La Svizzera dice addio al segreto bancario: operativo dal 2018 l’accordo con la Ue sullo scambio di dati
La Commissione europea rilancia anche la base imponibile unica per le imprese Chiuso l’accordo che cancella il segreto bancario a partire dal 2017
Continua la battaglia della Commissione europea contro l’evasione fiscale. L’esecutivo comunitario ha firmato ieri l’atteso accordo con la Svizzera in vista dello scambio automatico di informazioni che sarà operativo a partire dal 2018, mettendo fine nei fatti per i residenti europei al segreto bancario svizzero.
La firma è giunta mentre Bruxelles sta studiando il modo di rilanciare una vecchia proposta legislativa ed imporre nell’Unione una base imponibile unica per la tassazione delle imprese.
« Si tratta di un nuovo colpo contro coloro che frodano il fisco e un passo supplementare verso una fiscalità più giusta » , ha detto il commissario agli aff ari monetari Pierre Moscovici, riferendosi all’accordo con la Svizzera, che entrerà in vigore nel 2017 con la raccolta dei dati per poi essere operativo dal 2018 con la loro trasmissione. L’intesa i mporrà lo scambio di informazioni sui conti detenuti nei diversi paesi dai propri residenti. Secondo Bruxelles, l’accordo avrà un effetto dissuasivo nei confronti di coloro che vogliono nascondere attività all’estero.
Ogni anno i Ventotto riceveranno dalla Svizzera nomi, indirizzo, codice fiscale e data di nascita di propri residenti con un conto bancario nella Confederazione. Lo scambio automatico di informazioni è considerato il modo migliore per lottare contro l’evasione e la frode fiscali, anche perché limita le scelte arbitrarie delle amministrazioni fiscali. L’Unione europea sta negoziando accordi simili con Andorra, Liechtenstein, Monaco e San Marino. Le trattative dovrebbero terminare entro fine anno.
L’intesa tra Berna e Bruxelles ha consentito di sbloccare nel 2014 il negoziato con il Lussemburgo e l’Austria che per anni avevano ostacolato un ampliamento dello scambio di informazioni bancarie tra i Ventotto per paura di dare un vantaggio competitivo alla Svizzera.
È da ricordare che i n marzo Bruxelles ha poi presentato una proposta legislativa di scambio automatico di informazioni anche sugli accordi fiscali ( tax rulings, in inglese) concessi dai paesi membri alle multinazionali.
Intanto, la stessa Commissione sta anche lavorando al modo in cui rilanciare la sua proposta del 2011 di adottare una base imponibile unica per la tassazione delle imprese (si veda Il Sole 24 Ore del 14 marzo). Il nuovo piano potrebbe giungere a metà giugno. In una conferenza stampa, il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha spiegato ieri che l’esecutivo comunitario sta lavorando su un meccanismo “obbligatorio”, una proposta che sia “ambiziosa e realistica”.
In materia fiscale, le decisioni nell’iter di codecisione vanno prese all’unanimità dei paesi membri. «Sappiamo che dobbiamo ottenere il benestare di tutti gli stati», ha detto Dombrovskis. Negli ultimi quattro anni, il progetto comunitario è rimasto bloccato sul tavolo dei governi. Uno dei nodi agli occhi dei paesi è la riforma della raccolta fiscale nei singoli stati una volta adottata una base imponibile unica. Bisogna poi chiarire quali saranno le società soggette alla nuova base imponibile.