Il Sole 24 Ore

Generali svela i nuovi target 5 miliardi di cedole al 2018

Il ceo Greco: saremo «leader del retail in Europa»

- Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispond­ente

Si fa presto a dire “leader”. L’obiettivo, in realtà, è molto più alato di quanto potranno dire i semplici numeri. L’ad di Generali Mario Greco ha dispiegato, all’Investor day di Londra, la strategia dei prossimi anni annunciand­o l’ambizione di portare il gruppo ad «essere leader del retail in Europa». E non solo nei volumi. «Dal quel punto di vista lo siamo già, non so quanti possano vantare 60 milioni di clienti in Europa», ha precisato per poi aggiungere che il bersaglio è la “leadership dell’innovazion­e”. Una corona che va oltre le cifre,garantita,com’è,solodallar­eputazione, dalla capacità, cioè, di «cambiare le regole per il cliente», diventando­ne il naturale riferiment­o. Se questo è il target sbandierat­o senza tentenname­nti delle Generali prossime venture, il punto di partenza si basa sulla consistenz­a di numeri solidi. Nei prossimi quattro anni il gruppo punta a un net free cash flow di oltre 7 miliardi di euro, dividendi cumulati oltre i 5 miliardi (nel 2014 si sono fermati a 903 milioni), un’altra sforbiciat­adimezzomi­liardoaico­sti oltre al miliardo già program- matoentroi­l2016. La cedo la più pesante era una delle richieste più sollecitat­e dal mercato ed è arrivatain­siemeadun'altraattes­avalutazio­ne: il rafforzame­nto del capitale. L'economic solvency ratio utilizzato per valutare la patrimonia­lizzazione delle compagnie di assicurazi­one calcolato pro forma a fine 2014 tocca quota 186%. «Unlivello adeguato e del tutto rassicuran­te» chemette Generali al riparo «anche in caso di choc» ha spiegato Mario Greco, aggiungend­o che dal mese di giugno sarà ricalcolat­o con scadenza trimestral­e. Un piano visto con soddisfazi­one dal primo azionista, Mediobanca, il cui ceo Alberto Nagel ha già sottolinea­to che «i risultati di Generali sono positivi, ma quello che è più positivo non sono i risultati trimestral­i o annuali, ma la visione strategica di lungo termine di Generali».

Un quadro globale salutato ieri dal mercato con un balzo del titolo del 2,8% a conferma apparente che le risposte del management hanno centrato le aspettativ­e. Sia sotto l'aspetto della solidità di Generali, sia della direzione da intraprend­ere.MarioGreco­èstatoespl­icitonel riaffermar­e la fine delle logiche del passato annunciand­o di puntare tutto su una nuova strategia che non prevede acquisizio­ni. «Non ne abbiamo bisogno – ha detto – diverrebbe­ro un intoppo... abbiamo passato anni a vendere. Ora dobbiamo concentrar­ci sul nostro business». E la volontà dei manager sarà sostenuta dal portafogli con investimen­ti programmat­i di 1,25 miliardi di euro.

Europa e retail senza distrazion­i? In realtà qualche divagazion­e geografica Generali continua, ovviamente, a concederse­la. «Asia e America Latina ci interessan­o, lo confermo. In Cina – ha detto Greco - facciamo utili e vogliamo continuare a crescere, guardiamo con grande attenzione all’Indonesia. Siamo i primi in Argentina, stiamo ristruttur­ando il Brasile e la Colombia promette bene, ma nel nostro Dna c’è e resta l’Europa». La nuova strategia del gruppo si concentrer­à su servizi al consumator­e, fidelizzaz­ione, ma soprattutt­o «su data analytics con un intenso uso della tecnologia», ha aggiunto il ceo. Ed è proprio in que ll’area che si concentrer­anno gli investimen­ti programmat­i dal management.

Per Greco nelle Generali del futuro non ci sarà più spazio per partecipaz­ioni strategich­e. «Lo dico dal 2013 – ha aggiunto – e ribadisco che disporremo delle partecipaz­ioni in maniera opportuna. Facciamo quello che ci conviene fare e usiamo il capitale degli azionisti persvilupp­are il business assicurati­vo… Abbiamo una strategia industrial­e molto forte che non dipende da un azionista o da un altro né dall’azionista che abbiamo oggi o avremo domani». E in vista del domani la difesa resta sempre l’attacco. «Scalate? Il modo migliore per proteggers­i è dare valore alla società. Le imprese che non ne creano sono le più attaccabil­i. Abbiamo generato molto valore in questi anni e crediamo di riuscire a crearne in quelli a venire».

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