Fuld: «Sacrificati dal governo Usa»
È stato un ritorno in tono minore,mapursempreunritornocheieri ha segnato, almeno sul piano della cronaca, la giornata a Wall Street: Dick Fuld, l’ex principe nero di Lehman Brothers, colui che all’apice della crisi del 2007-2009 divenne il simbolo stesso dell’avidità priva di scrupoli, l’unico banchiere ad aver presenziato al fallimento della sua bancainquegliannidifficili, harotto il silenzio per la prima volta dal falli- mento storico e colossale di Lehman Brothers, ieri a New York, e si è tolto molti sassolini dalla scarpe.
«La crisi è stata causata da una “tempesta perfetta”, ha detto Fuld, «ma tutto è partito dal governo che prima ha alimentato una bolla immobiliare dando la possibilità anche apersonesenzacredenzialidiaprire mutuipercomprarsicasaepoihaordinato la chiusura della mia banca salvando allo stesso tempo i concorrenti».Fuldhadunqueripescatouna delletesipiùaccreditatepercapirele dinamichediqueimomentidifuoco e ha attaccato la politica. Secondo molti per poter avere dal Congresso l’ok per lo stanziamento di fondi destinati a salvare il sistema finanziario,occorrevadimostrarecheilpericolo di fallimento era molto reale.
E dunque quando si trattò di dare garanzie a potenziali acquirenti inglesiwashingtonfecemarciaindietro. Secondo la tesi di Fuld Lehman divenne l’agnello sacrificale per convincere i politici e gli altri operatori che la crisi avrebbe potuto travolgere dopo Lehman l’intero sistema finanziario. Il problema è che la dimostrazione non fu fine a se stessa, il fallimento portò il panico e il sistema si paralizzò comunque. Chi conoscefuldechiconoscelehman Brothersaffermacheselabancafosse stata salvata non ci sarebbe stata la crisi successiva che ha poi travolto il resto del mondo anche dal punto di vista economico oltre che da quello finanziario. Le attività patrimoniali di Lehman in effetti hanno ripreso quota dopo la crisi e chi le ha rilevate ha fatto in molti casi un ottimo affare. Un punto resta centrale: selabancafossestatagestitanell’impostazione delle sue operazioni di mercato senza la leva eccessiva che aveva,senzaquellapredisposizione al rischio che Fuld amava, non si sarebbe trovata in quella situazione critica. E dovendo scegliere un agnello sacrificale per convincere il Congresso a intervenire era forse più giusto punire Lehman piuttosto che Merrill Lynch.
C’èdadirecheapartel”eccitazione”delmomento,perilritornodiun protagonista di un passato da dimenticare, l’apparizione di ieri è parsa malinconica. Fuld comunque siano andate le cose resta uno sconfitto. E il suo intervento è stato in tono minore anche perché è intervenuto a una conferenza sui Microcap, aziende minuscole, organizzata da Macrum, ironicamente una società contabile e per la revisione dei conti. Del resto lui stesso oggi guida un’azienda minuscola che si chiama Matrix Advisors, lanciata nel2009cheoggiconta12dipendenticontroi25.000cheguidavaFuldfinoalgiornoprimadelgrandecrollo.
LA GIUSTIFICAZIONE «Tutto è partito dall’Esecutivo, che prima aveva alimentato una bolla immobiliare senza precedenti»