Caos Campania, Renzi cerca l’exit strategy
Il candidato dem: «Per Renzi legge Severino superabile» - Il premier: Pd è legalità, non prendiamo lezioni In caso di elezione di De Luca subito formazione della giunta e poi sospensione in attesa della Consulta
pIn Campania non ci sarà nessun «caos istituzionale», e non ci sarà nessuna «legge ad personam». «Sento parlar ediimpr esentabili, ma sulla legalità non prendiamo lezioni da nessuno. Questo èilPd, èlegalità. C’èchila combatte a parole, chi con i fatti», tuona il premier Matteo Renzi durante un comizio a Perugia citando tra le altre cose la legge sugli ecoreati e la legge anticorruzione che ha riprostinato il falso in bilancio. Il fatto è che la vicenda di Vincenzo De Luca, che in virtù della legge Severino dovrà essere sospeso dall’incarico di governatore in caso di vittoria in quanto condannato in primo grado per abuso d’ufficio, ha scatenato nuovamente le opposizioni (da Forza Italia al Movimento 5 Stelle) dopo le indiscrezioni sulla sentenza della Cassazione che sottrae la competenza di giudizio sulla Severino affidandola al giudice ordinario. I tempi saranno più lunghi, si dice, e in ogni caso come intende comportarsi il governo se verrà eletto il candidato del Pd?
Già, perché sta al governo, o meglio al premier e al ministro dell’Interno Angelino Alfano, sospendere De Luca dalla carica di governatore se domenica risulterà vincitore alle urne. E l’exit strategy a Palazzo Chigi già c’è: si darà il tempo a De Luca di formare la sua Giunta regionale e di nominare il vicepresidente, dopodiché si procederà alla sospensione dalla carica di governatore in attesa che il giudice ordinario - e non più il Tar come stabilito dalla Suprema Corte - prenda la sua decisione. E non si tratta certo di un regalo a De Luca, spiega il renzianissimo Davide Ermini, responsabile giustizia della segreteria del Pd: «La Severino non parla di incandidadibità e di ineleggibilità - spiega -. E come si fa a sospendere qualcuno dalla carica se ancora non si è insediato?». Dunque, prima la Giunta e l’insediamento, poi la sospensione. E nessun vuoto istituzionale: sarà il vicepresidente a governare in vece di De Luca la Campania in attesa che si esprima il giudi- ce ordinario. Quanto al fatto che il giudice ordinario ci metta più tempo, Ermini spiega che in Italia è sempre stato vero il contrario: è la giustizia amministrativa ad essere normalmente più lenta. «Con la richiesta dell’urgenza il deciderà in pochi giorni».
Certo, a Palazzo Chigi non sono risuonate molto bene le parole dettate ieri in una nota dallo stesso De Luca sul suo caso: «Renzi ha chiaramente definito la Severino un problema superabile, confermando che chi viene scelto dai cittadini con un voto democratico potrà tranquillamente governare. Rimaniamo sui problemi dei cittadini. Prepariamoci a far rinascere la Regione». Il candidato del Pd ha tirato così in ballo direttamente Renzi, facendo addirittura intendere che ci sarà un intervento sulla Severino come estremo rimedio. Parole poi parzialmente ridimensionate in serata («il governo ha fatto bene in questi mesi a tirarsi fuori da queste vicende»). Naturale l’irritazione del premier, che della «legalità» sta facendo pro- prio in questi giorni il biglietto da visita del suo governo.
Escluso un intervento per decreto sulla Severino, la linea è quella di attendere la Corte costituzionale. Già, perché la decisione della Cassazione non lascia decadere tutti i ricorsi presentati alla Consulta contro la legge Severino: decadono quelli presentati dal Tar, non più competente, ma non decade il ricorso presentato dalla Corte d’Appello di Bari, che ha reintegrato in consiglio regionale il democratico Fabiano Amati. La pronuncia su questo caso arriverà dopo l’estate, e il giudice ordinario del caso De Luca potrebbe, al pari del giudice amministrativo, rivolgersi anche lui alla Consulta. Solo nel caso in cui i giudici costituzionali dichiareranno legittima in tutte le sue parti la legge Severino si penserà a un restyling in Parlamento. Ma non è appunto tema all’ordine del giorno. Intanto, ribadisce il numero due del Pd Lorenzo Guerini, «De Luca è candidabile, eleggibile e insediabile».
LA TRANSIZIONE A guidare la regione sarebbe un vicepresidente fino alla pronuncia del giudice. Solo dopo le scelte della Consulta un intervento sulla legge