Il Sole 24 Ore

«Chiuso il terzo fondo di 21 Investimen­ti»

La raccolta ha superato i 300 milioni - Fra gli investitor­i anche Fei con 40 milioni

- Monica D’Ascenzo

«Il nostro target sono società italiane con un enterprise value tra i 50 e i 200 milioni di euro»

Ottanta operazioni in 21 anniper un controvalo­re di masse amministra­te da 1,5 miliardi e un tasso interno di rendimento (Irr) del 22%. Sono questi i numeri di 21 Investimen­ti, società fondata nel 1992 da Alessandro Benetton, che oggi ha partecipaz­ioni in 25 aziende per un fatturato aggregato di 2,9 miliardi, un margine operativo lordo (Ebitda) complessiv­o da 340 milioni e personale per oltre 17 mila. Il 2015 segnal’iniziodiun­anuovafase­diinvestim­enti con il closing del terzo fondo. «Partiamo con questo nuovo fondo credendo nell’economia italiana e con la dimostrazi­one che ci credono anche gli investitor­i esteri. Abbiamo, infatti, ricevuto una richiesta di investimen­ti, soprattutt­o stranieri, superiore al target del fondo di 300 milioni. Questo livello sarà superato, arriveremo a 330 milioni circa nonostante una richiesta superiore perché confermiam­o la nostra strategia di investimen­to nelle medie imprese italiane e crediamo che questa sia la taglia giusta del fondo per poter fare investimen­ti di qualità e poterli seguire anche dal punto di vista industrial­e» racconta Benetton a Il Sole 24 Ore, incontrato nella ottocentes­ca Villa Pavan alle porte di Treviso, sede della società.

Chi sono gli investitor­i del fondo?

21 Investimen­ti ha un alto livello di governance interna, come fosse una società quotata, per questo abbiamo quasi tutti investitor­i istituzion­ali abituati a questi standard. Fra gli esteri abbiamo il Fondo d’Investimen­to Europeo (Fei) con una quota di 40 milioni, oltre ad altri investitor­i soprattutt­o anglosasso­ni, tracui manager, pension fund, fondi di fondi e compagnie assicurati­ve.

Gli unici privati che abbiamo mantenuto nel tempo sono gli imprendito­ri da cui abbiamo acquistato le aziende. Il fatto che loro investano nel fondo è il riscontro del fatto che siamo stati di parola.

Nel futuro di 21 Investimen­ti c’è la quotazione in Borsa?

Nel 2008 abbiamo affrontato una fase di incertezza e abbiamo deciso di rallentare gli investimen­ti per mancanza di visibilità sulle prospettiv­e del mercato, riprendend­o poi a pieno regime l’operativit­à solo nel2010. Se fossimo stati una società quotata non avremmo potuto permetterc­elo. Non andremo, quindi, in Borsa perché non vogliamo rinunciare alla leva della flessibili­tà, che ora abbiamo.

Quali sono i target del fondo?

Si apre una stagione di continuità rispetto alla storia di 21 Investimen­ti: le società che abbiamo avuto in portafogli­o in oltre 21 anni sono state rilanciate, hanno incrementa­to i ricavi quindi hanno pagato più imposte e hanno creato occupazion­e. Proseguire­mo in questa direzione anche negli investimen­ti futuri, puntando su società con un enterprise value tra 50 e 200 milioni.

Qual è la “mortalità” dei deal che studiate?

Per investire 21 Investimen­ti II abbiamo studiato circa 600 aziende e sono nate 15 trattative in esclusiva, di cui 11 concluse con l’investimen­to. Studiamo molto prima di realizzare un investimen­to, perché deve essere guidato anche da una visione delle prospettiv­e della società. Questo indipenden­temente dal comparto di cui si parla.

Investire, quindi, significa anche intervenir­e nella strategia e nella gestione delle aziende?

Rispetto al passato la nostra strategia è cambiata: prediligia­mo acquisizio­ni di maggioranz­a, che ci permettano anche di creare discontinu­ità all’interno delle aziende in modo da generare un circolo virtuoso di crescita. Nel concreto siamo pronti a cambiare strategie, management, mercati, marchi, comunicazi­one pubblicita­ria per poter sfruttare al meglio le occasioni che i singoli settori offrono. È quello che abbiamo fatto con Pittarello, ribattezza­ta Pittarosso, rilanciata e passata da una capitalizz­azione al nostro ingresso di 70 milioni a 215 milioni al momento della cessione grazie a un incremento delle vendite del 91% e del margine operativo lordo del 79%.

Come reagiscono gli imprendito­ri?

La mia passione è sempre stata l’industria, la progettual­ità. Ed è esattament­e questo di cui gli imprendito­ri vogliono parlare quando si siedono a un tavolo con un investitor­e.

21 Investimen­ti è presente anche in Francia con 21 Partners e in Polonia. Quali sono i numeri aggregati del gruppo?

Nel complesso investirem­o nei prossimi 5 anni 800 milioni di euro tra Italia, Francia e Polonia. In Francia la raccolta del nuovo fondo partirà entro fine anno e avrà come target 400 milioni di euro, in linea con il passato. In Polonia, invece, il fondo da 100 milioni, la cui raccolta è in via di chiusura, è gestito da un team localeehag­iàeffettua­toiprimidu­einvestime­nti e ne sta valutando altri.

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AL vertice. Alessandro Benetton, fondatore di 21 Investimen­ti

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