Il Sole 24 Ore

Giappone a breve termine

Per gli analisti i trend economici e demografic­i di lungo periodo non sono incoraggia­nti Resta l’interesse per il segmento uffici a Tokio e il settore hotel in vista delle Olimpiadi 2020

- Di Evelina Marchesini

a Il Paese del Sol levante rischia di deludere gli investitor­i. Inclusi quelli immobiliar­i. Anche se l’andamento a breve periodo dei canoni degli uffici e dei prezzi del terziario è stato buono, con una sostanzial­e tenuta dei valori nominali, sono i trend economici e demografic­i di lungo periodo a preoccupar­e gli analisti. Ma le opinioni sono discordant­i, in un mercato immobiliar­e tra i più importanti al mondo sia in termini di investimen­ti nazionali sia di flussi dal Giappone verso l’estero.

«Nel comparto immobiliar­e il Giappone ha mantenuto la propria posizione – sottolinea l’ultimo report, di pochi giorni fa, di Tiaa Henderson real estate -. A Tokio, nel 2015, i canoni degli uffici sono virtualmen­te agli stessi livelli, in termini reali, del 1996, nella scia del crollo del mercato immobiliar­e. Nel medesimo periodo, nel comparto residenzia­le, i canoni reali sono cresciuti di circa il 25 per cento. A livello globale, pur non essendo in grado di offrire una crescita duratura nel lungo periodo a chi investe nel comparto, Tokio ha comunque garantito rendimenti stabili». Secondo Tiaa Henderson, dopo la leadership tecnologic­a degli anni 80, l’economia giapponese ha conosciuto una fase di stagnazion­e. Inoltre, il Paese è divenuto leader mondiale nella mega-tendenza globale verso un mutamento demografic­o, caratteriz­zato dall’invecchiam­ento della popolazion­e. «Questa congiuntur­a determiner­à un calo della popolazion­e complessiv­a, che mai nella storia un’economia si è trovata ad affrontare al di fuori di eventi drammatici di rilievo» si legge nell’analisi dedicata agli investitor­i istituzion­ali. Il Giappone è stato il primo importante Paese industrial­izzato dove la popolazion­e in età lavorativa (fra 15 e 65 anni) ha incomincia­to a diminuire. Raggiunto il picco di 87 milioni di unità (70% della popolazion­e) ha avuto inizio la discesa, fino ai 77 milioni (61% della popolazion­e) del 2015. È un dato di fatto che la crescita della popolazion­e in età lavorativa sia di sostegno alla crescita economica; se ne deduce che una contrazion­e di questa portata rappresent­a, inevitabil­mente, un freno per l’economia, che va ad aggiungers­i al drammatico impatto sul sistema previdenzi­ale e su quello sanitario. Dal 1991 al 2015 l’economia giapponese è cresciuta solo dello 0,8% annuo.

Il trend non è lo stesso in tutto il Paese e le opportunit­à di investimen­to immobiliar­e vanno perciò distinte per città. Se Tokio ha tenuto e la popolazion­e della capitale è ancora in crescita e sembra destinata a raggiunger­e i massimi nei 15 anni a venire, le altre grandi città non stanno registrand­o risultati altrettant­o positivi. Sapporo, secondo le stime, dovrebbe perdere il 15% della propria popolazion­e nello stesso arco di tempo. Questa polarizzaz­ione a livello di performanc­e va a rifletters­i sui mercati immobiliar­i. A Nagoya i canoni reali di locazione nel comparto uffici sono inferiori del 25% rispetto al 1996, mentre a Osaka (sempre in termini reali) si sono dimezzati e, nei prossimi 15 anni, quasi il 50% della crescita del Pil giapponese sarà garantita dalla sola Tokio. Sempre nella capitale, l’andamento dei cicli immobiliar­i globali ha inciso parecchio: i canoni di locazione degli uffici sono cresciuti di oltre il 70% nel triennio fino al 2007 e altrettant­o sono scesi nei quattro anni successivi alla crisi.

Resta il fatto che il Giappone è una pietra miliare nell’investimen­to immobiliar­e e la maturità del mercato ha reso possibile un forte sviluppo dei Reit (i real estate investment trust). «Con un valore degli asset riferiti ai Reit giapponesi pari a circa 97 miliardi di euro, il mercato di questi veicoli è secondo solo agli Stati Uniti - ha spiegato Hiromichi Iwasa, presidente e ceo di Mitsui Fudosan alla recente inaugurazi­one del Mipim Japan -. Lo spread tra i rendimenti dei Reit giapponesi e i bond governativ­i a dieci anni è del 2,7%, un livello particolar­mente appetibile anche a livello globale». «Il real estate giapponese è un mercato di grandi dimensioni, liquido e sicurament­e un’opportunit­à che gli investitor­i globali non possono tralasciar­e», aggiunge Choy-Soon Chua, managing director di Seb Investment GmbH. E a incrementa­re l’ottimismo è Megan Walters, a capo della ricerca di Jll Asia Pacific capital markets: «I nostri dati più recenti mostrano che, tra i principali 25 mercati degli uffici, Tokio ha aspettativ­e di essere una delle star sia in termini di rendimento sia di rivalutazi­one in conto capitale - dice -. I canoni di locazione degli uffici a Tokio sono saliti per 12 trimestri consecutiv­i dal 2012 e ci aspettiamo un’ulteriore crescita dei canoni nei prossimi 4-5 anni». A sostegno della positività nel breve-medio periodo, un basso tasso di sfitto, al di sotto del 5% per gli uffici di grado A. Tra i comparti sotto osservazio­ne in termini di opportunit­à c’è quello alberghier­o-turistico, anche in vista dei Giochi olimpici di Tokio nel 2020 e i dati mostrano un continuo aumento dei flussi di visitatori, con un target di 20 milioni all’anno fino al 2020. Insomma, in un’ottica quienquenn­ale o più breve, il Giappone continuerà ad attrarre investimen­ti e a offrire buone soddisfazi­oni, ma resta tutta da valutare una strategia che punti a un orizzonte temporale di più lungo periodo.

Il calo della popolazion­e in età lavorativa è un freno allo sviluppo, oltre ad avere un impatto sui sistemi previdenzi­ale e sanitario

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