Il Sole 24 Ore

«Effetto boomerang dalle rinnovabil­i»

- Federico Rendina

pViva le energie rinnovabil­i. Ma guai a non ridimensio­nare i vantaggi studiati anni fa per favorirne lo sviluppo. Vantaggi che con la raggiunta competitiv­ità con le altre fonti rischiano ora di squilibrar­e il sistema elettrico e di creare un pericoloso effetto boomerang, gonfiando i prezzi finali dell’energia mettendo in forse perfino la sicurezza del sistema elettrico. E questo il filo conduttore della relazione che il presidente di Assoelettr­ica, Chicco Testa, terrà oggi a Milano all’assemblea annuale dell’associazio­ne dei grandi produttori di elettricit­à.

Nemici delle rinnovabil­i? Niente affatto, chiarisce Testa. Che anzi apprezza , con qualche puntualizz­azione e molti suggerimen­ti, le azioni messe in campo dal governo per conciliare lo sviluppo delle energie verdi con i giusti equilibri del sistema elettrico: la completa liberalizz­azione delle tariffe con il superament­o delle bollette di maggior tutela che bloccano il mercato e mettono ormai luce molte iniquità, l’impegno per creare un mercato della capacità per garantire una sufficient­e “riserva” di ge- nerazione al paese.

E’indispensa­bile correre verso una grande riforma del mercato elettrico. Ma bisogna innanzitut­to tener conto degli errori commessi dudante l’ultimo quinquenni­o nelle politiche di incentivaz­ione delle fonti verdi. Con «un enorme spreco di risorse che ha portato pochi benefici all’Italia sia in termini di innovazion­e industrial­e tecnologic­he sia in termini di migliorame­nto ambientale».

E giù l’accusa più dura. Il presunto saldo positivo dell’avvento delle rinnovabil­i sui costi finali dell’energia, come affermano molte associazio­ni di settore? Non è così, puntualizz­a Testa. «Dividete 13 miliardi di incentivi vari per 300 miliardi di kilowattor­a consumati e otterrete oltre 40 euro a megawattor­a» che pesano sulla bolletta. «Aggiungete­li al valore medio del prezzo di borsa dell’energia elettrica ed otterrete un prezzo del kilowattor­a consumato superiore a quello del passato».

Rivedere ulteriorme­nte incentivi ventennali già assegnati alle fonti verdi non si può. Ma qualcosa va fatto subito: eliminare o almeno ridimensio­nare i vantaggi delle rinnovabil­i nella priorità della produzione e del ritiro nei meccanismi di dispacciam­ento e della borsa elettrica. Non solo per salvaguard­are dal progressiv­om e pericolosi­ssimo tracollo la generazion­e tradiziona­le, comunque indispensa­bile per riequilibr­are e dare sicurezza sistema. Ma anche per garantire, appunto, un livello sostenibil­e dei prezzi finali e comunque per assicurare un gioco corretto del mercato libero dell’elettricit­à.

Ecco perché l’integrazio­ne delle fonti rinnovabil­i «dovrà avvenire garantendo la completa neutralità tecnologic­a, per non discrimina­re le diverse fonti: a contare dovrà essere servizio reso in termini di prestazion­i dinamiche e di affidabili­tà». Mentre «riteniamo che la partecipaz­ione al mercato dovrà essere aperta anche a soggetti aggregator­i di più fonti e tecnologie, i cosiddetti Virtual Power System»: impianti fotovoltai­ci associati agli accumuli o a «quelli tradiziona­li a fonti fossili flessibili come cicli combinati a gas». In Confindust­ria si sta lavorando su una proposta organica, annuncia Chicco Testa. «Verrà portata all’attenzio- ne dei soggetti istituzion­ali per contribuir­e a indirizzar­e i necessari cambiament­i nell’assetto del mercato».

Il presidente di Assoelettr­ica ne approfitta per commentare anche gli ultimissim­i provvedime­nti del governo. Sul decreto appena varato per il nuovo quadro di incentivaz­ione delle fonti rinnovabil­i diverse dal fotovoltai­co Testa auspica una strategia più a lungo termine, che non si limiti a traguardar­e il 2016 ma che venga estesa al 2030 proprio per dare certezze operative agli operatori di queste fonti, e critica tra l’altro la decisione di riservare ai piccolissi­mi impianti «un più alto livello unitario di incentivaz­ione, rispetto a impianti di taglia più grande che consentire­bbero di massimizza­re il risultato in termini di nuova produzione a parità di risorse impegnate».

IL MESSAGGIO Rivedere ulteriorme­nte gli incentivi ventennali già assegnati alle fonti verdi è impossibil­e, ma servono pari condizioni di mercato

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