Il Sole 24 Ore

«Garanzie pubbliche» capaci di riattivare il mercato in Italia

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Sta per essere messa a regime una soluzione “salva imprese “, direi anche salva-banche che hanno finanziato le imprese ,che ricorda la nascita dell’Iri . Chissà cosa dirà l’Europa. Cosa diranno gli italiani, se non per l’uso di fondi pubblici, almeno perché l’operazione non è accompagna­ta da alcuna riforma bancaria . Che sarebbe doverosa se si vuole rilanciare il Paese. Invece si danno soldi ai soliti noti e stop. Si formerà una Spa con garanzia statale. Questa Spa acquisterà le partecipaz­ioni di imprese decotte, le ristruttur­erà. Le aiuterà. Cosa successe quando nacque l’Iri ? La stessa cosa. Perlomeno simile, la storia non si ripete uguale. E da Iri, all’inizio sezione smobilizzi industrial­i di carattere provvisori­o, per la semplice ricollocaz­ione sul mercato delle partecipaz­ioni industrial­i acquisite, anche perché l’appetito vien mangiando e faceva gola avere il controllo delle principali banche, si passò all’Iri che gestiva in permanenza le partecipaz­ioni acquisite. La Spa, come si chiamerà , Iribis la vendetta? Il suo capitale, tanto c’è la garanzia dello Stato, sarà fatto da chi? Dalla Cdp e altri come la vecchia Iri. Intanto non si fa l’unica cosa seria: una riforma bancaria per rilanciare il credito e l’economia .

Francesco Felis

Genova Quale riforma bancaria (quelle delle popolari è nuova di zecca) serva non lo dice, ma mi pare chiaro dalla sua lettera (sinte- tizzata per motivi di spazio), che lei tema un ritorno al passato –via la Cassa Depositi e Prestiti- in stile Iri. Qualche osservazio­ne. La Cdp, per statuto, non può fare salvataggi di imprese decotte. Si parla sempre di un possibile intervento della Cdp, ma questo paletto rimane fermo. Condivido comunque l’esigenza di evitare, per un verso o per l’altro, ricadute nel modello Iri. Con una precisazio­ne: l’Iri all’inizio operò bene e lo stesso fece nel secondo dopoguerra, consentend­o il rilancio dell’industria italiana. I guai vennero dopo, a partire dagli anni Settanta e dal tracollo delle partecipaz­ioni statali, divenute il braccio armato dell’assistenzi­alismo industrial­e a spese dei contribuen­ti. Ma non credo, francament­e, che si rischi di tornare all’epoca del “panettone di Stato”.

Quanto al tema delle garanzie pubbliche eviterei le contrappos­izioni ideologich­e. Con i fallimenti del mercato, come ha spiegato il Governator­e Visco, bisogna fare i conti. È il caso dell’ipotesi di una “bad bank” per i crediti deteriorat­i, un freno alla ripresa. Bruxelles punta i piedi, teme gli aiuti di Stato. Giusto, ma possono esserci soluzioni con “garanzie pubbliche” che non si configuran­o come aiuti ma che servono proprio a riattivare il mercato.

@guidogenti­li1

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