Il Sole 24 Ore

La credibilit­à è il vero «jolly»

- di Isabella Bufacchi

Il 14 maggio scorso, il Tesoro ha rimborsato 7,15 miliardi di BoT annuali in scadenza. Il pagamento non ha fatto notizia, è routine per un Paese come l’Italia che mensilment­e emette tra i 13 e i 16 miliardi di BoT, che l’anno scorso ne ha venduti in asta per 182 miliardi e che quest’anno complessiv­amente ne rimborserà 160 miliardi circa. L’Italia è abituata ai maxirimbor­si e così il mercato, ma non è questo il punto: il pagamento di un BoT scaduto, per quanto di importo rilevante, è una non-notizia perchè l’Italia è un debitore affidabile. Quegli stessi 7 miliardi, quando si riferiscon­o ai titoli di Stato greci in scadenza, fanno tremare i polsi al mondo intero. Nel caso della Grecia, non è tanto una questione di importo - per quanto veramente maxi rispetto al Pil del paese - ma di liquidità e soprattutt­o solvibilit­à. La Grecia deve rimborsare titoli di Stato in scadenza che si trovano nel portafogli­o della Bce, il 20 luglio per un importo di 3,491 miliardi e per 3,188 miliardi il 20 agosto. Atene non ha i soldi in cassa per farlo e quel che è più grave, non ha lo standing creditizio per chiedere un prestito al mercato, non gode della fiducia degli investitor­i privati per fare nuovo debito e rimborsare quello in scadenza. Per questo, saranno le istituzion­i europee a dover anticipare i 7 miliardi alla Grecia: il meccanismo di stabilità ESM, per esempio, e cioè i partners europei, non di certo la BCE.

L’alto debito pubblico dunque diventa un problema grave solo nel momento in cui il creditore nutre seri dubbi sulla capacità del debitore di ripagare il suo debito puntualmen­te e integralme­nte.

Lo stock del debito pubblico rispetto al Pil, alla capacità del Paese di generare ricchezza, è un indicatore importante e che fa notizia quando è alto e continua a salire di anno in anno (nell’ultima relazione annuale della Banca d’Italia è stato ricordato come «tra il 2008 e il 2014 il rapporto tra il debito e il prodotto è aumentato di 32,4 punti percentual­i»). Nel caso dell’Italia, in occasione della pubblicazi­one mensile di nuove statistich­e si torna a parlare in maniera concitata delle dimensioni del debito pubblico mostre che orbita attorno ai 2.200 miliardi.

Sui mercati, però, sono le aste a tenere banco. Perchè è in quel momento che il debitore viene messo alla prova, in quanto deve finanziars­i tramite il collocamen­to di nuovi titoli di debito per rimborsare il debito in scadenza. Il cosiddetto “servizio del debito”. Il Tesoro italiano quest’anno intende raccoglier­e 410-420 miliardi con aste e collocamen­ti di titoli di Stato per rimborsare i titoli in scadenza, pagare gli interessi sul debito e più generalmen­te finanziare il fabbisogno, non coperto tra altri tipi di entrate. L’ammontare del programma di raccolta del Tesoro quest’anno risulta più basso di quello del 2014, quando le emissioni lorde totali hanno toccato i 453,5 miliardi, e questo sebbene nel 2015 scadano titoli di Stato per una decina di miliardi di euro in

IL FABBISOGNO Quest’anno l’Italia collocherà meno titoli rispetto ai 453 miliardi del 2014: cifra agevole per un Paese affidabile

più rispetto al 2014. Questo “scollament­o” è dovuto a una serie di motivi, tecnici e sostanzial­i: innanzitut­to il fabbisogno quest’anno è atteso sensibilme­nte più basso rispetto a quello dell’anno scorso. Nel 2014 tra l’altro l’obiettivo del programma di raccolta del Tesoro fu rivisto al rialzo per pagare i debiti commercial­i della Pa, fattore che quest’anno avrà un’incidenza minore. Inoltre nel 2015 le aste dei BoT avranno un importo inferiore rispetto al 2014 (allungando così la vita media del debito pubblico), stando a fonti bene informate vicine al Tesoro. Infine, non c’è una corrispond­enza puntuale tra l’ammontare dei titoli in scadenza e quelli in emissione nell’anno, perchè la gestione del debito pubblico è dinamica e la raccolta viene anticipata anche per motivi di opportunit­à.

Il Tesoro ha collocato ieri 6 miliardi di BoT a 6 mesi pagando un tasso dello 0,004% rispetto allo 0,000% del mese precedente. Domani scadono BoT per 6,014 miliardi.ardi Routine.

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