La seconda vita dell’elettricità
La «generazione distribuita» e l’informatica impongono rapporti differenti fra fornitori e clienti I nuovi modi di produrre e consumare modificano il paradigma energetico
pLe tecnologie stanno per cambiare in modo radicale il mondo dell’elettricità come l’abbiamo conosciuto finora. Una nuova rivoluzione tecnologica. Quella che vediamo oggi, che sta sconvolgendo lo scenario per consumatori e aziende elettriche, è forse solamente un’anticipazione di come potrà essere il futuro. Nei prossimi anni ci sarà una tendenza verso nuovi modi di produrre e consumare l’energia e in particolare l’elettricità.
Indietro nel tempo
Bisogna tornare con l’immaginazione al 26 dicembre 1883, a Milano, in occasione dell’affollatissima prima della Gioconda di Amilcare Ponchielli, l’opera lirica in cui c’è anche la celebre danza delle ore. Milano e tutte le altre città del mondo sviluppato erano illu- minate con le fiammelle dei beccucci del gas illuminante nei lampioni stradali, nei teatri, nelle case. Odoraccio, fumo, rischio di incendi. La galleria Vittorio Emanuele, piazza della Scala e il teatro si illuminarono (coro di oh) con la luce incerta e giallastra di 2.450 nuovissime e stupefacenti lampadine elettriche accese dalla prima centrale termoelettrica d’Europa, quella a fianco del Duomo. Da allora, pur con l’evoluzione della tecnologia, lo schema fino a oggi è rimasto lo stesso. Le grandi centrali elettriche, la rete di fili che portano la corrente ai punti di consumo.
La rivoluzione del silicio
Complice il silicio, elettrico ed elettronico insieme fanno nascere una nuova energia alternativa ai combustibili fossili, autoprodotta dai prosumer (orrendo neologismo che somma nella stessa figura il consumatori e il prduttore), conservata nelle batterie, usata dai mezzi di trasporto e in mille altre applicazioni, elaborata dall’informatica. Ormai appena la metà dell’energia che abbiamo in rete viene da centrali termoelettriche, il 51% in aprile (dato Terna).
La riforma del sistema
Il mutamento richiede nuovi strumenti di business, nuove regole sul rapporto fra produttori e consumatori, grandi investi- menti tecnologici, un sistema tariffario e contrattuale diverso da quello covenzionale e un cambiamento delle aziende energetiche. Già s’intuisce l’assetto futuro: la tedesca E.On si divide in due società diverse (una green e una brown) e l’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, ha delineato un futuro senza combustibili fossili. Il rischio è che scelte convenzionali rimaste alla Milano del 1883 condizionino in Italia la crescita, come la paura di un mercato libero, destrutturato e fluido.
La smart grid
La locuzione smart, applicata a volte a sproposito, in alcuni casi è insostituibile. Come mostra il fenomeno delle rinnovabili già evidente, la produzione di energia non sarà più solamente nelle centrali da cui partono le grandi linee di trasporto verso il consumo, bensì sarà distribuita tra i consumatori. Pannelli solari, generatori condominiali o domestici, perfino minuscoli punti di produzione di corrente sul luogo stesso di consumo come i caricabatteria fotovoltaici.
Ogni punto di consumo e di produzione della corrente già oggi si attiva e si spegne in autonomia, in modo anarchico; la rete elettrica fatica a reggere questi flussi in apparenza disordinati che viaggiano in tutti i sensi. A ridosso di una crisi grave sono le reti elettriche di tutte le regioni del Mezzogiorno.
Da ciò la necessità della smart grid, reti capaci di gestire i flussi di corrente, di assorbire e di immagazzinare l’elettricità di troppo, e di restituire quando serve l’energia accumulata. Su ciò lavorano Terna nell’alta tensione (3,9 miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni)e le società di distri-
buzione nella bassa tensione.
La smart city
Il dialogo continuo fra produzione e consumo, e i sistemi che vi sono connessi, sono gli elementi che si concentrano nella cità intelligente, la smart city dove reti e sistemi s’incrociano. I telefonini che dialogano con gli elettrodomestici e aprono e chiudono porte e serrande non sono più una stranezza avveniristica. Cominciano a ronzare le automobili elettriche; da gennaio ad aprile ne sono apparse 676 in più sulle nostre strade, che fa pensare a un raddoppio rispetto all’anno scorso quando in 12 mesi ne furono immatricolate 1.101 (dati Unrae). Tra pochi anni i servizi pubblici, il lavoro, la vita in casa saranno intrecciati da uno scambio continuo di informazioni, per farci vivere meglio.
SCHEMA IMMUTATO DAL 1883 A Milano 132 anni fa nacque l’elettrificazione del mondo. Lo scenario cambia con l’arrivo di microcentrali e con l’information tecnology