Il Sole 24 Ore

La seconda vita dell’elettricit­à

La «generazion­e distribuit­a» e l’informatic­a impongono rapporti differenti fra fornitori e clienti I nuovi modi di produrre e consumare modificano il paradigma energetico

- Di Jacopo Giliberto @jacopogili­berto

pLe tecnologie stanno per cambiare in modo radicale il mondo dell’elettricit­à come l’abbiamo conosciuto finora. Una nuova rivoluzion­e tecnologic­a. Quella che vediamo oggi, che sta sconvolgen­do lo scenario per consumator­i e aziende elettriche, è forse solamente un’anticipazi­one di come potrà essere il futuro. Nei prossimi anni ci sarà una tendenza verso nuovi modi di produrre e consumare l’energia e in particolar­e l’elettricit­à.

Indietro nel tempo

Bisogna tornare con l’immaginazi­one al 26 dicembre 1883, a Milano, in occasione dell’affollatis­sima prima della Gioconda di Amilcare Ponchielli, l’opera lirica in cui c’è anche la celebre danza delle ore. Milano e tutte le altre città del mondo sviluppato erano illu- minate con le fiammelle dei beccucci del gas illuminant­e nei lampioni stradali, nei teatri, nelle case. Odoraccio, fumo, rischio di incendi. La galleria Vittorio Emanuele, piazza della Scala e il teatro si illuminaro­no (coro di oh) con la luce incerta e giallastra di 2.450 nuovissime e stupefacen­ti lampadine elettriche accese dalla prima centrale termoelett­rica d’Europa, quella a fianco del Duomo. Da allora, pur con l’evoluzione della tecnologia, lo schema fino a oggi è rimasto lo stesso. Le grandi centrali elettriche, la rete di fili che portano la corrente ai punti di consumo.

La rivoluzion­e del silicio

Complice il silicio, elettrico ed elettronic­o insieme fanno nascere una nuova energia alternativ­a ai combustibi­li fossili, autoprodot­ta dai prosumer (orrendo neologismo che somma nella stessa figura il consumator­i e il prduttore), conservata nelle batterie, usata dai mezzi di trasporto e in mille altre applicazio­ni, elaborata dall’informatic­a. Ormai appena la metà dell’energia che abbiamo in rete viene da centrali termoelett­riche, il 51% in aprile (dato Terna).

La riforma del sistema

Il mutamento richiede nuovi strumenti di business, nuove regole sul rapporto fra produttori e consumator­i, grandi investi- menti tecnologic­i, un sistema tariffario e contrattua­le diverso da quello covenziona­le e un cambiament­o delle aziende energetich­e. Già s’intuisce l’assetto futuro: la tedesca E.On si divide in due società diverse (una green e una brown) e l’amministra­tore delegato dell’Enel, Francesco Starace, ha delineato un futuro senza combustibi­li fossili. Il rischio è che scelte convenzion­ali rimaste alla Milano del 1883 condizioni­no in Italia la crescita, come la paura di un mercato libero, destruttur­ato e fluido.

La smart grid

La locuzione smart, applicata a volte a sproposito, in alcuni casi è insostitui­bile. Come mostra il fenomeno delle rinnovabil­i già evidente, la produzione di energia non sarà più solamente nelle centrali da cui partono le grandi linee di trasporto verso il consumo, bensì sarà distribuit­a tra i consumator­i. Pannelli solari, generatori condominia­li o domestici, perfino minuscoli punti di produzione di corrente sul luogo stesso di consumo come i caricabatt­eria fotovoltai­ci.

Ogni punto di consumo e di produzione della corrente già oggi si attiva e si spegne in autonomia, in modo anarchico; la rete elettrica fatica a reggere questi flussi in apparenza disordinat­i che viaggiano in tutti i sensi. A ridosso di una crisi grave sono le reti elettriche di tutte le regioni del Mezzogiorn­o.

Da ciò la necessità della smart grid, reti capaci di gestire i flussi di corrente, di assorbire e di immagazzin­are l’elettricit­à di troppo, e di restituire quando serve l’energia accumulata. Su ciò lavorano Terna nell’alta tensione (3,9 miliardi di investimen­ti nei prossimi cinque anni)e le società di distri-

buzione nella bassa tensione.

La smart city

Il dialogo continuo fra produzione e consumo, e i sistemi che vi sono connessi, sono gli elementi che si concentran­o nella cità intelligen­te, la smart city dove reti e sistemi s’incrociano. I telefonini che dialogano con gli elettrodom­estici e aprono e chiudono porte e serrande non sono più una stranezza avvenirist­ica. Cominciano a ronzare le automobili elettriche; da gennaio ad aprile ne sono apparse 676 in più sulle nostre strade, che fa pensare a un raddoppio rispetto all’anno scorso quando in 12 mesi ne furono immatricol­ate 1.101 (dati Unrae). Tra pochi anni i servizi pubblici, il lavoro, la vita in casa saranno intrecciat­i da uno scambio continuo di informazio­ni, per farci vivere meglio.

SCHEMA IMMUTATO DAL 1883 A Milano 132 anni fa nacque l’elettrific­azione del mondo. Lo scenario cambia con l’arrivo di microcentr­ali e con l’informatio­n tecnology

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CARLO STANGA

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