L’Italia: bene, ma vogliamo più risorse
pL’Italia combatterà a tutto campo sul piano Ue immigrazione definito ieri. Il nervosismo crescente lo fa intendere a Porta a Porta il ministro dell’Interno, Angelino Alfano: «A fine giugno ci sarà il consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea e lì capiremo se c’è fregatura». I 24mila migranti indicati dal piano Ue, da trasferire nel resto d’Europa, riguardano nuovi arrivi e non incidono sulla mole degli sbarchi 2015 sulle nostre coste. Sulla raccolta delle impronte «monitoreremo Italia, Grecia e altri stati membri» ammonisce il commis- sario Ue all’immigrazione Dimitris Avramopoulos e arriva la replica del titolare degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni: «Registriamo, fotografiamo, prendiamo le impronte digitali. Non siamo qui a prendere lezioni da nessuno in Europa». Al dipartimento Ps gui- dato dal prefetto Alessandro Pansa si definiscono comunque procedure più rapide di identificazione. Alle Libertà civili, condotto dal prefetto Mario Morcone, sono in fase di progetto gli «hub regionali» per l’accoglimento dei migranti dopo l’accoglimento nei porti. C’è un altro tema, poi, meno esposto finora nelle dichiarazioni, ma cruciale: le risorse finanziarie assegnate. Italia e Grecia, secondo il piano, vedrebbero arrivare 60 milioni in più: troppo poco per un flusso di migranti destinato ad arrivare, se le stime saranno confermate,a 200mila persone nel 2015 (sono state 170mila l’anno scorso). Basta ricordare che l’anno scorso per l’accoglienza l’Italia ha speso 630 milioni, con tanto di necessità di assestamento di bilancio. Quest’anno sono disponibili poco più di 400 milioni ma il rischio concreto è che ne servano circa il doppio. Tanto che l’Anci, per incentivare i Comuni a farsi avanti nell’accoglienza, discuterà con l’Economia l’ipotesi di incentivi sui bilanci dei municipi e di mini-deroghe al patto di stabilità. Ieri, poi, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, ha visto a Roma l’omologo tedesco, il mi- nistro Michael Roth. «È una grande sfida non dei singoli stati europei ma dell’intera Unione» ha osservato Roth . Piena consonanza tra Italia e Germania nella consapevolezza che «occorre più solidarietà» e va accresciuto il livello di cooperazione con i paesi «dove vanno individuate le radici delle migrazioni verso l'Europa». La Germania – ha osservato Roth – è paese di immigrazione e ha dunque tutto l’interesse ad affrontare «questa grande tragedia che si sta consumando nel Mediterraneo» di concerto con gli altri paesi europee e le istituzioni comunitarie. «La priorità è combattere contro l’orribile traffico di esseri umani».
LA POSIZIONE DEI PARTNER Il sottosegretario tedesco agli Affari europei Roth rassicura Gozi: siamo in piena sintonia con la posizione italiana