o ad andare avanti comunque alla luce della «prossima approvazio­ne» del provvedime­nto. Per rinegoziar­e i mutui occorre però passare in consiglio comunale, e senza copertura normativa il cammino è tutt’altro che scontato.

Se il testo arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri la prossima settimana, è difficile che il decreto arrivi alla firma del Capo dello Stato e alla pubblicazi­one in Gazzetta Ufficiale prima dell’8 giugno. Un quadro di questo tipo renderebbe indispensa­bile un nuovo ritocco dei termini, ma gli spazi non sono infiniti perché in ballo ci sono le rate in scadenza al 30 giugno. Va detto che già con il primo rinvio la Cassa ha mostrato la propria attenzione su un’operazione ad alto valore strategico per gli enti locali, ma ora tutto il meccanismo balla sul filo dei giorni.

La questione è strategica anche perché per molte amministra­zioni (fra cui parecchie Province e Città metropolit­ane) i risparmi possibili con l’adeguament­o dei mutui ai tassi di interesse attuali rappresent­ano la condizione indispensa­bile per chiudere i preventivi. Ma c’è di più: nel decreto è contenuta anche l’anticipazi­one da 1,2 miliardi per sostenere le casse dei Comuni, in attesa dei riversamen­ti di Imu e Tasi che arriverann­o fra la fine di giugno e i primi di luglio. Per capire l’entità del problema basta ricordare che nel 2014 l’anticipo statale arrivò a marzo, perché i primi mesi dell’anno sono sempre poveri di incassi; a causa del ritardo, quindi, i conti di molte amministra­zioni locali sono vuoti, con la conseguenz­a ovvia di un diffuso rischio di ritardi ulteriori nei pagamenti.

Nelle bozze degli ultimi giorni era tornata poi a circolare l’ipotesi di rinviare al 31 maggio il riaccertam­ento dei residui (la scadenza di legge è il 30 aprile), cioè l’operazione-chiave della riforma dei conti perché “pulisce” i bilanci dalle entrate che sono rimaste tali solo sulla carta e non hanno più chance concrete di trasformar­si in incassi reali. A questo punto, però, l’ipotesi pare ormai superata dal calendario, per cui è indispensa­bile che gli enti ancora in ritardo, nonostante le corse di questi giorni, rimedino in fretta. Il riaccertam­ento ha infatti lo stesso peso del consuntivo, per cui la legge prevede il commissari­amento per le amministra­zioni che non chiudono la partita entro i termini fissati dalle diffide inviate dalle Prefetture.

VERSO LA MINI-PROROGA Cdp ha concesso una proroga che consente di aderire entro il 1° giugno: necessario un rinvio, ma le prime rate scadono il 30 giugno

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy