Oggi il decreto alla firma del ministro Giannini Più peso per gli incentivi alle esperienze all’estero
pPiù peso alle esperienze internazionali degli studenti, un po’ meno alla regolarità degli iscritti negli esami, e ampliamento a quattro anni dell’orizzonte temporale per raggiungere quota 20% nel reclutamento di professori da altri atenei ottenendo così il premio dedicato alla mobilità.
Sono questi i correttivi principali imbarcati dal decreto sulla distribuzione dei 6,9 miliardi di fondo ordinario alle università statali - il Ffo 2015 - che dovrebbe arrivare oggi alla firma del ministro Stefania Giannini. In questo modo, il Governo riesce ad anticipare di parecchi mesi rispetto ai tempi lunghi degli anni scorsi il varo del finanziamento ministeriale incrementando secondo i programmi la quota «incentivante», cioè legata ai risultati ottenuti da ogni università nella ricerca e nella didattica. E proprio sui meccanismi per assegnare questa quota si sono concentrati gli ultimi correttivi, dopo il confronto con rettori, consiglio universitario nazionale e rappresentanti degli studenti. La quota incentivante vale quest’anno 1.385 milioni (il 14% in più dell’anno scorso). Al suo interno, la regolarità degli studenti - misurata in termini di percentuale di iscritti che hanno ottenuto almeno 20 crediti nel 2014 - servirà a distribuire poco meno di 100 milioni (il 7,5% della quota premiale) e lo stesso valore avranno le esperienze internazionali (nella versione iniziale i due indicatori distribuivano rispettivamente il 12 e il 3%: 166,2 milioni e 41,55).
L’altro correttivo riguarda l’incentivo alla mobilità, che prevede il cofinanziamento al 50% dei professori reclutati da altre università, a patto che questi ex “esterni” rappresentino almeno il 20% dei punti organico: la base di calcolo viene ampliata da tre a quattro anni, venendo incontro a una richiesta degli atenei.
Come si vede, comunque, si tratta di modifiche di dettaglio, che non modificano l’architettura tripartita del nuovo fondo ordinario. La quota base, quella legata alla spesa storica, scende drasticamente per fare spazio alle risorse che seguono i «costi standard», misurati in base al numero degli studenti regolari e alle cattedre presenti, e rappresentano quest’anno il 25% (doveva in realtà essere il 40%) della quota base: 1,2 miliardi. L’altra fetta è rappresentata appunto dalla quota premiale, che viene decisa dai risultati ottenuti nella didattica e nella ricerca. Proprio quest’ultima voce continua ad avere un ruolo da protagonista, e quest’anno saranno 1.177 i milioni distribuiti seguendo le pagelle realizzate dall’Anvur sull’attività di ricerca 2004-2010. Proprio su quest’ultimo fronte arriva un’altra novità, perché in questi giorni dovrebbe vedere la luce anche il provvedimento che avvia il nuovo ciclo di valutazione, relativo al 2011-2014. In questo modo, secondo il presidente dell’agenzia di Valutazione delle università Stefano Fantoni, i risultati finali dovrebbero arrivare nell’ottobre 2016. Quel che più conta, però, è che la conferma ufficiale della replica del ciclo di valutazione rende l’esame della ricerca un dato strutturale del sistema universitario, e non più un fattore episodico come avvenuto finora.
Si muove finalmente poi anche la macchina della nuova abilitazione nazionale a sportello, il meccanismo che sceglierà i futuri docenti: il ministero ha inviato a Palazzo Chigi il Dpr che disciplina le procedure, mentre è ancora in alto mare il Dm che invece definisce parametri e indicatori per valutare gli abilitandi.
Intanto ieri il Miur ha finalmente licenziato il bando per le specializzazioni mediche: in palio quest’anno per il secondo concorso nazionale che si svolgerà dal 28 al 31 luglio, ci sono 6.364 borse di studio, di cui 6.000 a carico dello Stato, 335 dalle Regioni e 29 da altri enti. Si tratta di 846 contratti in più rispetto all’anno scorso.
L’ALTRA NOVITÀ Licenziato ieri il bando per le specializzazioni mediche: in palio quest’anno 6.364 borse di studio